sabato 12 dicembre 2020

20th Century Boys

20th Century Boys, di Naoki Urasawa.

Ed ecco a voi un esempio di recensore che si lancia nella recensione di un opera che necessiterebbe qualche conoscenza alla base, che tuttavia il recensore non ha.

20th Century Boys è un manga che ha avuto un successo enorme, che ha praticamente consacrato Naoki Urasawa come uno dei migliori autori contemporanei (in fin dei conti cosa ci si deve aspettare, quando uno ti tira fuori Monster e poi questo?).
Pubblicato in Giappone dal 1999 al 2006, e in Italia dal 2002 al 2007, 20th Century Boys è un'opera difficile da presentare, ma proviamo ad iniziare dalla trama.
Nel 1969 un gruppo di bambini, capitanato dall'energico Kenji, costruisce una base segreta in un campo. Lì, si divertono a scrivere delle storie in cui salvano il mondo da minacce che spaziano dall'attacco di robot a guerre batteriologiche.
Trent'anni dopo il gruppo non è più così unito, ognuno ha la propria famiglia mentre Kenji sta crescendo Kana, la nipotina che sua sorella maggiore gli ha affidato prima di sparire nel nulla. Tuttavia, dopo il suicidio di un membro del vecchio gruppo, Kenji si troverà ad indagare su una setta - capitanata dal misterioso Amico - che sembra essersi insinuata ovunque, in Giappone.
Quindici anni dopo, l'Amico è salito ai massimi vertici del potere, e sembra che nessuno possa impedirgli di conquistare il mondo.

20th Century Boys è una storia epica che si muove su tre linee temporali: quella degli anni '60-'70, quella di fine anni '90, e quella ambientata nella prima metà nel 2000. Già questo basterebbe a rendere la trama complessa ma possiamo anche aggiungere il fatto che i salti temporali sono all'ordine del giorno e che la narrazione non è completamente lineare: soprattutto i capitoli dedicati all'infanzia possono essere frammentari, perché sono gli adulti, per primi, a non ricordarsi tutto ciò che hanno fatto.
Eppure, se solo questo sembra bastare a rendere questo manga caotico, la prima prova del talento di Urasawa come narratore sta nel fatto che seguire la linea degli eventi non risulta né difficile né dispersivo.
Allo stesso modo i personaggi sono caratterizzati benissimo: essendo la storia articolata su un così vasto piano temporale, è ovvio che coloro che vi si muovono siano... in numero elevato. Così come è anche ovvio che non abbiano sempre la stessa rilevanza, a secondo di quando e dove li andiamo a ritrovare. Eppure Urasawa riesce a delinearli tutti in poche battute, pochi tratti. Magari non ti ricorderai i loro nomi, però saprai sempre chi sono, cosa hanno fatto e perché. La loro evoluzione, poi, risulta molto coerente con quello che accade loro. Sembra di avere di fronte persone reali, con problemi e dilemmi reali, che vorresti a tratti abbracciare per le soddisfazioni che ti danno, a tratti prendere a sberle.

20th Century Boys è un manga che va a toccare diversi generi: come target è chiaramente un seinen, ma per la storia che racconta abbiamo uno slice of life, una storia di formazione, una storia di spionaggio politico, di guerriglia urbana, terrorismo, poteri esp, e vera e propria distopia... non dico che tutto funziona alla perfezione, ma il fatto che siano poche le sbavature che si possono trovare all'interno dell'opera - considerando l'epico pastrocchio che sarebbe stato logico aspettarsi - non fa che sottolineare la bravura dell'autore.
Abbiamo tante cose, all'interno di questa storia: alla base, il punto focale è fermare l'Amico, ma per arrivarci ci troviamo di fronte ad una trama dove ogni volta che si risolve un mistero ne nascono altri due. Chi è l'Amico, quale sia il suo obbiettivo, perché faccia ciò che fa... sono i quesiti che ti assillano per tutta la storia, solo che nel mentre hai anche tutto ciò che riguarda i personaggi - principali e non - tipo cosa gli sia successo tra un salto temporale e l'altro, o mentre si trovano costretti a diventare eroi non perché particolarmente intelligenti o in possesso di quelle spiccate doti di comando necessarie a mettere su una cellula clandestina di ribelli, ma perché sono gli unici disposti a farlo - che ci siano portati o meno. Li vedi crescere anche se sono già adulti, in un mondo distopico che più si va avanti più sembra il delirio infantile di un bambino portato alle estreme conseguenze.

Tuttavia per quanto 20th Century Boys sia probabilmente l'opera più importante di Urasawa, oltre che uno dei migliori fumetti moderni, non riesce ad essere un capolavoro e il fatto che gli manchi così poco per esserlo lascia un tocco di amarezza alla lettura: per quanto mi riguarda il problema sta nel fatto che pur di alzare sempre il tiro ci siano avvenimenti, o soluzioni, troppo surreali. In realtà per tutti e ventidue i volumi ci troviamo di fronte a cose che, analizzate a mente fredda, non hanno né capo né coda ma sono inserite e raccontate in modo tale da risultare credibili. 
Purtroppo ce ne sono altre dove neppure l'eccelsa scrittura di Urasawa riesce a farti passare sopra il fatto che non ha senso, che si sta saltando lo squalo e forse ne abbiamo saltati già altri due o tre. Poiché si tratta di parti importanti, non è possibile passarci sopra: non è niente di così assurdo da farti rinnegare quanto venuto prima, ma è abbastanza da influire nel parere complessivo.
Più il finale.
Non fatevi ingannare da chi vi dice che i due volumi di 21th Century Boys sono un qualcosa in più di cui non c'è bisogno: sono il finale effettivo che Urusawa ha scritto quando è diventato chiaro che no, dopo ventuno numeri in cui si cerca la risposta ad una domanda precisa non puoi concentrarti solo sul messaggio e non rispondere alla domanda, perché sennò io vengo a cercarti a casa.

Comunque, a parte quanto ho scritto in questo ultimo paragrafo, 20th Century Boys è un manga splendido, che ti tiene incollato alle pagine, ti fa riflettere, ti mostra il Giappone sia con l'occhio nostalgico di chi ripensa al passato che con l'occhio disilluso di chi è diventato adulto e la sua vita ha preso pieghe che non immaginava. 
Un manga che la pecca più grande è che gli manca un filo ad essere un capolavoro totale.
È una lettura che merita moltissimo, ma in generale è Naoki Urusawa che merita moltissimo. 

Curiosità: nonostante il successo avuto in patria, non è stato tratto un anime bensì una trilogia cinematografica live action.

2 commenti:

  1. Sembra fantastico! *____*
    Quando leggo recensioni come questa, rimpiango sempre di non dedicare più tempo ai manga. Il mio problema è che ho una memoria da Dory: se leggo un numero a settembre, poi a ottobre ricordo solo i contorni della storia, a novembre non mi ricordo più nemmeno se l'ho letto... A dicembre, potrei entrare in fumetteria e ricomprarlo per sbaglio! XD
    Però mi segno il titolo; visto che ormai è una serie completa, potrei trovare un modo per ovviare al problema! ;D

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    1. È davvero una lettura notevole 😊 anche io l'ho preso e letto tutto in una volta per evitare di scordarmi quello che succedeva tra un numero e l'altro xD

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