Oggi, per qualcosa di completamente diverso, un aggiornamento sulla vita di tutti i giorni che arriva dopo quello scritto su Instagram. Probabilmente non succederà mai più.
Long story short: ho adottato due gatti.
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Affarini spaesati il giorno dell'arrivo |
Una femmina, Musetta, ed un maschio, Oberon. I nomi non li ho scelti io perché non sono andata in un gattile a recuperare dei cuccioli: i miei zii, persone anziane, per motivi di salute estremamente seri, si sono trovati nella condizione di non potersi più occupare dei loro mici, e con grande dolore hanno dovuto prendere una delle decisioni più difficili, per chi ha un animale.
Darli via.
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Oberon |
Ora, Oberon e Musetta non sono gatti adulti: sono gatti anziani, a primavera faranno tredici anni e a quattordici un gatto non è considerato neanche vecchio ma
geriatrico. Considerando che già Lyanna (la gatta di mia madre) a nove mesi era considerata troppo grande per essere adottata - e infatti i volontari le hanno spuntato l'orecchio per riconoscere che era già sterilizzata, dando per scontato che sarebbe finita in colonia - potete immaginare quanto fossero alte le possibilità di un'adozione di coppia per questi due vecchietti.
Insomma, quando la questione è diventata che se non avessero trovato nessuno disposto ad adottarli li avrebbero dovuti portare al gattile, hanno trovato qualcuno disposto ad adottarli.
Io, per l'esattezza, perché l'idea che passassero gli ultimi anni in gattile dopo una vita in casa mi spezzava il cuore. E perché era l'unica cosa che potessi fare per dare concretamente una mano.
Insomma, dalla seconda metà di ottobre ho una gatta obesa che se la guardo si mette a fare le fusa col preciso intento di farlo sentire a tutto il palazzo, e un gatto convinto che se non lo tengo costantemente in braccio morirà (no, non è ansioso per il trasloco: è sempre stato così, ma non sapevo che lo fosse h24).
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Musetta |
In questo periodo ci siamo abituati l'una agli altri: ora so che Musetta è più riservata ma se sente che la sto trascurando mi segue miagolando il suo disappunto. So che ci sono esattamente due modi per non avere Oberon in braccio: stare in piedi, o sedersi lontano da lui mentre dorme (è ridicolo quando mi metto sul divano e lui arriva di corsa dopo quattro secondi perché ha capito che da qualche parte un umano si è seduto).
Quando Oberon ha i momenti di follia felina Musetta mi guarda con l'espressione di solidarietà di chi pensa "Lo so, è scemo ma almeno noi due siamo normali", e quando Musetta si nasconde sotto il divano o in quella scatola che oramai credo resterà in salotto finché loro sono in vita, Oberon si mette davanti ad aspettarla anche se lei soffia perché vorrebbe stare da sola.
Per ora il bilancio è una pipì in salotto, una vomitata sul tavolo e una accanto alle ciabatte, la cesta dei panni sporchi eletta a "luogo supremo dove dormire" così non posso aprirla mai, un tiragraffi a cui non si sono mai avvicinati e mi è toccato prenderne un altro che però usa solo Musetta, palline ovunque ma in particolare sotto il divano, e hanno guadagnato il letto circa dieci secondi dopo essere entrati in casa.
Gli zii in camera non li facevano entrare e hanno deciso che ciò non doveva ripetersi.
Almeno coi felini sono più brava che con le piante.