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giovedì 27 settembre 2012

The Walking Dead


Tra qualche settimana ricomincerà in America The Walking Dead serie televisiva che ha fatto strage di ascolti e che ha visto il ritorno sotto i riflettori degli zombie.
Certo, se uno è stato attento ricorderà anche che nel 2008 gli inglesi avevano mandato in onda Dead Set, e possiamo farci due risate sul fatto che Zombieland era nato come progetto televisivo poi riadattato a film quando dissero "No, in tv gli zombie non vanno". Ancora mi chiedo se è saltata qualche testa visto che poi The Walking Dead fu, tipo, l'episodio pilota più visto dell'anno.

Comunque, nonostante l'inizio col botto, The Walking Dead a mio avviso si è arenato, a causa di una qualità molto altalenante (*cough*la fattoria di Hershel*cough*) e soprattutto grossi problemi nella caratterizzazione dei personaggi. T-Dog e Lori sono gli esempi migliori: il primo è così inutile, ma così inutile che te lo ricordi solo per quanto è inutile. La seconda è semplicemente una persona orribile, un'arpia totale.
Certo, ce ne sono anche di riuscitissimi. Ma quando guardare Daryl da solo che cerca una bambina in un bosco è più divertente che guardare tutti gli altri che interagiscono, c'è qualcosa che non va. Ma di brutto.

Quindi, perchè mi ostino a guardare una serie che, in definitiva, mi ha delusa? Quale masochistico motivo mi spinge, episodio dopo episodio, ad andare avanti nella visione?

Il materiale d'origine. Spero ancora che questo benedetto telefilm diventi quello che dovrebbe essere.

The Walking Dead è tratto da un fumetto, e dopo il colpo di fulmine al primo episodio ho sfruttato l'abitare a cento metri da una delle più grosse fumetterie della mia città per procurarmi al volo il primo numero. E il secondo. E il terzo. E così via.
In effetti, messa a confronto col fumetto, la serie televisiva sembra Settimo Cielo con gli zombie.

Nonostante l'ambientazione e la premessa The Walking Dead non è una serie sugli zombie. Non che non ci siano, anzi: sono un pericolo costante, una minaccia che non scompare mai. Ma ti abitui: dopo un po', dai per scontato che ci sono, dai per scontato che con quelli i conti ce li devi fare quotidianamente ed è in questo che la storia si discosta da quelle generalmente raccontate in ambito morti viventi. In genere si tratta sempre di storie in cui si cerca di sopravvivere i primi giorni, le prime settimane. Non c'è quasi mai un "a lungo  termine", che è invece quello che fa TWD: Robert Kirkman ha avuto un'idea ottima nel decidere che il fumetto era lo strumento adatto per raccontare questa storia perchè ha un tempo virtualmente infinito. Non ha un'ora e mezza, e nemmeno dieci episodi di quaranta minuti.
Può andare avanti per sempre a raccontare la strenua lotta per la sopravvivenza di queste persone.
E quello che ha scelto di raccontare è la natura umana, come si reagisce e come si cambia in un mondo del genere. L'istinto che prende il sopravvento, essere via via sempre più disposti a fare tutto il necessario per sopravvivere.
C'è chi impazzisce, chi si uccide, chi commette azioni impensabili perchè necessarie alla sopravvivenza e alla protezione del gruppo, e alla fine non sono i morti che camminano quelli di cui hai paura. Sono le persone vive da cui vuoi scappare.
La rilassante atmosfera
Devo dire che è uno dei fumetti più violenti che abbia letto, ed uno con il più alto tasso di morti: Kirkman ha optato per un approccio "realistico", nel senso che è impossibile capire chi morirà perchè fa fuori personaggi che avevano ancora moltissimo da dire, ma... hei, è un'apocalisse degli zombie, non ci si può aspettare che la gente resti viva perchè è più carino (in più il bastardo è bravo, perchè ogni morte affligge chi sopravvive e ha coseguenze a lungo termine se non sugli eventi sull'evoluzione dei sopravvissuti, quindi non lo puoi neanche accusare di uccidere for the lulz).
Ne segue che i colpi di scena di sprecano e sei sempre in tensione perchè non sai mai chi sopravviverà a cosa: rispetto al telefilm l'atmosfera è infinitamente più cupa e disperata, tutte le situazioni, tutte le decisioni sono più estreme, i dilemmi morali più tragici.
I personaggi sono diversi da quelli televisivi, sia per caratterizzazione (Lori non solo è sopportabile, ma è un bel personaggio) che per mera esistenza (Daryl nel fumetto non c'è, ma nel telefilm non c'è Tyrese).
Comunque sono parecchi, e ammiro la capacità di Kirkman nell'evitare cloni (considerando che i co-protagonisti tendono a cambiare spesso il rischio c'era).
E poi c'è Michonne, che è il personaggio più figo della storia dei personaggi fighi.
Insomma, io lo consiglio a tutti, serie televisiva o meno.

In Italia sono usciti diciannover volumi, pubblicati dalla Image Comics:
Giorni Perduti
Il Lungo Cammino
Al Sicuro Dietro le Sbarre
La Forza del Desiderio
La Miglior Difesa
Questa Vita Dolorosa
La Calma che Precede
Nati per Soffrire
Qui Restiamo
Ciò che Diventiamo
Temi i Cacciatori
Vivere in Mezzo a Loro 
Il Confine Superato
Nessuna Via d'Uscita
Ritrovarsi
Un Mondo Più Grande
Quel che fa Paura
Quel che Succede Dopo
In Marcia Verso la Guerra


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