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mercoledì 12 dicembre 2012

Hogfather 2.0


Si conclude oggi la mia parentesi-delirio dedicata ad Hogfather.

Terry Pratchett mi ha insegnato molte cose (per esempio che c'è sempre un minuto per un ultimo minuto), ma la prima è stata che non bisogna giudicare un libro dalla copertina: per anni l'ho snobbato, perchè le cover mi facevano sentire deficiente anche solo a tenerle in mano, e ho comprato il primo libro in una triste estate in città in cui non c'era nessun autore nuovo e mi sono detta "Che ho da perdere?".
È stato amore.

Hogfather, pubblicato in patria nel 1996 e ancora idedito qui da noi, è (probabilmente) il mio libro preferito di Mondo Disco e non credo che ne farò una recensione quanto che ne parlerò. E non è facile nemmeno questo.

La trama l'ho accennata qualche posto fa: causa tentativo di assassinio in corso l'Hogfather (l'equivalente di Mondo Disco di Babbo Natale) è irreperibile ed è Morte a sostituirlo. Nel frattempo Susan Sto-Helit cerca di capire cosa stia succedendo e come salvare il vecchio signore prima che sorga il Sole, o il Sole non sorgerà mai più.


Si tratta, semplicemente, di un libro che può sopraffare: non è completo, straborda. È denso.
In un numero relativamente limitato di pagine abbiamo:
_ Le avventure di Morte nei panni dell'Hogfather
_ Le avventure di Susan e le sue indagini
_ I maghi alle prese con il surplus di fede
_ Mr Teatime, la sua banda e Il Piano Malvagio
_ Varie ed eventuali
Questo libro è più grande all'interno.

Il motivo per cui lo rileggo sempre non solo con piacere, ma con adorazione, è che in questo libro c'è tanto di più oltre la storia: si parla del Natale. Di cosa significa, cosa dovrebbe significare e cosa dovrebbe essere.
Morte, in grado di vedere le cose solo nel senso letterale del termine, è il personaggio ideale per mettere a nudo, senza alcuna pietà, le contraddizioni e l'ipocrisia di una festa dove tutti dovrebbero essere felici ma solo i ricchi hanno quello che vogliono.
Si parla anche dell'importanza di credere, e perchè la fantasia è così importante per gli essere umani, e lo fa in un modo tale che tocca qualcosa dentro di te, che ti lascia a riflettere perchè è così ovvio, è qualcosa che hai sempre saputo e finalmente qualcuno l'ha detto nel modo migliore in cui poteva essere detto.

Poi, ovviamente, c'è la meravigliosa immaginazione di Terry Pratchett: le regole di Mondo Disco sono folli e sensate allo stesso tempo. Il regno della Fata dei Denti ha alla base un'idea geniale e adorabile allo stesso tempo, e la Fata dei Denti... si vede poco ma mi ha fatto una tenerezza infinita.
Supende le creature nate dall'eccesso di fede, l'Oddio del dopo sbornia su tutti (anche se nel mio cuore il mostro mangia calzini ha un posto particolare) ed Hex, che per essere un prototipo di computer creato da maghi privi di qualsiasi buonsenso, è carinissimo.
Sui personaggi nuovi spizza mr. Teatime, sociopatico assassino maledettamente inquietante e spaventoso, e prosegue la caratterizzazione di Morte e Susan. Che sono stupendi.

Morte, che prova sempre a capire ma non ci riesce mai, eppure non si arrende e proprio per questo è così stranamente tenero. E per una volta vediamo cosa succede quando si arrabbia davvero. Ed è epico.
Susan, dal canto suo, è la governante definitiva. Al diavolo Mary Poppins, io voglio lei. Prgmatica, attaccata alla sua normalità con le unghie e coi denti, spesso e volentieri l'unica voce della ragione in un mondo di folli.
E il suo rapporto con Morte mi spezza sempre un po' il cuore, sin da Soul Music.

Lo stile è come al solito ineceppibile: Terry Pratchett non è solo uno scrittore, è un'artista delle parole (soprattutto in lingua originale... non invidio chi deve tradurlo).

Libro consigliatissimo (specie in questo periodo) e non occorre aver letto gli altri del ciclo di Morte: danno background, ma nulla che impedisca di capire cosa sta succedendo.

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