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mercoledì 10 aprile 2013

Robin Hood




Robin Hood, di Alexander Dumas.

Nonostante Robin Hood mi abbia sempre affascinata, non ho mai letto il libro. Ne ho approfittato per la sfida di lettura e ammetto di essere arrivata alla fine con grossissime perplessità.
Dumas, capisco che questo libro è postumo, ma tu hai scritto Il Conte di Montecristo. Lo so che sai fare di meglio.

Ogni epoca, ogni generazione hanno avuto il loro Principe dei Ladri. Cavalleresco come Ivanhoe, spavaldo come D'Artagnan, Robin il proscritto ha la generosità di un santo e la giovialità di un ragazzo. Di sicuro l'arciere di Alexandre Dumas è il prototipo di una lunga serie di ladri gentiluomini. Il conema lo ha a lungo inseguito nei labirinti di Sherwood, il regno dell'allegria, dell'amicizia e delle sfide beffarde. Gli ha fatto assumere la scanzonata fisionomia di Douglas Fairbanks, la manlinconica ironia di Sean Connery, il sorriso rassicurante di Kevin Costner, lo sguardo truce di Russel Crowe. Per i cartoni animati Robin è una volpe, l'inseparabile John un grosso orso. Ma nessuna immagine (come nessuno sbirro) è mai riuscita a imprigionarlo. La lota che ha ingaggiato con il Potere è destinata a non avere mai fine. Perchè Robin Hood è un mito: quello della giustizia che non ha pace e vaga per il mondo a risvegliare i suoi arcieri.

Ci sono storie che rimangono impresse per il modo in cui sono scritte: mi viene in mente Anna Karenina, che se non fosse per come scrive Tolstoj sarebbe "solo" la storia di una donna che si stanca del marito e si prende un amante.
E ci sono storie che restano impresse per la loro potenza intrinseca, a prescindere da come sono scritte. E Robin Hood è una di quelle.

La mia impressione leggendo questo libro è che Dumas si sia limitato a mettere insieme le canzoni su Robin Hood e poi le abbia semplicemente trascritte. Nota bene, non so se è così perchè non ho cercato informazioni a riguardo, ma sapendo cosa l'illustre autore è in grado di sfornare questo librino semplice semplice; con personaggi appena abbozzati; senza una trama lineare (ogni capitolo è un'avvenutra a sé); i buoni che sono belli, intelligenti e perfetti mentre i cattivi sono brutti, stupidi e agiscono for the evulz, mi ha profondamente confusa.
Manca una vera e propria evoluzione della storia, per non parlare dei personaggi. siamo di fronte ad un gruppo che rivaleggia con gli eroi greci, dove se ti andava male eri bello come dio e forte come un toro. Amicizie  che nascono dal nulla, matrimoni come se piovesse, un'insistenza sull'allegria dei briganti e la perfezione di Robin da diabete (in compenso adesso capisco molto meglio Robin Hood un Uomo in Calzamaglia di Mel Brooks) e Dumas sembra aver improvvisamente dimenticato che se tutti i cattivi sono dei coglioni gli eroi non ci fanno una grande figura, perchè che ci vuole ad avere la meglio su un palese imbecille?
C'è una netta ripresa nei due-tre capitoli finali, dove improvvisamente Robin diventa un essere umano con più di due sentimenti, e quando Dumas si impegna non è certo l'ultimo della classe. Sono capitoli commuoventi, malinconici, perchè da questa storia ti aspetti il lieto fine, non l'agodolce.

Ma allora cos'è che si salva? Si salva che è Robin Hood. Un uomo a cui hanno fatto un torto e che invece di vendicarsi decide di proteggere gli altri. Si salva la forza di un uomo che riunisce un esercito per dare un ordine a un mondo che si dimentica di chi ci abita,e a volte fa bene al cuore trovare rifugio in un uomo incorruttibile, che combatte per il bene senza macchia e senza paura.
Rimane che alla fine Robin Hood non ottiene nessuna ricompensa per la sua lotta, ma continua a lottare perchè è giusto farlo, perchè se non lo fa lui non lo farà nessuno.

E questo nessuno stile può portarlo via, perchè i miti rimangono per un motivo: sono più forti di come vengono scritti.







Libro di maggio per la sfida di lettura: La Guerra Gallica, di Caio Giulio Cesare.

6 commenti:

  1. Dumas (insieme a Dickens) è il mio autore classico preferito. Eppure Robin Hood non mi sono mai decisa a comprarlo, per un motivo un po' strano: da piccola avevo il romanzo di Robin Hood, letto e riletto decine e decine di volte, ma non era di Dumas. Qualcuno aveva deciso di... boh, mettere insieme la storia, non ne ho idea. Insomma mi fa così strano ora dare la paternità del romanzo a Dumas che ho deciso di non farlo, e la tua recensione, almeno per ora, mi convince a restare ferma in questa decisione :)

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    1. Da quello che so Robin Hood nasce come ciclo di canzoni, quindi non credo che abbia una paternità vera e propria :) di chi è l'altro romanzo? Non mi dispiacerebbe leggere un'altra versione ;)

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    2. Sai che non ne ho idea? ero davvero piccola (scuole elementari, il che vuol dire quasi 30 anni fa) e non ho memoria del nome, ma penso fosse "uno qualunque". Se ritrovo il libro a casa di mia mamma, vengo a dirtelo ;)

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  2. Sai, mi hai incuriosita... non mi è mai passato neanche per l'anticamera del cervello di leggere il libro di Robin Hoood!
    Credo proprio che lo leggerò!

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    1. Ti conviene di prenderlo in biblioteca, non è un libro che consiglierei :/

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