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venerdì 27 settembre 2013

Riccardo III


Riccardo III, di William Shakespeare.

Philippa Gregory mi ha lasciata con una gran voglia di informarmi sulla guerra delle due rose. Non avendo tempo e risorse per procurarmi libri ha riguardo ho barato nel più bieco dei modi: potere di wikipedia, vieni a me. Risultato: ne so leggermente più di prima e sono rimasta molto incuriosita dal fatto che Riccardo III sia passato alla storia come uno dei sovrani peggiori e universalmente odiati più per l'opera di Shakespeare che altro: pare che non fosse peggio degli altri, e la sua grande colpa non essere un santo. Ma chi lo era?
Quindi, dopo la scoperta che in casa abbiamo Riccardo II e successiva corsa in libreria perchè mi sono ricordata della sfida il 16 settembre, posso dire che ho un nuovo libro preferito di Shakespeare.
Niente da fare, mi sono proprio innamorata.

Riccardo, fratello di Edoardo IV, aspira alla corona. Uccide il duca di Clarence, suo fratello e ne sposa la vedova Anna. Morto Edoardo IV, diventa reggente in attesa che il figlio e successore del re, compia la maggiore età. Fa però subito rinchiudere il ragazzo con il fratello, duca di York, nella Torre di Londra. Ottiene così il trono e fa uccidere i figli di Edoardo IV. Ripudiata Anna, vuole sposare la nipote Elisabetta, ma il duca di Buckingham si ribella e si schiera col duca di Richmond che muove contro Riccardo. Il duca di Buckingham viene ucciso, ma il duca di Richmond vince in battaglia e Riccardo muore combattendo.

A quanto pare è impossibile trovare una trama che non sia il riassunto totale del libro, ma hey, in fin dei conti non è stato pubblicato ieri ed è pure storia. A parte Anna sposata a Giorgio: wtf? Lei era sposata con l'altro Edoardo, e sua sorella con Giorgio.
Sì, la storia offre dei rigirii da soap opera per quanto riguarda i matrimoni.

Ho capito che io e questo libro saremmo andati molto d'accordo nel momento in cui ho realizzato che il cattivo era al centro dell'attenzione: non ci sono degli eroi che lo combattono o che gli rubano la scena (tranne Enrico, e lui è il classico personaggio finale da tragedia di Shakespeare, quello che dopo la strage eredita un regno più una morale di vita).
Riccardo è il protagonista assoluto, come se facessero Il Re Leone completamente dal punto di vista di Scar. E a me, che ho imparato ad amare i cattivi, questo piace da morire.
In particolare perchè non solo Riccardo è il protagonista indiscusso (oltre che unico essere umano dotato di raziocinio dell'opera) ma perchè è indiscutibilmente cattivo. Non ha scuse. Non ha remore. Non si giustifica mai.
È stronzo, lo sa e gli piace. Il suo aspetto fisico non è una giustificazione: se anche ha deciso di far combaciare le sue azioni contorte con l'apparenza del suo corpo, l'impressione generale è che non sarebbe cambiato niente neanche se fosse stato il più figo dei fighi. Anzi, forse si sarebbe divertito ancora di più.
Secondo me possiamo fidarci
E l'altra cosa che mi piace di Riccardo è che si diverte un sacco ad complottare, a manipolare, a portare la morte senza macchiarsi le mani in prima persona (non che sia contrario a faro, eh, se è proprio necessario)... forse la cosa che gli dispiace di più è che gli avversari non siano alla sua altezza: nonostante compia le peggiori nefandezze, è sempre in grado di giocarsela con le parole. Tutti gli credono, al punto che lui stesso è sorpreso: ci sono momenti in cui sembra credere non tanto sé stesso molto intelligente, ma gli altri completamente imbecilli. Soprattutto nel caso di Anna: le ha ammazzato il marito, le dice in faccia che l'ha ammazzato, poi con due paroline dolci la conquista.
Anna, WTF?
Mi dispiace, William, ma per quello che mi riguarda non è un personaggio verso cui provare pena: è un'idiota.
Forse è una scena che cambia quando viene interpretata... a leggerla, mi è sembrata veramente surreale: senza un supporto uditivo e visivo di come Riccardo possa passare dal "Sì, ti ho resa vedova" al "Ma l'ho fatto perchè ti amo" senza sembrare ridicolo, il mio cervello si è rifiutato di accettare la scena come credibile.
Riccardo, ad ogni modo, ha un'evoluzione interessante: mosso dall'ambizione sfrenata, la sua crudeltà è in crescendo per tutto il libro. E considerate che il libro comincia con lui che promette al fratello di aiutarlo ad uscire di galera e tre secondi netti dopo arruola due sicari per farlo fuori. L'apice della sua furia è, ovviamente, la morte dei due principi nella torre, due bambini odiosi a livelli inimmaginabili perchè poche cose sono insopportabili come i ragazzini scritti per essere perfettissimi e sveglissimi e adorabilissimi. Personalmente quando me li trovo tra i piedi nei media spero sempre che muoiano, e qui succede. Poi ti senti una merda perchè erano due bambini veri che sono stati ammazzati per davvero.
Da lì, comunque, è ovvio che Riccardo inizierà la sua caduta: la razionalità che lascia il posto all'istinto, gli alleati che fuggono (rendendosi conto di cosa hanno fatto esattamente mettendolo sul trono). Non cambia la sua violenza, cambia il modo in cui viene applicata: non più calcolata, fredda, ambiziosa. È istintiva, rabbiosa, vendicativa. Eppure... eppure vedere che Riccardo non cede all'ultima umiliazione del cattivo, ossia la codardia pura, scalda il cuore: perchè alla fine Riccardo non prova mai a salvarsi, prova sempre a vincere. In nessun momento rinnega la condotta per cui ha ucciso parenti, bambini, innocenti e portato dolore a chiunque potesse essergli caro. E questo in un cattivo io lo rispetto.

Ho trovato particolarmente interessanti le figure femminili del libro: a parte la figuraccia immane di Anna, ho trovato molto interessante che le uniche a rendersi conto della natura di Riccardo fossero le donne. Gli uomini, i razionali uomini, gli intelligenti uomini, che ascoltano le parole e ne sono vittime. E le donne, irrazionali, relegate in un angolo, capaci di vedere la trappola sotto il miele, di non fidarsi anche se le prove non ci sono.
Elisabetta, che per colpa sua ha perso tutto, che si piega a lui non per stupidità (come Riccardo ottusamente crede) ma per salvare la vita di sua figlia. La madre di Riccardo, incapace di provare per il figlio un qualsivoglia amore perchè consapevole del dolore da lui causato.
Margherita
E Margherita, la vecchia regina, quella uscita sconfitta dalla lotta tra York e Lancaster, che gioisce della distruzione dei suoi nemici, nel vederli perdere tutto, come tutto ha perso lei.
Neanche la morte di due bambini riesce a farle vedere l'inutilità di tutto questo sangue: la morte di Re Edoardo per la morte di suo marito, la morte del figlio maggiore di Elisabetta per la morte del suo. E il secondogenito... be', lui è gli interessi.
Logico, no?

Insomma, io l'ho adorato. Non sono mai parziale con i cattivi protagonisti.
Quando fatti bene.







Libro di ottobre per la sfida di lettura: Nord e Sud di Elizabeth Gaskell

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