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venerdì 23 maggio 2014

A Game of Thrones


A Game of Thrones, di George R.R. Martin.

Grazie a mia sorella, che ha deciso di iniziare a guardare la serie televisiva, mi è venuta voglia di lanciarmi in una rilettura di A Song of Ice and Fire; anche perchè è divertente vedere quanti avvenimenti, col senno di poi, siano preparati o accennati nei volumi precedenti.
La maratona martiniana la sottoscritta la fa in lingua originale, e qui ho spiegato il motivo.
Ci credete che per una volta sono riuscita ad essere spoiler-free?

In una terra fuori dal mondo, dove le estati e gli inverni possono durare intere generazioni, sta per esplodere un immane conflitto. Sul Trono di Spade, nel Sud caldo e opulento, siede Robert Baratheon. L'ha conquistato dopo una guerra sanguinosa, togliendolo all'ultimo, folle re della dinastia Targaryen, i signori dei draghi. Ma il suo potere è ora minacciato: all'estremo Nord, la Barriera - una muraglia eretta per difendere il regno da animali primordiali e, soprattutto, dagli Estranei - sembra vacillare. Si dice che gli Estranei siano scomparsi da secoli. Ma se è vero, chi sono allora quegli esseri con gli occhi così innaturalmente azzurri e gelidi, nascosti tra le ombre delle foreste, che rubano la vita, o il senno, a chi ha la mala sorte di incontrarli? La fine della lunga estate è vicina, l'inverno sta arrivando e non durerà poco: solo un nuovo prodigio potrà squarciare le tenebre.

È impossibile trovare una quarta di copertina che renda giustizia alla complessità della trama intessuta da George R.R. Martin: a leggere qui sembra che il fulcro siano queste creature che arrivano da Nord.
Poi si legge il libro, e c'è dentro una storia così complicata che sarebbe possibile farci più o meno quattro serie separate; almeno due prequel che parlano di roba grossa e un numero imprecisato di approfondimenti sulla mitologia (che, grazie alla HBO, non siamo più sicuri sia solo mitologia). Così, tanto per dire.

A Game of Thrones, primo volume de A Song of Ice and Fire (sì, sono pretenziosa ma il titolo originale mi piace molto di più di quello italiano), da noi è stato relativamente di nicchia per anni ma con l'esplosione della serie tv ha iniziato a ripopolare le librerie con nuove vesti grafiche, facendomi battere la testa contro il muro perchè ho nove libri con spettacolari copertine come quella col templare dei poveri col parafulmine in testa. O quella con il forse spartano che vola. O quella che non ho ancora capito che accidenti è quell'affare e perchè ha una falce.
Poi penso che ancora non hanno corretto le traduzioni e mi tranquillizzo, che non li comprerei neanche con le copertine più fighe del mondo, e che nella versione dizionario italiano-greco rilegata in pelle di studenti hanno fatto il sigillo Stark dorato e quello Lannister argentato. E li hanno intitolati tutti Il Trono di Spade.
La Mondadori

Ad ogni modo ricordo ancora quando lo comprai: avevo letto giusto Brooks ed Eddings, di fantasy. Trovarmi di fronte a Martin fu un'esperienza rivelatoria: il primo che mi fece vedere che fantasy non sono solo elfi e unicorni (pun intended), ma che si può mostrare un'ambientazione simil medioevale con brutale realismo. Che si può raccontare una storia con brutale realismo.

La narrazione delle Cronache è particolare: a punti di vista, con personaggi piazzati in punti strategici per permetterci di vedere quello che succede nel mondo. Martin ti prende alla sprovvista, perchè sei abituato a fidarti del narratore, mentre qui il narratore non è affidabile: è parziale, vede quello che lo circonda attraverso quello che è e quello che ha vissuto.
Ned Stark
Il punto di vista di Eddard Stark è diverso da quello di Catelyn, sua moglie, perchè pur avendo una base comune hanno tante differenza: lui è un uomo, lei una donna, lui ha combattuto la guerra, lei ha aspettato incinta di sapere se sarebbe stata vedova o moglie. E la loro visione è diversa da quella di Tyrion Lannister, figlio cadetto di una famiglia con valori opposti e nano, in un mondo che non ha pietà dei diversi. E tutti loro differiscono dal punto di vista dei bambini, che non capiscono e sono inguenui e fanno errori stupidi.
In effetti credo che questo sia il punto di forza di Martin: non tanto la storia, ma i personaggi che si muovono al suo interno, perchè è bravissimo nel tratteggiarli, nell'approfondirli, nel rendere credibile le loro azioni e soprattutto nel farli evolvere. Ti affezioni ad Eddard, un uomo giusto in un mondo corrotto. Ti affezioni a Tyrion, il fuori casta che compensa in intelletto quanto gli manca in fisico. Parteggi per Daenerys, sposa bambina di un barbaro.

Per me è anche interessante vedere come i personaggi si muovono: essendo l'ambientazione simil-medioevale i ruoli sono rigidissimi. Il primogenito eredita. I figli sono tanti perchè muoiono in tanti. Le figlie servono a sancire alleanze (Sansa, che ha undici anni, è già sul mercato matrimoniale) e a sfornare più ragazzini possibili. Tu hai queste persone che cercano di ritagliarsi un posto, di fare quello che devono con la loro personalità, in un mondo di doveri. Un mondo di apparenze. Un mondo di onore.
Jaime Lannister, uno dei personaggi più negativi che questo volume ci offre, è disprezzato non per quello che sappiamo noi ma per aver infranto un giuramento: ha ucciso il Re Folle pur essendo una guardia reale. Non importa a nessuno che Jaime avesse sedici anni, o che Aerys dovesse morire. Importa solo che l'ha fatto e quindi è uno spergiuro.
Sul serio?!

In un mondo così è facile parteggiare per quelli che sfuggono agli schemi, che non ce la fanno ad accettare il loro ruolo o che non ce l'hanno punto: Arya, che rifiuta totalmente il suo futuro di moglie e madre. Jon, che non può aspirare a nulla perchè illegittimo. Tyrion, che viene considerato un fenomeno da baraccone perchè è un nano. Daenerys, principessa in esilio immersa in una cultura che non è la sua.
Viene così facile immedesimarsi in loro, li riconosciamo così simili e familiari... che quasi sfuggono gli altri personaggi, quelli che più raramente si vedono nelle storie: Catelyn, pienamente soddisfatta della sua vita e del suo posto. Sansa, sciocca, ingenua bambina che aspetta con trepidazione il momento in cui sarà moglie e mamma. Tutte quelle persone che fanno del loro meglio con ciò che hanno, senza lanciarsi in grandi rivoluzioni.
Un po' ti dispiace per loro, per questi personaggi complessi costretti in un mondo di rigide regole, un mondo che è come l'oceano: apparentemente calmo e prevedibile, e sotto la superficie di tutto.
Soprattutto squali.
Investimento emotivo

Diciamoci la verità, la componente fantasy è messa in quarto piano rispetto alla componente politica: gli Estranei ci sono, ma sono gli intrighi di corte ad assorbirti... cercare di capire perchè Jon Arryn è morto, cosa aveva scoperto, quanto sono pericolosi i Lannister, di chi ci si può fidare in un luogo dove tutti hanno un prezzo. Ti strappi i capelli per non poter dire ai personaggi cosa sta succedendo (perchè, coi pov, tu sai la storia e loro no), soffri tantissimo per i loro errori e vorresti picchiarli quando prendono decisioni idiote, di quelle che in nessun universo avrebbero avuto conseguenze positive e non capisci a_ perchè l'hanno fatto in primo luogo e b_ perchè devi soffrire come un cane per decisioni cretine di personaggi inventati.

Westeros è uno di quei mondi dove quando le cose iniziano ad andare bene tempo tre capitoli e va tutto male. E quando le cose vanno male... sì, stanno andando proprio male e probabilmente andranno anche peggio.

A Martin, complessa combinazione di Babbo Natale e Satana, riconosco alcuni meriti in particolare: la caratterizzazione, il coraggio di usare interi capitoli non tanto per far procedere la trama ma per mostrare le sue conseguenze sulla 'gente normale' e sul mondo, e soprattutto di mettere un inizio e una fine e un cliffhanger. 
Succederà spesso, leggendo
Questo non è uno di quei volumi dove non succede nulla perchè c'è da fare una trilogia e allora parliamo di fuffa per qualche centinaio di pagine. Qui succede di tutto, e alla fine sei esaltato non perchè finalmente puoi arrivare al libro dove c'è qualche avvenimenti, ma perchè sei consapevole che tutto quello che hai letto - che è stato un terremoto capace di infrangere ogni tua certezza - è il preludio a roba ancora più grande.
A Game of Thrones è un libro dove le cose succedono ma arrivato alla fine ti renti conto che si tratta di una partita a scacchi, e questo è 'solo' il momento in cui si posizionano le pedine e si presentano i giocatori principali... che non sempre coincidono coi personaggi pov (Varys). Ciò crea spettative sulla partita vera e propria perchè (e non credo di fare uno spoiler a dirlo) perfino uno dei misteri più grandi di questo volume - la morte di Jon Arryn - non è che il punto di inizio, un evento che mette in moto ingranaggi così grandi che anche se dovesse essere svelato non basterebbe a rimettere le cose a posto. Come dicevo, è un mondo di onore e se per risolvere qualcosa fai uno sgarbo a un potente c'è la più che realistica possibilità di dare il via ad una faida familiare, dove la verità passa in secondo piano.

Se devo trovare un difetto al libro, direi che a soffrire un po' sono le due trame che si svolgono ai confini del modno: Jon e Daenerys.
Uno alla Barriera e una in un altro continente, le loro avventure sono così slegate da tutto che sembra di leggere un altro libro, e quando vengono citati avvenimenti del continente centrale hai l'impressione di trovarti di fronte ai rimandi di uno spin-off. Cosa comprensibile vista la dimensione dell'ambientazione. Che quando la guardi con attenzione scopri cose nuove (tipo sono stata convinta per anni che Asshai fosse vicino Valyria, che diavolo avevo in testa?!).
Purtroppo, essendo Jon e Daenerys così lontani da tutto, a volte quando arrivi ai loro capitoli sbuffi un po' perchè vieni letteralmente catapultato in un posto remotissimo dove, a volte, non succede granchè: come dicevo Martin non si fa troppi problemi e usare qualche pagina per darti il senso di completezza dell'ambientazione, ma essendo loro i nostri unici occhi quando arrivi al pov di spiegone, solo quello hai perchè non c'è letteralmente nessun altro a raccontarti qualcosa.
Non che siano due brutte sottotrame, o due brutti personaggi, è solo che hai l'impressione che la trama stia interrompendo la trama. 
È un una sensazione un po' strana.

La smetto qui, che sennò finisco per fare una super recensione di tutti i volumi con delirio a caso dentro, e cose varie.
In sostanza, leggetela: un milione di personaggi, colpi di scena, drammi, intrighi politici e ambientazione vastissima. Ne vale la pena.

E già che ci siete, guardate il telefilm. Per come la vedo ha cambiato la percezione del fantasy in televisione.

ps: mi raccomando, niente spoiler nei commenti. Sì, so quanto sia ridicolo che sia io a dirlo, che spoilero come se non ci fosse un domani 9 recensioni su 10.

In ogni caso, R+L=J

17 commenti:

  1. Oddio Martin combinazione tra Babbo Natale e Satana :°D

    In ogni caso Martin è Dio. Punto. u_u

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    1. Per me Dio è Pratchett, ma Martin rientra a pieno diritto nel gruppo di divnità che stanno sotto di lui :P

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  2. Non solo R+L=J, ora il trend è 'Il drago ha tre teste' e c'è il 'toto teste'. Per così dire. Sto cercando di tenermi spoiler-free xD
    Io ASOIAF lo seguo con disperato amore dalle superiori. Ho letto in lingua solo l'ultimo libro, perché non avevo nessunissima intenzione di leggerlo spezzettato dalla Mondadori.
    Adoro i personaggi e adoro la crudeltà di Martin nei loro confronti. Cioè, ci sto malissimo, però questa è davvero una delle pochissime serie in cui davvero non sai chi sopravviverà, chi finirà in miseria etc. E poi il modo in cui i personaggi cambiano, e arrivi a voler bene anche a quello cui avresti voluto tagliare la testa per due-tre libri ç_ç
    E' inarrivabile. E chi lo insulta a prescindere in quanto fantasy è stolto.

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    1. Il toto teste l'ho visto anche io, con alcune teorie messe - a mio avviso - al solo scopo di non lasciare fuori nessuno (tipo i Greyjoy... a 'sto punto io dico Hodor).
      Concordo con l'amore per la cattiveria di Martin, e non posso che ammirare il suo sadismo quando ti porta a desiderare la morte di un personaggio che ti piace così almeno smette di soffrire (e chi ha letto A Dance with Dragons sa a chi mi riferisco).
      Quando al character development... i miei preferiti adesso sono Jaime e Sansa. Chi l'avrebbe mai detto °^°

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    2. I Greyjoy? O_o Io vado più sul classico, J e T. Ma probabilmente lo zio Martin ci ha sviati con T e sarà un altro.
      Jaime e Sansa sono tra i personaggi più fantasticamente rivalutati nella storia della letteratura, altroché. Guardando la serie con mia madre continuavo a ripeterle che prima o poi avrebbe voluto bene pure e Jaime, che all'epoca odiava. Ora lo adora. Mi spiace un sacco che nella serie si sia perso Reek, la sua trasformazione è più estrema e dolorosa di quella di Jaime e avrebbe meritato molto più spazio. Al momento mi importa più per lui e per Brienne che per qualsiasi altro personaggo, Ty a parte ò_ò

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    3. Se hai letto l'ultimo libro, imho c'è la possibilità che il numero tre sia A. Premettendo che sia vera la R+L=J.
      Poi bisogna vedere se il Principe Promesso è o non è Azor Ahai rinato e come le tre teste si incastrano in tutto ciò. Alla fine gli Estranei avranno un Esercito di prescelti da affrontare XD
      Reek... io ho apprezzato che nei libri non si sia vista la trasformazione, è stato davvero un pugno nello stomaco enorme. Mi sento protettiva nei suoi confronti ma credo che il suo lieto fine possa essere solo una bella morte ç_ç

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  3. Credo di essere d'accordo con te in ogni cosa che hai detto! xD
    Martin forevah!

    p.s. la tua frase conclusiva... Nym approves.

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    1. Continuerò a crederci anche se Martin la smentirà!
      A meno che non sia coinvolta Ashara Dayne, ma allora esigerò il prologo per capire COME *-*

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  4. Sto leggendo "La regina dei draghi" in questi giorni, e, neanche a dirlo, sono intrigatissima, come sempre! *____* L'unica cosa che mi dispiace è, come giustamente dicevi anche tu, di non aver acquistato la serie direttamente in edizione originale... ç____ç
    Anyway, concordo al cento per cento sul 99,9 per cento di quello che hai scritto: con la differenza che sì, qualche volta i capitoli si Jon mi sembrano vagamente fuori contesto rispetto al resto, per quanto interessanti sotto ogni punto di vista (cosa che alle volte mi spinge a mia volta a sbuffare un po'! :P), mentre aspetto sempre quelli di Dany con la trepidazione di una bambinetta davanti al bancone del negoziante di caramelle! :P

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    1. A me Dany sta iniziando a fare antipatia, ma io sono Team Stannis sul Trono di Spade XD

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  5. Ammetto che a me Martin proprio non piace e non so cosa farci: sì è bravo, sì è geniale, sì è uno scrittore come si deve, sì i suoi libri hanno tutto ma a me non piace (è che mi sta proprio antipatico, è più forte di me!). Ma comunque ogni tanto i suoi libri li leggo perché ce li ho in casa (grazie a mio fratello e a mia madre (e quando ho scoperto che Martin piaceva a mia madre ci sono rimasta malissimo!)) e prima o poi arriverò in fondo... forse!
    Però la tua recensione mi è piaciuta davvero molto (è che sei davvero fantastica *_*) e mi hai quasi fatto venir voglia di andare a recuperare un altro volume della serie (o guardarmi una puntata del telefilm...), il che è una cosa davvero notevole! ^_^

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    1. Eretica XD
      In fin dei conti mica deve piacere a tutti per forza, e sono in molti a non apprezzare le Cronache, o a non ritenerle così meravigliose ;)
      Alle brutte puoi sempre leggerti i riassunti su wikipedia per sapere di cosa stanno parlando gli altri (per divergent ho fatto così XD).
      Ma grazie dei complimenti ^///^

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  6. COncordo su quasi tutto quello che dici, specie la cosa dei punti di vista, e proprio per questo ora che sto leggendo il quarto libro (suddivisione originale) un po' ci sto rimanendo male perché, tra le altre cose, ci sono molti più POV, e si alternano in maniera alquanto poco equa, e questo mi dà un po' l'impressione che questa che era una bellissima particolarità della saga stia perdendo di importanza.

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    1. Credo che per i pov si debba tener conto che gli ultimi due libri sono concepiti per essere complementari, quindi sono sbilanciati per forza di cose. La mia impressione è che a Martin la storia sia sfuggita di mano, e con questo libro stia cercando di riprendere il controllo... nei capitoli di Daenerys si sente che si era impantanato.
      Per fortuna ha un livello così alto che scendere un po' significa restare comunque nelle vicinanze dell'eccellenza.

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  7. Come non concordare con ogni parola che hai scritto?
    Martin è decisamente un incrocio tra Satana e Babbo Natale perché nei suoi romanzi mette davvero tutto il possibile e da tantissimo al lettore...e poi arriva il pugno nello stomaco.
    Leggendo il primo romanzo mi sono affezionata moltissimo a Eddard, Tyrion e Arya, ho parteggiato per Daenerys e ho odiato Sansa. Ma come dici bene tu, il punto forte di questi romanzi è non solo il modo di tratteggiare i personaggi che ha Martin, ma anche il modo in cui fa evolvere la loro personalità in rapporto agli eventi che li riguardano.

    Le nuove edizioni da collezione saranno anche fighe, ma nemmeno io perdonerò mai il leone argentato e il lupo dorato. Come on, Mondadori, are you seriuos?

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    1. Martin da, Martin toglie. Nel modo più doloroso possibile.
      Sansa l'ho odiata solo alla prima lettura, rileggendo ho notato che è una bambina che si comporta da bambina, e che Arya è viziata ed ingenua quanto lei... solo che ci hanno insegnato ad amare più i maschiacci delle principessine :P
      Poverine, se penso al modo perverso in cui Martin ha deciso di dargli esattamente quello che volevano (vita di corte per Sansa ed avventure per Arya)... povere, povere bambine.

      E quella è solo la veste grafica, se ripenso al "Noi non sappiamo tessere" dei Greyjoy non so se ridere o piangere...

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  8. ODDIO: Dopo questa recensione ti adoro. Venero. Mi prostro. Bellissima. Bellissima *.*

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