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giovedì 29 maggio 2014

Guenevere, Queen of the Summer Country



Guenevere: Queen of the Summer Country, di Rosalind Miles.

Aspettative, che brutta bestia che sono.
Spoiler, se di spoiler si può parlare per una storia così antica e raccontata così tante volte.

Last in a line of proud queens elected to rule the fertile lands of the West, true owner of the legendary Round Table, guardian of the Great Goddess herself... a woman whose story has never been told - until now.
Raised in the tranquil beauty of the Summer Country, Princess Guenevere has led a charmed and contented life - until the sudden, violent death of her mother, Queen Maire, leaves the Summer Country teetering on the brink of anarchy. Only the miraculous arrival of Arthur, heir to the Pendragon dynasty, allows Guenevere to claim her mother's throne. Smitten by the bold, sensuous princess, Arthur offers to marry her and unite their territories, allowing her to continue to reign in her own right. Their love match creates the largest and most powerful kingdom in the Isles. Yet even the glories of Camelot are not safe from the shadows of evil and revenge. Arthur is reunited with his long-lost half-sisters, Morgause and Morgan, princesses torn from their mother and their ancestral right by Arthur's father, the brutal and unscrupulous King Uther. Both daughters will avenge their suffering, but it is Morgan who strikes the deadliest blows, using her enchantments to destroy all Guenevere holds dear and to force Arthur to betray his Queen.
In the chaos that follows, Arthur dispatches a new knight to Guenevere, the young French prince Lancelot, never knowing that Lancelot's passion for the Queen, and hers for him, may be the love that spells ruin for Camelot.


Beh, ecco una quarta di copertina che non vi da una vaga idea di quale sia la trama del libro ma che la riassume.

Premessa su di me e questo libro: amo i retelling arturiani, al punto che mi sono guardata tutto Merlin et Camelot, e sono disposta a passare sopra a molto, se si tratta di un retelling arturiano. Il problema di tale passione è che la maggior parte in Italia: 1_ non arriva; 2_ è fuori catalogo (peccato perchè i libri di Mary Stewart li consiglio a chiunque). A volte poi sono fuori catalogo pure in inglese, e le mie capacità di ricerca di un libro usato in inglese iniziano e finiscono con e-bay.
La trilogia della Miles l'ho scoperta qualche anno fa ma non era facile da reperire: su amazon assolutamente no, su e-bay averli tutti e tre, tra spese di spedizioni e varie, costava uno sproposito. Ci rimasi male perchè avevo letto bei pareri, quindi immaginate la mia gioia quando ho visto che sono sul kindle store ad un prezzo più che abbordabile!
Io in quel momento
Questo per far capire che, quando ho iniziato questo libro, avevo delle aspettative un filo alte, e quindi non so esattamente quanto della mia opinione sia dovuto al libro e quanto alla delusione.

La protagonista assoluta di questo libro è, ovviamente, Ginevra. Non è mai stata il mio personaggio preferito ma ho superato i miei pregiudizi grazie a Persia Woolley che l'ha resa fantastica.
Noi leggiamo la vita di Guenevere, prima e dopo il matrimonio con Artù, e cosa comporta essere parte di un destino crudele che non si può cambiare, fino diventarne infine una parte attiva e contemporaneamente non attiva (perchè Ginevra, al pari di Mordred, è destinata ad essere sì la fine di Artù ma a prescindere dai suoi desideri).
Il solito, quella storia che è bella di default e quindi il divertimento è vedere come viene raccontata.

Andiamo con ordine: il libro ha i punti di vista, cosa bella in generale, ma confusa nel caso particolare perchè le voci sono tutte abbastanza simili (devi aspettare un riferimento qualsiasi per capire chi parla) e perchè sono cambi improvvisi: vai a capo e potrebbe essere cambiato il punto di vista. Non sono riuscita ad abituarmi e li ho trovati bruschi ed imprevedibili per tutta la lettura.
Per quanto lo stile sia nella media, il fatto che i personaggi siano molto simili tra loro non mi è piaciuto, e la caratterizzazione è ridotta all'osso. Ora, capisco che nel mito ci sono un miliardo di cavalieri e dame, ma onestamente credo che in 544 pagine ci fosse lo spazio per caratterizzarne più di cinque e mezzo. Che poi quando si impegna la Miles non fa mica schifo, che quei quattro li vedi generalmente attraverso gli occhi altrui e rendono: soprattutto Morgan/Morgana, che fino alla fine ti chiedi se è un'antagonista o meno e quando svela le sue carte non riesci ad odiarla del tutto perchè lo sai, il motivo delle sue azioni. Sai che ha ragione a volere vendetta e si intravede la complessità dei suoi sentimenti per il fratello.
In effetti Morgan è il più grande esempio di possibilità sprecate: se tutti i personaggi fossero stati intensi come lei il libro sarebbe stato fantastico.

Ma la Miles, pur avendo compreso che l'antagonista non può essere una barzelletta - pena la credibilità dell'eroe in quanto tale - sembra uno di quegli autori terrorizzati all'idea che i comprimari possano rubare la scena all'eroe/eroina prescelti. Ecco quindi che accanto ad una Guenevere protagonista assoluta e ad una Morgan semplicemente implacabile abbiamo un branco di idioti. Non so, forse il piano era di renderli personaggi controversi ma allora è fallito miseramente.
Io ci ho provato
Posso accettare un Merlin manipolatore ed ambiguo, pronto a calpestare tutto e tutti per il suo scopo (vedi la campagna contro "Guenevere sul Trono di Spade"). Un po' meno posso accettare un Merlin costantemente arrapato, stalker e borderline-stupratore. Cioè, posso anche farlo, ma me lo devi un minimo spiegare.
E poi non ho capito... Guenevere assolutamente no perchè porta guai, ma Morgana e Morgause passiamoci serate insieme senza manco un mezzo presagio?
Se Merlin mi perplime assai, Arthur è un no, assolutamente no, oddio perchè.
Partiamo dal presupposto base del mito arturiano: si chiama arturiano per un motivo. Puoi puntare i riflettori su chi ti pare, ma il protagonista è Arthur. Il centro di tutto è lui. Il re del passato e del futuro è lui.
Arthur è destinato a riunire la Bretagna in un'unica nazione, tanti piccoli re che decidono di obbedirgli perchè lui è IL Re. Deve essere un leader. Deve trasudare carisma. Non deve essere il guerriero migliore del mondo (ciao, Lancelot e progenie), ma deve essere quello che tutti i migliori guerrieri del mondo seguono.
Altrimenti la storia non sta in piedi perchè per quale motivo in un mondo dove combattere era la norma qualcuno dovrebbe lottare per mettere sul trono un ragazzino venuto dal nulla? (vedi il casting sbagliatissimo di Camelot: ditemi che nel V secolo non avreste seguito in battaglia più volentieri lui)

L'Arthur di Rosalind Miles è un deficiente che non dovrebbe partecipare nemmeno ad una riunione condominiale, figuriamoci comandare una nazione. È un'ideciso cronico perennemente sul punto di piangere (giuro), completamente perso se non ha qualcuno a suggerirgli all'orecchio cosa dire e cosa fare. Quando perde Merlin va nel panico totale e si attacca a Guenevere come un bambino alle sottane della mamma. Quando Guenevere se ne va, a momenti non sa come regnare e diventa la marionetta di Morgan.
Sul serio, perchè i cavalieri non l'hanno fatto fuori per mettere chiunque altro sul trono? Tipo una carota? Metà dei casini del regno succedono perchè Arthur ha una crisi isterica e si chiude in camera, generalmente quando anche Guenevere ha una crisi isterica e si chiude in camera e quindi perdono il 100% dei regnanti in carica.
Guenevere è così perfetta, ed Arthur così inutile, che il modo immediato per prevedere l'esito di un'idea è vedere se lei è d'accordo o meno: in caso di contrasto è sempre lei quella che aveva capito tutto e ci sarà l'obbligatoria scena di Arthur piangente che implora perdono.
Mi rifiuto di commentare la scena dei bambini di maggio*, che se non sai come scriverla non scriverla punto.

L'unica cosa vagamente interessante di Arthur è il profondo desiderio di ricostruire la propria famiglia, riunendosi a madre e sorellastre, e tentando disperatamente di integrarle con la sua nuova corte, così come il rapporto con Merlin pesantemente influenzato dalla mancanza di una figura paterna.
Ma in definitiva questo Arthur è una delusione costante, costruito in funzione della sua caduta.
Più alcune decisioni narrativamente poco comprensibili, tipo il concepimento di Mordred dopo aver conosciuto le sorelle (generalmente Arthur se ne porta a letto una prima di sapere chi lei sia con conseguente dramma e, in una versione, trauma psicologico eterno). Ok, non vuoi fare l'Arthur innocente. Ma diventa dura da vendere al lettore.
In effetti, ripensandoci, che Arthur sia così imbecille spiega come abbia fatto a pensare che fosse una buona idea, magia o non magia.

La magia è presente, e l'ho apprezzata. In particolare la divisione tra magia 'bianca' e 'nera' (termini mai usati, ma utili per far capire di cosa parlo): per i buoni si tratta di un potere naturale, non cercato. Visioni e possibilità da usare come semi per far germogliare qualcosa di buono, per cambiare o capire.
Un potere bianco, sereno, puro. Che ti fa sentire così inutile, così impotente di fronte alla violenta manipolazione della natura di chi, invece, ha scelto una via più oscura: la rabbia, la vendetta, usati per cambiare forma, per istigare gli elementi, per ferire e distruggere. Un potere odioso nato dalla sofferenza di bambine tolte alla famiglia e affidate al convento, prigioniere senza scelta, divenute donne in cui vive il desiderio di vendicarsi per la libertà rubata, per la vita perduta.
Morgan vuole bene ad Arthur, nel suo contorto modo, ma Arthur è il motivo per cui suo padre è stato ucciso, lei strappata alla madre, la sorella data in moglie ad un bruto, onore e terre usurpate. Insulti, offese, impossibili da dimenticare anche se il fratello è innocente.
Ma in un certo senso colpevole, scegliendo di adempiere al destino che è alla radice della sofferenza di Morgause e Morgan.

Se il contrasto tra le due magie è interessante nella sua semplicità, così non si può dire per il contrasto tra le religioni: il Cristianesimo è il male.
Sono la prima a disprezzare la distruzione dei vecchi miti ad opera cristiana, ma narrativamente non c'è molta tensione: mitologia vs. religione; femminismo vs. società patriarcale. L'ha già fatto Marion Zimmer Bradley, e l'ha fatto meglio.

Insomma, è un retelling per me abbastanza mediocre. Sicuramente hanno influito le mie aspettative, e il fatto che non mi piace veder sminuiti i personaggi allo scopo di farne brillare uno. Non solo la Woolley ha dimostrato che è evitabile, ma anche in Queen of Camelot (dove i buoni e i cattivi si distinguono in base all'amore per Ginevra) ci sono caratterizzazioni notevoli ed un Artù fantastico, senza che la regina ne risenta.

Lo consiglio? Non lo so. Io la trilogia intanto la finisco, nella speranza che le interazioni Guenevere-Lancelot siano meno così. La storia è bella, qualche svolta diversa c'è, e Morgan è un gran bel personaggio. Ma gli elementi mi sembrano molto sbilanciati... speriamo migliori.

L'angolo dell'idiozia: i nostri eroi scoprono che Morgan è una strega, i cui poteri comprendono: ipnotismo, visioni, controllo parziale degli elementi, cambio di forma, influenzare persone a chilometri di distanza, telecinesi riferita. Il piano per neutralizzarla? Farla sposare a un vecchio re lontano dalla corte.


* in vecchie versioni Merlino predisse ad Artù che sarebbe stato ucciso da un bambino nato quel maggio. Poichè il neonato era stato nascosto, Artù ordinò che tutti i nati in maggio fossero presi, messi su una barca e la barca mandata in mare. Una tempesta la fece affondare e si salvò solo uno dei piccoli: Mordred. Si tratta di una carta molto difficile da giocare perchè non è scontato che i lettori parteggino ancora per uno che ammazza 39 neonati, o che lo considerino ancora il Grande Buono della storia. Se non sei in grado, lascia perdere.

6 commenti:

  1. La recensione è splendida e leggerla è stato un piacere! *___*
    Però anche se il teaser che avevi messo mi ispirava parecchio mi sa che per ora passo... me lo segno e lo tengo buono, che non si sa mai :) ma non mi precipito a cercarlo :)

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    1. Grazie :)
      Ti dirò, per una buona parte si difende bene... ma quando entrano in scena i personaggi che dovrebbero avere un ruolo e che non sono Guenevere ha iniziato ad andare in discesa. Spero si riprenda un po' nei seguiti, sennò inizio a tifare Morgan perchè almeno ha due neuroni funzionanti :/

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  2. Bella recensione davvero :) Mi spiace, tuttavia, che la spinta per scriverla l'abbia data un libro che non ti è piaciuto.
    Concordo soprattutto con quello che hai scritto su Arthur: è fondamentale che sia "the once and future king", anche se non è il personaggio su cui la narrazione si concentra.
    (E pur non avendo mai visto "Camelot", so già che preferirei seguire James Purefoy al biondino xD)

    Il mito arturiano piace molto anche a me, quindi mi sono segnata gli altri titoli (meritevoli) di cui hai parlato del post!

    P.S. sfrutto l'occasione per complimentarmi per la scelta delle GIF, sono sempre meravigliose :D

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    1. Grazie :) purtroppo avevo aspettative davvero alte per questo titolo, quindi la delusione è stata ancora più grande ç_ç
      Sbagliare Artù nel mito arturiano è imperdonabile, e - questo libro a parte - è stato imho uno dei motivi della prematura fine di "Camelot": non solo l'attore non ha la giusta presenza (sembra davvero che persino io potrei prenderlo a sberle), ma l'hanno pure caratterizzato come un bambino viziato ed inesperto.
      Se ci aggiungi che Morgana la faceva Eva Green... tifare Artù era impossibile.

      Grazie, le gif sono una gentile concessione di tumblr ;)

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    2. Aah, è odioso quando succede ><

      Eva Green?!? Ok, Artù era spacciato.

      :D

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    3. Fodamentalmente hanno messo la maggior parte degli attori con carisma contro Artù, e a quelli dalla sua parte limitavano lo screentime.
      Forse perchè Artù non ne aveva.

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