Quando una donna senza controllo incontra il tutto a metà prezzo della libreria, succedono cose assolutamente prevedibili.
Disclaimer: rubrica creata da Kristi di The Story Siren.
Quest'anno sono una brava bambina: il primo pilot che ho guardato delle nuove serie è uno di quelli che avevo messo in conto di vedere, ossia This is us.
Quando guardai il trailer mi aspettavo qualcosa di fantascientifico: se si comincia con una didascalia che spiega come condividere il compleanno non significhi niente, e la serie è su un gruppo di persone che condivide il compleanno, il salto logico che fa la mia mente è "alieni-esp-destino del mondo".
Non è così.
L'episodio comincia descrivendoci il 36esimo compleanno di alcuni individui.
Ci sono Jack e Rebecca, lui che compie gli anni e lei incintissima di tre gemelli.
C'è Kate, donna obesa alla ricerca della motivazione giusta per cambiare la sua vita.
C'è Kevin, attore di una sit-com di bassa lega che vorrebbe fare di meglio.
C'è Randall, adottato alla nascita che ha appena trovato il padre biologico.
Persone che apparentemente non hanno nulla in comune (tranne Kate e Kevin che sono fratelli), ma che si trovano a vivere piccole gioie e grandi drammi.
L'episodio è strutturato bene: segue i personaggi, le loro storyline slegate, e riesce a farlo senza che la frammentarietà sia un problema e riesce a presentare i vari eventi in un modo che fa ridere ma che commuove anche. L'incontro tra Kate e Toby è delizioso ed adorabilissimo, il modo in cui lei e Kevin si sostengono l'un l'altro è di una tenerezza infinita.
Ad essere più "fuori" dal giro è Randall, ma ho trovato la sua famiglia carinissima (la bimba che fa le trecce durante la partita di calcio!) e molto credibile la sua reazione al padre biologico, con il suo aver bisogno di qualcosa anche se non sa esattamente cosa sia. Pure l'anziano signore, per essere uno che ha abbandonato un neonato in una stazione dei pompieri, riesce a risultare simpatico.
E infine abbiamo Jack e Rebecca, portatori non troppo sani della mazzata emotiva: uno dei bimbi muore durante il parto, e devono venire a patti con la morte di un figlio contemporaneamente alla nascita degli altri due (per la cronaca: adoro il personaggio del dottore, e spero che trovino il modo di renderlo un membro fisso del cast).
Poi c'è il plot-twist finale, quello che ha aperto i rubinetti e niente, questo sarà il sostituto di Parenthood.
Speriamo che rimanga su questi livelli: promette di essere un family drama niente male.
Il castello di Zavattarello si trova in Lombardia, in provincia di Pavia. Si tratta di una fortezza medioevale realizzata completamente in pietra, i cui muri possono avere uno spessore di anche 4 metri.
Non si sa molto della sua storia se non i cambi di proprietà: alla fine de X secolo era un possedimento del monastero di Bobbio, per poi cadere nelle mani di Piacenza e finire nel mezzo della lotta tra i ghibellini Landi e i guelfi Scotti. Nel 1264 passò a Umberto Landi, signore della guerra e grande razziatore, che lo rese inespugnabile e - grazie alla sua influenza - favorì lo sviluppo del borgo.
Nel 1390 il vescovo di Bobbio lo cedette a Jacopo Dal Verme e poichè rimase proprietà della famiglia fino al 1975 (quando fu donato al comune assieme ai terreni circostanti) è conosciuto anche come castello Dal Verme. Nel 1987 iniziarono i seri lavori di restauro, e oggi è visitabile.
Albion - Diario di un'Assassina, di Bianca Marconero.
Prosegue il mio piano di recensire quanto uscito della saga di Albion, visto che non l'ho fatto mentre leggevo, ed eccoci quindi al 1.5: la prima novella.
Spoiler.
Il castello di Govone si trova in provincia di Cuneo, e fu una delle residenze dei Savoia dal 1792 al 1870. Le origini del castello, situato su una collina, risalgono al medioevo, quando era une semplice fortezza, però nel XVII secolo i conti Solaro commissionarono il suo ampliamento ed abbellimento: i lavori furono interrotti e ripresi solo un secolo più tardi. Nel 1792 divenne proprietà dei Savoia e, dopo il periodo napoleonico, fu scelto come una delle residenze estive e all'inizio dell'Ottocento venne completamente restaurato. Dalla fine dell'Ottocento il castello divenne proprietà del comune di Govone. È visitabile.
Con Albion sono partita prevenuta: le mie esperienze col fantasy italiano sono state - in linea di massima - sul disastroso andante, quindi una cosa che si presentava come "fantasy - YA - cover che non mi piace" era in fondo alla lista delle priorità nonostante le recensioni positive.
Poi è saltato fuori che c'entrava Artù e dai, ho letto My boyfriend Merlin per Artù.
Si arriva quindi ad oggi: io che sono una fangirl di questa serie e la rileggo pure nonostante il tempo tiranno.
Sono in pari, ma non l'ho mai recensita. Bisogna porre rimedio a questa mancanza.
Spoiler.
Il castello d'Illasi si trova in Veneto, in provincia di Verona. Fu costruito nel X secolo, e divenne proprietà dei Montecchi nel XIII. Fu potenziato nel 1243 da Ezzelino III da Romano, e nel 1279 fu donato a Niccolò della Scala da Papa Niccolò III come ringraziamento per la cattura di un gruppo di eretici. All'inizio del XV secolo venne occupato dalle forze della Repubblica di Venezia, e nel 1509 i veneziani lo donarono a Girolamo Pompei, un loro valoroso condottiero, che quell'anno aveva preso prigioniero Francesco Gonzaga.
Il castello oggi è proprietà privata e non è visitabile.
I gialli non sono il mio genere preferito: nella maggior parte dei casi prima di arrivare alla fine, di scoprire il mistero, mi passa la voglia di sapere chi è stato e come è andata.
Sono i gialli atipici quelli che catturano il mio interesse: quelli dove c’è una componente fantasy, od horror. O il super dramma umano.
La verità di Amelia è un libro di cui lessi una recensione anni fa, e che mi attirò nonostante il genere: sembrava esserci non solo il mistero ma anche la tragedia che circondava la scomparsa.
E così è stato.