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giovedì 27 aprile 2017

Maria Stuarda: La rivale di Elisabetta I d'Inghilterra

Maria Stuarda: La rivale di Elisabetta I d'Inghilterra, di Stefan Zweig.

Lo ammetto: mi piace Reign, l'assurda serie targata CW che vede protagonista Mary Stuart, regina di Scozia. E mi ha fatto venire voglia di scoprirne di più.

Il tragico percorso della vita di Maria Stuarda ha origini e radici nella sua ascesa incredibilmente rapida alla condizione della massima potenza terrena: a sei giorni regina di Scozia, a sei anni fidanzata d’uno dei più potenti principi d’Europa, a diciassette regina di Francia. Un’ascesa ottenuta senza fatica né merito, come in un sogno, senza il tempo di esserne interiormente consapevole. Ma subito il sogno svanisce e interviene la delusione, la realtà di una condizione che le impedisce di essere semplicemente se stessa, ma solo e sempre parte e oggetto di un gioco d’interessi.
Al ritorno in Scozia è subito esposta alla bufera di una rabbiosa lotta religiosa che sconquassa la sua terra e s’insinua fin nella sua famiglia, coinvolgendo lo sfortunato paese nel sanguinoso gioco delle potenze mondiali; nasce di qui il conflitto personale tra l’astuta Elisabetta e l’impulsiva Maria Stuarda, tra Inghilterra e Scozia, dietro al quale s’innalza l’ombra dei grandi contrasti del tempo tra Riforma e Controriforma, tra l’epoca moderna alle porte e il mondo medioevale che muore. In questa lotta senza tregua, Stefan Zweig ci conduce a scoprire la dimensione umana delle due protagoniste, donne di statura eccezionale che si fronteggiano con armi subdole e sleali, fino al momento aspro e tagliente della tragedia finale. “Non solo come regine, ma anche come donne, Elisabetta e Maria Stuarda rappresentano due tipi assolutamente opposti, come se la natura si fosse divertita a esemplificare in contrappunto, fin nei minimi particolari, una grande antitesi di portata storica mondiale.”

Era da un po' che avevo voglia di leggere una biografia di Maria Stuarda, personaggio che conosco solo tramite adattamenti più o meno riusciti. Non sapevo, però, quale: di biografie non me ne intendo, so solo che la Erikson non mi piace e qui pare che traducano solo lei, per cui alla fine ho scelto quella di Stefan Zweig, pubblicata nel 1940, perchè tutti sottolineavano la sua abilità non solo nel ricostruire gli eventi, ma proprio nel mettere in piedi un'analisi psicologica della sfortunata regina.
La scelta è stata più che felice: sicuramente leggerò altro di suo.
Il libro mi è piaciuto, e ad avermi fatta innamorare è stato, indubbiamente, lo stile: per quanto si senta che non è stato pubblicato ieri, Maria Stuarda è scritto benissimo. Zweig scrive in modo poetico ed evocativo, ad un livello che non credevo fosse possibile trovare nelle biografie - troppo legate alla realtà per permettere eccessivi giochi di fantasia e di parole. Invece lui è in grado di tratteggiare gli ambienti, la situazione politica, la stessa Maria, con una proprietà di linguaggio così totale che quasi ogni paragrafo meriterebbe di essere una citazione. E poi è vero quello che dicevano sulla sua ricostruzione della dimensione umana di Maria: analizzando il contesto storico, le testimonianze, i documenti, le decisioni da lei prese, Zweig riesce a dipingere una donna assolutamente credibile, forte, orgogliosa, passionale, in cui cuore e ragione sono costantemente in lotta, destinata a lasciare un'impronta indelebile nella storia.
Stefan Zweig, inoltre, fa una cosa che io apprezzo moltissimo quando si tratta di scrivere di storia: non si limita ad una sterile ricostruzione degli eventi, né si lancia in romanzate eccessive. Lui sfrutta al massimo quanto successo, nel senso che qui siamo in una di quelle situazioni dove sembra quasi che il destino l'abbia fatto apposta a mettere l'una contro l'altra due donne tanto simili quanto diverse, in modo da avere tutti gli ingredienti pronti per una tragedia vera e propria: due regine in un mondo di uomini, sulla stessa isola. Due cugine in una situazione quasi identica, eppure l'opposto l'una dell'altra: una protestante e una cattolica; una incoronata a sei giorni e convinta del proprio diritto divino a regnare, una regina a venticinque anni e dopo averne viste di ogni.
Una sovrana dominata dalla passione, e una dal raziocinio.
Non c'è bisogno di volare chissà dove con la fantasia: ci ha pensato la realtà a creare qualcosa di narrativamente potente.
Ad ogni modo la rivalità tra Maria ed Elisabetta non è il punto focale del libro da subito: prima vediamo l'infanzia di Maria, nascosta ai suoi nemici ed infine mandata in Francia, regina di una nazione che non ha quasi mai visto. Ci rendiamo conto di quanto debba essere stato truamatico lasciare la corte francese per tornare in Scozia, un paese molto più rozzo e violento.
Ma, ahimè, i libri perfetti non esistono e questo non fa eccezione: finchè la protagonista indiscussa è Maria rimane su un livello altissimo, ma quando torna in Scozia le cose cambiano - per noi e per lei.
Ci sono molti personaggi notevoli da lì in poi, su tutti il fratello James (spero esista una sua biografia perchè la voglio), ma nel momento in cui entra in scena Darnley la narrazione diventa molto ridonante, e in generale le parti dedicate agli amori della regina le ho trovate ripetitive.
Il difetto più grande, però, è la scarsa stima che Zweig sembra nutrire nei confronti del genere femminile: per lui le donne non possono essere razionali, e se lo sono è un difetto.
Il ritratto che fa di Maria funziona perchè era una donna che, effettivamente, ha tirato delle cantonate politiche incredibili per dare la precedenza ai sentimenti, ma Elisabetta - che era l'opposto - è presentata in una luce negativa per la semplice colpa di essere stata una sovrana migliore... cosa comunque dovuta al suo fallimento come donna.
Sul serio, ma che cavolo.
Che gli abbia dato lo stesso quattro stelline su Goodreads nonostante questo è la prova di quanto sia bello tutto il resto.

4 commenti:

  1. Non ho mai letto nulla del tipo, ma sento puzza di misogino dal mio eremo.

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    1. O quello, oppure odia Elisabetta quanto la Gregory odia i Tudor XD ma scrive così bene che sono disposta a passarci sopra: in fin dei conti è molto meno problematico di Orson Scott Card, che ogni volta che compro un suo libro piango perchè gli sto dando soldi.

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  2. Uh.... Questo autore mi è nuovo. E mi intriga.
    Ho fatto una ricerchina e ho visto che ha scritto anche una biografia su Maria Antonietta... Insomma. misogino o meno, voglio dargli un'occasione ;)

    P.S: preparati perché adesso parte il recupero dei tuoi post degli ultimi mesi... XD

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    1. Sto puntando tantissimo quello su Maria Antonietta *^*

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