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venerdì 16 marzo 2018

Batman: Nightwalker

Batman: Nightwalker, di Marie Lu.

Dopo aver letto Wonder Woman: Warbringer di Leigh Bardugo il mio interesse per la serie di romanzi YA della DC si era tinto di speranza, non perché mi fossi trovata davanti ad un capolavoro ma perché mi sono davvero divertita a leggerlo.
Ne segue che quando mi sono approcciata a Batman: Nightwalker ero più tranquilla: il "primo" mi era piaciuto, il personaggio lo conosco meglio, di Marie Lu ho già letto quattro libri.
E invece è andata male.

Before he was Batman, he was Bruce Wayne. A reckless boy willing to break the rules for a girl who may be his worst enemy.
The Nightwalkers are terrorizing Gotham City, and Bruce Wayne is next on their list.
The city's elites are being taken out one by one as their mansions' security systems turn against them, trapping them like prey. Meanwhile, Bruce is about to become eighteen and inherit his family's fortune, not to mention the keys to Wayne Industries and all the tech gadgetry that he loves. But on the way home from his birthday party, he makes an impulsive choice and is sentenced to community service at Arkham Asylum, the infamous prison that holds the city's most nefarious criminals.
Madeleine Wallace is a brilliant killer... and Bruce's only hope.
The most intriguing inmate in Arkham is Madeleine, a brilliant girl with ties to the Nightwalkers. A girl who will only speak to Bruce. She is the mystery he must unravel, but is he convincing her to divulge her secrets, or is he feeding her the information she needs to bring Gotham City to its knees?
In this second DC Icons book - following Leigh Bardugo's Wonder Woman: Warbringer - Bruce Wayne is proof that you don't need superpowers to be a super hero, but can he survive this game of tense intrigue, pulse-pounding action, and masterful deception?

Non c'è modo di prenderla alla larga, il difetto imperdonabile di questo libro è la noia costante: trama noiosa, con coinvolgimento zero. Ho passato tutto il tempo a chiedermi perché dovesse importarmi qualcosa di quello che stava succedendo visto che "ammazzano gente in modo strano a Gotham City" è un po' la norma per questa particolare ambientazione, il punto di partenza: devi metterci dentro qualcos'altro per renderlo uno spunto interessante.
Tipo dei personaggi.
Foto di gruppo del cast
È difficile, in questo caso, parlare di qualcuno che non sia Bruce Wayne perché di base è l'unico presente (e nemmeno per caratterizzazione quanto per tempo in scena): Alfred e Lucius sono nomi, voci generiche messe lì di tanto in tanto per far sì che il giovane Wayne non parli da solo, caratterizzati come dei png in uno spara-tutto e praticamente interscambiabili.
La detective Draccon è questa tizia inutile che ce l'ha a morte con Bruce, dovrebbero avere un rapporto teso da cui si vede nascere un riluttante rispetto ma all'atto pratico io ho visto una donna adulta mettere in difficoltà - e in diverse occasioni in pericolo - un ragazzino di diciott'anni appena così, a caso, perché è ricco e quindi disprezzabile. Complimenti per la professionalità: "Adolescente civile, farai ore di lavoro sociale nel manicomio di Arkham, in tutti i reparti, incluso quello di massima sicurezza coi serial killer psicotici che evadono a giorni alterni".
In retrospettiva complimenti anche per la premessa.
Poi, siccome Bruce Wayne notoriamente non è una persona solitaria, Marie Lu ha pensato bene di dargli anche due amici con cui fare un trio all'erta e pieni di brio: uno è Harvey Dent, e questa poteva essere un'idea interessante e che valeva la pena esplorare visto che Harvey è solo destinato a diventare Due Facce, ma siccome il 90% del fandom l'autrice ce l'ha su twitter e tumblr non poteva certo mettere sotto i riflettori una cosa tossica e negativa come l'amicizia tra due maschi, quindi il ruolo di amica attiva spetta a tale Dianne.
Tornando seria, credo che - negli intenti di Marie Lu - dovesse essere la "brava ragazza" che si contrapponeva all'oscura Madeleine... ma è così blanda, così forzatamente buona e perfetta, che ad un certo punto ho iniziato a sperare che morisse, anche perché non serve veramente a niente all'interno della trama, o almeno alla crescita emotiva di Bruce (che non esiste).

Personalmente credo che Marie Lu abbia incontrato due problemi nella stesura di questo romanzo: il primo è la totale mancanza di ispirazione, al punto che l'impressione che si tratti di un libro scritto per forza perché c'era un contratto importante ad obbligarla a finire in tempi brevi è quasi tangibile.
Il secondo è una scarsa conoscenza del materiale d'origine, che ha portato ad alcuni fraintendimenti: Batman è il Cavaliere Oscuro, non il cavaliere nella scintillante armatura.
Bruce Wayne è uno a cui hanno ammazzato i genitori davanti e ha elaborato il trauma così bene che va in giro la notte a menare i criminali vestito da pipistrello. È quello che non si sa se la maschera è Bruce o Batman, così aperto e fiducioso che ha quasi distrutto la Justice League perché aveva elaborato un piano per sconfiggere ogni suo membro just in case, e poi gliel'hanno fregato. Non sta proprio benissimo.
Un personaggio così non puoi scriverlo come un ragazzo fondamentalmente normale, senza troppi traumi e neanche troppo triste, che si fida nel senso lato del termine e ha ancora bisogno della chiamata per pensare che forse magari potrebbe quasi fare il vigilante.
Ed è pure scemo, altro che grande detective: con Madeleine dovrebbe essere una guerra d'intelletti, ma è sempre lei ad avere il controllo della situazione e a dargli indizi che lui da solo non capisce niente.
Insomma, un fallimento su tutta la linea.
Per dire, anche Gotham della Fox, che non è certo un capolavoro e come serie viaggia serena sulla linea che separa la ciofeca dal guilty pleasure, ha fatto un buon lavoro nel mostrare l'adolescente Bruce Wayne e la strada che lo porta sempre più vicino ad essere il Cavaliere Oscuro.
Ma torniamo all'opera di Marie Lu: non ho ancora detto niente di Madeleine, la protagonista/antagonista femminile, afflitta da ciò che affligge tutto e tutti qua dentro: è un personaggio fiacco. È un po' una Mary Sue intelligentissima, fortissima, bellissima, e con Bruce ci dovrebbe essere una specie di attrazione irresistibile (presumo per citare Selina e Talia, e in effetti ora che ci penso è un po' come se fossero state unite in un unico pacchetto che toglie tutti i loro pregi) ma di base non c'è nessuna chimica tra i due. Del resto se prendi due pezzi di legno e li metti accanto non puoi sorprenderti se non si corrono incontro.
I loro dialoghi sono imbarazzanti, privi di verve, e considerando che si parlano tipo sei volte non è credibile che abbiano un rapporto, di qualsiasi tipo. Ciò che li lega non solo non importava a me, ma non aveva senso che importasse anche a loro.
Batman: Nightwalker è un deciso passo indietro rispetto a Wonder Woman: Warbringer non solo per la riuscita complessiva del libro, ma anche come introduzione al super-eroe di cui racconta il passato: nel caso di Diana sotto il retelling e gli adattamenti vari ed eventuali si vede comunque Wonder Woman, mentre qui gli accenni a Batman risultano forzati e privi di fascino perché - semplicemente - non è credibile che questo tizio sia Bruce Wayne. Dovrebbero ammazzargli i genitori di nuovo per fargli raggiungere la rabbia, il dolore e la paranoia necessari a dire "Io ora mi vesto da pipistrello e vado a portare la giustizia nelle strade".

In definitiva un libro deludente sotto ogni aspetto, se volete una bella storia di Batman dove c'è anche Bruce Wayne vi consiglio di più Batman: The Telltale Series e il suo seguito, The Enemy Within.

6 commenti:

  1. Ma che delusione.
    Devo ancora leggere quello su Wonder Woman, ma mi piange il cuore nel leggere questo dal momento che (stando ai miei genitori) già a cinque anni ero innamorata di Batman. >.<

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    1. È un vero peccato :( ha deluso pure me che di Batman ho una conoscenza abbastanza limitata :(

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  2. Come sai, da parte della Lu ormai sono solita aspettarmi poco... temo, in questa occasione specifica, di aver ricevuto da lei ancora meno di quanto avessi avuto motivo di presagire! :(
    Forse hai ragione, la mancanza di ispirazione e la scarsa conoscenza del materiale d'origine potrebbero aver giocato un ruolo fondamentale... Posso solo dire che concordo con la tua recensione, punto per punto (in particolare per quanto riguarda il fattore noia suprema), e che, a questo punto, tremo un po' al pensiero di mettere le mani sul prossimo libro della serie, quello dedicato a Catwoman! XD

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    1. Ora temo anche io che il libro della Bardugo sia stato l’eccezione che conferma la regola, ma spero di essere troppo fatalista :( incrociamo le dita.

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  3. Nella mia testa il secondo volume della serie della DC era Warcross XD che poi cosa non ho idea di cosa c'entrasse, ma boh, ho visto "Marie Lu" e ho pensato fosse quello lol
    Chiudendo parentesi, peccato sia stato un flop. Mi sembrava molto interessante, ma da come l'hai descritto sono abbastanza sicura che non piacerebbe nemmeno a me. Probabilmente gli farò un pensierino quando uscirà in italiano, ma adesso le mie aspettative sono pari a zero ;__;

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    1. Dai, è la stessa autrice, è comprensibile confondere i titoli XD
      Secondo me è meglio che tu abbia zero aspettative: aspettandoti il peggio magari non ti sembrerà così tragico XP

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