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venerdì 23 marzo 2018

Il bambino silenzioso

Il bambino silenzioso, di Sarah A. Denzil.

Dopo Agatha Christie e Robert Galbraith ho deciso di aprirmi ai gialli.
Credo che in futuro dovrò vagliare meglio le opzioni.

Nell’estate del 2006, Emma Price era lì quando fu ritrovato il cappotto rosso del suo bambino di sei anni, lungo il fiume Ouse. Fu la tragica storia dell’anno: il piccolo Aiden era sparito da scuola durante una terribile alluvione, era caduto nel fiume e poi annegato. Il suo corpo non fu mai ritrovato. Dieci anni dopo, Emma è riuscita finalmente a riacquistare un po’ di serenità. È sposata, incinta e le sembra di aver finalmente ripreso il controllo della sua vita quando… Aiden ritorna. Troppo traumatizzato per parlare, non risponde a nessuna delle infinite domande che gli vengono rivolte. Solo il suo corpo racconta la storia di una sparizione durata dieci lunghi anni. Una storia di ossa spezzate e ferite che testimoniano gli orrori che Aiden deve aver subito. Perché Aiden non è mai annegato: è stato rapito. Per recuperare il contatto con il figlio, ormai adolescente, Emma dovrà scoprire qualcosa sul mostro che glielo ha portato via. Ma chi, in una cittadina così piccola, sarebbe capace di un crimine tanto orrendo? È Aiden ad avere le risposte, ma ci sono cose troppo indicibili per essere pronunciate ad alta voce.

Il bambino silenzioso mi ha attirata da subito: sulla carta si presentava come un bel thriller psicologico, e il bambino rapito che torna anni dopo mi ha ricordato alcune serie interessanti viste negli ultimi anni.
Avevo delle aspettative, anche se in un angolo della mia testa c'era una vocina che mi diceva di stare attenta perché questa è un'opera prima e non sempre sono le migliori.
La premessa è nota e già usata: un bambino scompare, viene dichiarato morto, e ritorna traumatizzato (e, in questo caso, con mutismo) dopo anni di prigionia, spesso avverando il sogno della famiglia e - contemporaneamente - riaprendo vecchie ferite e portando l'avvento di nuove paure e domande; per renderla interessante bisogna essere o molto bravi, o avere un intreccio dietro più che solido da dare al lettore (possibilmente entrambi). Purtroppo non è stato questo il caso: Il bambino silenzioso non mi è piaciuto per niente, e spero davvero che Sarah Denzil migliori perché qui non ci siamo.
Lo stile è molto povero, privo di ispirazione e non c'è stato niente che mi abbia fatto pensare che solo quest'autrice scrive così: questo è un libro che avrebbe potuto scrivere chiunque e non ci sarebbe stata alcuna differenza. Trama, indagine e personaggi sono fiacchi e superficiali: Emma Price è la protagonista, ragazza madre e voce narrante della storia. È anche il primo problema della storia, perché è una donna insopportabile: passiva, egoista, lamentosa, saccente.
Sa tutto lei, non fa altro che lagnarsi... se qualcuno fa qualcosa, si lamenta perché l'hanno scavalcata; se nessuno fa niente, si lamenta lo stesso perché deve fare tutto lei. Persino il padre di Aiden non può prendere iniziative senza che lei dia l'approvazione, addirittura non può vedere il figlio se a lei non gira bene.
I suoi sentimenti sono trattati in modo incredibilmente superficiale: dovrebbe essere sopraffatta da una miriade di emozioni, alcune contrastanti, ma l'autrice è incapace di mostrarle limitandosi a farle dire "Oh, come sto soffrendo"; "Oh, come sono sconvolta"; "Oh, come mi sento in colpa".
L'elaborazione del lutto non esiste, i traumi di Aiden non vengono mai affrontati, e ho avuto la netta impressione che la Denzil non avesse la più pallida idea di come funzioni un'indagine per rapimento, o quale sia il lavoro di uno psichiatra, o come si comporti un ragazzino traumatizzato... al punto che non c'è una logica dietro i comportamenti di Aiden, sono semplicemente quelli più inquietanti sul momento. Quando si ricorda che c'è anche lui, ovviamente: nella maggior parte dei casi viene piazzato davanti alla televisione con un panino visto che tanto non parla (giuro).
I personaggi in generale sono il grande nulla: a parte che per Emma sono tutti antagonisti (dovrebbe mostrare la sua crescente paranoia, ma siccome la Denzil ti fa capire a pagine due chi è cattivo e chi no non funziona), sono talmente piatti che ho già scordato il nome di gran parte di loro. Tipo il padre di Aiden (ex artista fattone che in seguito alla sparizione del figlio è diventato soldato): ci viene detto che è stato un padre presente, i difetti nati dal fatto che era troppo giovane quando è nato il bambino, eppure Emma lo tratta come fosse uno che l'ha mollata appena scoperto che era incinta.
Jake, il nuovo marito della protagonista, è una macchietta patetica, talmente poco ambiguo che già alla prima apparizione ti chiedi perché lei non scappi a gambe levate.
È un libro scritto in modo superficiale e con un dilettantismo quasi imbarazzante, non riesco neanche a considerarlo un giallo vero e proprio perché non c'è l'indagine ma solo Emma che ogni tanto viene aggiornata dalla polizia, e qualche scena in cui provano a farsi dire da Aiden chi l'ha tenuto prigioniero.
A mio avviso Il bambino silenzioso è un libro pessimo, e non lo consiglio per niente (ma metterò il link amazon lo stesso perché se volete farvi del male, fate pari con una buona azione).

4 commenti:

  1. Devo dire che la dicitura "un grande thriller" proprio sotto il titolo, non mi ispirava molta fiducia! XD

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    1. Avevo sperato che fosse la copertina ad essere brutta XD (a me le cover della Newton Compton non piacciono quasi mai).

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  2. Ammetto che la storia non mi ispirava particolarmente, seppure basti la dicitura thriller per farmi leggere un libro quando sono dell'umore giusto, ma dopo aver letto la tua recensione non ho più dubbi, credo proprio che questo lo salterò a piè pari!

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