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martedì 27 novembre 2018

She-Ra e le principesse guerriere

L'universo narrativo dei Masters of the Universe è uno di cui so poco e niente: rientra in quegli anni di limbo in cui ricordo vagamente alcune delle cose in cui inciampavo in televisione, che sono andate a costituire la cultura pop di buona parte delle mia vita, ma che ero troppo piccola per ricordare con consapevolezza.
In pratica sono sicura di aver visto He-Man ma di lui ricordo solo l'improbabile taglio di capelli e il castello di Skeletor - perché mio cugino grande quando doveva farmi da babysitter saliva in soffitta a prendere gli scatoloni coi suoi vecchi giocattoli e quello era la cosa più bella del mondo (oltre che la prova di quanto mi amasse: il cielo sa quanti gliene ho rotti, senza che mi dicesse nulla). Segue che, di She-Ra, me ne fregasse meno di zero, anche perché all'epoca l'avevano tirata fuori dal cilindro per vendere alle bambine delle Barbie guerriere e l'intento puramente commerciale si notava.

La notizia del reboot non mi ha fatto né caldo né freddo, e lo stile di disegno mi sembrava troppo un ibrido tra Steven Universe e 'anime generico' per piacermi, ed ero bella pronta ad ignorare il tutto finché non è saltato fuori il nome del produttore esecutivo: Noelle Stevenson.
Alt.
Io Noelle Stevenson la seguivo quando era una studentessa che metteva on-line le sue illustrazioni. Mi sono letta Nimona quando veniva pubblicato due pagine alla volta il giovedì prima sul blog e poi sul sito apposito. Ho comprato Fangirl perché la copertina l'ha disegnata lei. E ho provato con Lumberjanes, anche se non mi è piaciuto il primo volume e mi sono fermata lì.
Quindi ok, lato fan attirato.
Poi c'è il fatto che la Dreamworks ha affidato il reboot di una serie classica ad una ragazza di ventisei anni, e che se questo progetto va bene potrebbe portare a una rivisitazione di un franchise storico grazie ad un team incredibilmente giovane, e questo mi attira di più.
E la serie è uscita su Netflix, quindi divano-coperta-bingewatching col raffreddore.
Io quando sono malata
Com'è questa serie? È carina.
Adora è la nostra protagonista, una ragazza cresciuta nell'Orda per diventare l'ennesimo soldato da schierare nella guerra contro la Ribellione delle temibili Principesse, che oppongono all'ordine e alla legge anarchia e pericolosi poteri.
Seria, ligia al dovere, responsabile, Adora è la prediletta della Tessitrice di Ombre , comandante dell'Orda che funge da (pessima) figura genitoriale per i cadetti, ed è l'improbabile migliore amica di Catra, più volubile e ribelle.
L'amicizia tra Adora e Catra riassunta in un'immagine
Una vita prevedibile e confortevole, per Adora, fino al giorno in cui con Catra non esce dai confini per vedere cosa c'è fuori, e trova una spada magica - a chi non è mai successo? - che la chiama. La chiama così tanto che Adora non vede altra scelta che tornare a prenderla, dando il via ad una catena di eventi che la portano a veder distrutte le proprie convinzioni: l'Orda non è l'esercito dei salvatori che credeva, ma un esercito invasore (e distruttore); le Principesse stanno difendendo casa loro; lei stessa è She Ra, guerriera che nella leggenda è destinata a tornare nei momenti di difficoltà. Così Adora si unisce alla principessa Glimmer e a Bow per ricostruire l'antica alleanza delle Principesse e salvare il mondo.
Premessa semplice che non so quanto sia fedele all'originale, da cui parte una solida serie d'animazione: la trama è strutturata bene, a parte un'iniziale lentezza e la formula 'principessa della settimana', ed avendo solo tredici episodi è priva di filler. Il punto di forza si trova nella caratterizzazione dei personaggi: c'è stato uno sforzo effettivo per differenziarli tra loro e renderli almeno un minimo complessi (Glimmer che cerca di uscire dall'ombra ingombrante della madre; Adora e la sua insicurezza), ma una cosa va detta, ossia che qui i cattivi rubano la scena a mani basse.
Catra è il personaggio più riuscito: il team esecutivo si è impegnato al massimo per renderla sfaccettata e farci empatizzare per lei, l'eterna seconda abbandonata dall'unica amica, senza nulla togliere al fatto che sia una persona egoista e violenta, e personalmente l'ho trovata più credibile di Adora che - pur essendo adorabile - abbandona gli amici di una vita per due persone che ha conosciuto per mezza giornata. E Catra, tra l'altro, glielo dice pure.
Ho sentimenti contrastanti per quanto riguarda character design e animazioni: per me, nonostante tutto, il budget della serie è stata abbastanza risicato per limitare i danni in caso di catastrofe (vedi anche il fatto che son partiti rifacendo She-Ra, di cui frega niente a nessuno), e in certe animazioni si nota non tanto la semplicità quanto la povertà. Lo stile, invece, non rientra nel mio gusto a parte a alcuni casi specifici (Catra e Scorpia), ma apprezzo la volontà di non fare delle principesse delle copie carbone e di inserire varie taglie e colori.
I difetti, però, ci sono: il livello dell'animazione per ragazzi negli ultimi anni si è alzato molto, e She-Ra e le principesse guerriere ha lo stesso problema di Final Space, ossia che non riesce ad emergere. È carino, ma non è originalissimo: in particolare se avete visto Avatar - The Last Airbender e il suo seguito, The Legend of Korra, certe dinamiche e tipologie di personaggio saranno familiari in modo inquietante.
Questo lo rende da bocciare? No, ma è una serie che - per quanto godibile anche per un pubblico adulto - è indirizzata alle bambine e bisogna tenerne conto.

Il fattore reboot è il più interessante, se si vuole parlare da grandi di questo prodotto, perché non punta ai vecchi spettatori: in un periodo in cui sembra che non si possa tirar fuori niente di nuovo senza lanciarsi sulla nostalgia, questa serie se ne frega di dare il contentino ai/alle quarantenni che seguivano l'originale, puntando ad un pubblico totalmente nuovo. Questo ha, ovviamente, portato a dei flame alluncinanti che ho scoperto in grandissimo ritardo, legati principalmente all'aspetto dei personaggi: la vecchia She-Ra (col vecchio cast) era una figa pazzesca, quella nuova una ragazzina androgina in pantaloni da ciclista circondata - spesso - da ragazze robuste. E questo ha fatto urlare allo scandalo.
Ora, per quanto possa capire l'affetto che ci può essere per un vecchio design e non trovando niente di sbagliato in quelli più audaci, scandalizzarsi per la desessualizzazione dei personaggi in un cartone per bambine dove l'età degli stessi è stata abbassata mi pare che oltrepassi il ridicolo ed entri nel vagamente inquietante.
(Traduzione: Il design nuovo non mi piace è comprensibile; il design nuovo non mi piace perché ci son pg taglie forti e dove sono le sue tette un po' meno)
Passando ad altro, l'operazione mi ha ricordato un po' quella di Supergirl, con la volontà di presentare un'eroina moderna staccandola dalla sua più famosa controparte maschile.
Chissà se anche qui, una volta ben stabilita la forza di Adora e She-Ra, vedremo un cameo di Adam e He-Man (anche se mi pare di aver capito che c'è qualche bega contrattuale di mezzo quindi boh).
In sostanza: una serie bellina che si guarda volentieri, con un design un po' meh ma buoni personaggi e dialoghi frizzanti, che per ora cade un po' nel livello medio dell'animazione per ragazzi e spicca più per l'illustre nome che altro.
Però ve la consiglio, e ha un sacco di potenziale di miglioramento.

2 commenti:

  1. Io ce l'avevo la bambola di She-Ra, e pure il cavallo, se ricordo bene! Quando ho saputo che c'era la serie su Netflix l'ho immediatamente aggiunta alla mia lista, ma ancora non l'ho iniziata. Da come ne parli penso che potrebbe piacermi! :D Cercherò di recuperarla durante le vacanze, mi pare di capire è anche piuttosto corta.

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