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mercoledì 17 aprile 2019

Il gigante sepolto

Il gigante sepolto, di Kazuo Ishiguro.

Non avevo mai letto niente di Kazuo Ishiguro, nonostante si tratti di un autore molto prolifico ed acclamato dalla critica. Ci voleva un re Artù buttato come se niente fosse nella quarta di copertina per convincermi, perché non posso mica lasciarmi scappare una cosa che forse è un retelling o forse è seguito, giusto?

Il leggendario re Artù è ormai morto e la pace che ha imposto sulla futura Inghilterra resiste seppur fragile. Nella dimora buia di Axl e Beatrice, tuttavia, non c'è posto per nessuna pace. La coppia di anziani coniugi è afflitta da una sorta di inspiegabile amnesia. A causarla pare essere una strana nebbia che sta contagiando tutto il regno. Axl e Beatrice ricordano di aver avuto un figlio, ma non sanno più dove si trovi, né che cosa li abbia separati da lui. A dispetto della vecchiaia e dei pericoli devono mettersi in viaggio e scoprire l'origine della nebbia incantata, prima che il ricordo di ciò a cui più tengono sia perduto per sempre. Un romanzo doloroso e bellissimo sulla memoria e la colpa. Una storia fantastica che ci indica una strada da seguire per il nostro presente: vivere in armonia con gli altri significa essere capaci di ricordare, ma anche di dimenticare e perdonare.

In realtà è molto difficile parlare de Il gigante sepolto: siamo di fronte ad un romanzo onirico, un fantasy assai atipico, dove le creature magiche sono talmente tanto parte del mondo che non c'è praticamente nessun senso di meraviglia o di terrore quando si incrociano.
I nostri protagonisti sono Axl e Beatrice, due anziano sposi che vivono in un piccolo paesino dove, però, i loro compaesani stanno iniziando a trattarli come due poveri vecchi che potrebbero causare disastri se investiti di troppe responsabilità. Non c'è nessuno a difenderli, dato che il loro unico figlio vive lontano, così i due decidono di partire per raggiungerlo.
Ma in questo mondo, un'Inghilterra in cui Artù è morto già da un po', c'è la Nebbia: è magica, cancella i ricordi portando tutti a vivere in un eterno presente dove il passato scivola via dalla mente, anche se provi con tutte le tue forze a ricordare.
E questa mancanza di passato non è che viene nominata e basta: Ishigumi la sfrutta così bene da rendere quasi percepibile questa sensazione di mondo sfocato, questa foschia che avvolge tutto e tutti.
C'è da dire che la mancanza di un vissuto da parte dei protagonisti rende la lettura bizzarra: i personaggi si muovono senza sapere bene perché, anche se si capisce che c'è in atto una partita più grande di quello che sembrava inizialmente, dove tutti paiono seguire un copione senza però vederlo chiaramente.
Per dirla in parole molto povere: per buona parte della lettura non si capisce dove si stia andando a parare, o per quale motivo. È il genere di libro che se ti chiedono com'è mentre lo stai leggendo rispondi "Bellissimo, ma non ho la più pallida idea di che cosa parli".
Poi, però, arrivi alla parte dove te lo spiegano, cosa sta succedendo e perché, quando capisci cos'è il gigante sepolto del titolo, ed è così... malinconico, triste, crudele, struggente, che anche se hai il cuore a pezzi perché le conseguenze saranno devastanti e nulla sarà più come prima, beh, ti ripaga di tutta l'incertezza iniziale.
Ho amato i personaggi: ho desiderato con tutta me stessa che tutto andasse bene per Axl e Beatrice (e questo più o meno quattro pagine dopo averli conosciuti). Due brave persone, oneste, gentili, due vecchietti che si amano ancora di più dopo una vita insieme, consapevoli di aver perso - però - i motivi per cui si amano (e quelli per cui potrebbero non amarsi più). Non hanno più i loro aneddoti, i loro ricordi felici e quelli brutti.
Lottano - come tutti coloro che appaiono - per mantenere la loro identità quando ormai non hanno più nulla delle esperienze che li hanno forgiati.
Winstan, il guerriero sassone, è un altro grande protagonista: se Axl e Beatrice sono il passato, lui è il presente. Quello che con onestà ammette che non tutti i britanni sono crudeli (vedi il legame che si crea coi due anziani), ma sa che le ferite della guerra sono così profonde che non è detto possano rimarginarsi. E poi c'è Edwin, il bambino sassone, su cui posso dire ben poco perché lui rappresenta il futuro e sarebbe spoiler scendere nei dettagli.
Ma Artù? Allora, il libro riprende dal mito la guerra coi sassoni: è quella vittoria, quella pace, il lascito di Artù per le nuove generazioni, ma l'unico personaggio di quell'epoca che effettivamente vediamo è Galvano/Gawain, ormai vecchio e considerato da tutti un'incapace perché da anni non riesce ad uccidere la draghessa Querin.
Ma un cavaliere della Tavola Rotonda può ancora riservare qualche sorpresa.

Il gigante sepolto è un libro strano: pacato, onirico, senza scena d'azione.
Indaga la natura umana, l'importanza della memoria, chiede se esiste un punto dove ormai è tardi per lasciarci le brutture alle spalle, chi deve pagare per le colpe del passato se chi le ha compiute ormai è morto.
Non è un libro per tutti, ma è un libro a cui dare una possibilità se pensate possa fare per voi.
Ed è scritto così bene... una di quelle volte in cui mi è dispiaciuto di non aver mai studiato le tecniche di scrittura, così avrei capito davvero cosa è riuscito a fare quest'uomo in queste pagine.

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