Pagine

sabato 22 giugno 2019

Il principe e la sarta

Il principe e la sarta, di Jen Wang.

Ci sono graphic novel che neanche sapevi che esistessero, poi appena scopri che stanno per uscire capisci che le hai sempre volute.

La Bao sta facendo di tutto per diventare la mia casa editrice di graphic novel preferita, visto che sta portando nel nostro paese tante belle opere e sta dando fiducia a noi lettori: pubblica cose perché sono belle fidandosi che le capiremo, che ci piaceranno, non ci tratta come dei bambini scemi che non leggerebbero storie troppo complesse, e quindi ben vengano titoli come Saga, Non è te che aspettavo, Non stancarti di andare, Indomite.
Il principe e la sarta è una graphic novel che - a mio avviso - si unisce senza nessun problema a questo illustre gruppo: siamo in un'Europa non fantasy ma immaginaria, dove vive Frances, una giovane sarta parigina col sogno di diventare una famosa stilista. Così, quando viene indetto un ballo in onore del principe del Belgio Sebastian - invitata ogni ragazza in età da marito - Frances ha l'occasione di farsi notare. Non come invitata, ovviamente, ma come sarta.
Solo che non viene notata da qualche importante dama di corte, ma proprio dal principe.
Già, perché Sebastian ha un segreto: ci sono volte in cui è felice e soddisfatto di essere un ragazzo, ma altre in cui sente di essere una principessa, e quando accade, vorrebbe avere i suoi vestiti da principessa e non quelli rubati alla madre. Grazie alla collaborazione e all'estro creativo di Frances viene alla luce Lady Crystallia, misteriosa dama che ben presto diventa un'icona nella moda parigina.
C'è solo un problema: essere parte del segreto di Sebastian, per Frances, significa restare sempre nell'ombra.
Questa storia è dolcissima e più profonda di quello che potrebbe sembrare all'inizio: parla dell'importanza di sapersi accettare, e di come non ci sia niente di sbagliato nell'essere diversi. Il terrore di Sebastian all'idea che qualcuno possa scoprire il suo segreto è palpabile, e il suo sollievo nel trovare una persona che lo accetta spezza il cuore. Si vede come la paura del pregiudizio (e il pregiudizio vero e proprio) hanno una presa fortissima non solo su di lui ma anche su chi gli è vicino: la scarsa autostima e la vergogna vanno a incidere nel suo rapporto con Frances, che rappresenta - di fatto - il rischio di essere scoperto, perché il ragazzo si trova tirato da due parti: ferire la prima persona che davvero non ci vede niente di strano nella sua identità, o uscire allo scoperto. Allo stesso modo dover sempre tenere nascosta una parte così importante della propria vita ha creato una distanza dolorosa coi genitori, e rappresenta una barriera insormontabile per qualunque relazione.
Uno dei punti di forza della storia è che in nessun momento la Wang si mette a fare la paternale: è uno 'show, don't tell' costante. Non ci sono spiegoni sul  travestitismo, sull'essere gender-fluid, sui pregiudizi cattivi e sull'accettazione buona: noi vediamo - semplicemente - che Sebastian non ha scelto, che soffocare una parte della sua identità lo fa soffrire costantemente e gli impedisce di esprimersi al meglio, che vive in uno stato di costante terrore.
E un'altra cosa bellissima è come la storia non sia mai pesante, non sia mai tragica: è adorabile, perché la Wang non mostra solo la faccia brutta della medaglia, ma anche la bella. Vediamo quanto Sebastian sia felice quando è sé stesso, vediamo Frances godersi appieno la gioia data dal poter creare senza limiti di fantasia o di budget, e due anime affini che imparano a conoscersi.
E soprattutto vediamo come accettare il diverso renda il mondo un posto più colorato e ricco in cui vivere, non un posto peggiore.
Lo stile di disegno di Jen Wang è carinissimo: diverso da quello a cui sono abituata, di primo impatto un po' troppo semplicistico per i miei gusti (che volete farci, il mio imprinting con il fumetto sono state le CLAMP degli anni '90), ma tempo due pagine e mi ha conquistata.

Io ve lo consiglio: credo che letture di questo tipo siano importanti, soprattutto visto il clima di intolleranza che si respira sempre di più nel nostro paese.


7 commenti:

  1. Risposte
    1. È una delle cose più carine che ho letto quest'anno ^-^

      Elimina
  2. Mi sta venendo sempre più voglia di leggerlo a forza di pareri entusiasti!

    RispondiElimina
  3. Sembra assolutamente adorabile. E in questo momento ho decisamente necessità di qualcosa di edificante e adorabile. Grazie per la segnalazione <3

    RispondiElimina