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giovedì 5 dicembre 2019

L'ascesa dell'Ombra

L'ascesa dell'Ombra, di Robert Jordan.

A un certo punto credevo che non sarebbe finito mai.

La Pietra di Tear, inespugnabile fortezza, è stata conquistata e Callandor, la spada che non è una spada, è nelle mani di Rand al'Thor, il pastore che è diventato il Drago Rinato, all'inizio della sua nuova vita. La Torre Bianca è scossa da eventi impensabili, i Reietti cercano Callandor per acquisirne il potere e Rand per distruggerlo nella carne. Il Tenebroso lo brama per distruggergli l'anima; Perrin deve affrontare la realtà di Emond's Field, alla ricerca di una via d'uscita dalla vita da lupo; Mat scopre un'incognita che potrebbe costargli la vita. Mentre amici e nemici complottano, il Drago studia i testi delle Profezie e combatte per controllare il proprio potere. Ma tutti sanno che vi sarà la guerra, contro i Reietti e i nemici del Drago Rinato...

Finire questo libro è stata un'impresa: per la prima volta, con questa serie, ho avvertito la pesantezza. Non è un caso: il quarto volume di questa serie è uno dei più lunghi, e sinceramente quando sei a pagina settecento e te ne mancano ancora quattrocento piglia un po' male.
Ma ne è valsa la pena, e non vedo l'ora di proseguire perché sul serio: guardando tutti i libri che mi mancano oltre allo sgomento per l'impresa che ho deciso di affrontare, c'è anche l'aspettativa perché sul serio, cosa non succederà di qui all'ultima pagina? Cosa?

Ma torniamo al libro in questione, e parlare senza fare spoiler sarà molto difficile. Ma ci proverò.
Questa volta abbiamo tutti i personaggi in scena, e probabilmente è per questo che il libro è così lungo: i nostri eroi, infatti, non ci pensano neanche a restare tutti nello stesso posto e anche se nello scorso volume avevano finito per convergere tutti a Tear ci mettono poco a ripartire.
Nynaeve e Elayne alla ricerca dell'Aja Nera; Perrin che - assieme a Faile e Loial - decide di tornare ai Fiumi Gemelli per proteggere la sua casa dai Trolloc e dai Manti Bianchi; Min alla Torre Bianca... e Rand che, assieme a Mat, Moraine, Lan ed Egwene si dirige nella terra degli Aiel. Perché c'è tutto un altro mondo di profezie a lui legate che devono compiersi, con buona pace di chi - pur con tutte le buone intenzioni - vuole muoverlo come se fosse un burattino.
Rand, se devo essere onesta, al momento lo trovo il personaggio più debole anche se è il protagonista, e sospetto che sia ciò a cui mirava Jordan quando l'ha creato: gli uomini che possono incanalare sono destinati ad impazzire, e trovo incredibile come non si capisca se Rand sta impazzendo o meno anche quando siamo col suo punto di vista. Ogni volta che cominciano i suoi capitoli io sono lì a chiedermi se il suo atteggiamento è dovuto a stress post traumatico, all'essere schiacciato dalla responsabilità di salvare il mondo unito al destino di impazzire e morire, o veramente all'irrazionalità crescente data dalla contaminazione. Però mamma mia se a una certa non ti viene voglia sbattergli la testa contro il muro.
La storia cambia con Mat e Perrin: il primo qui cerca in autonomia di trovare alcune risposte che riguardano il suo destino (trovano in linea di massima altre domande e ottenendo un po' di cose che forse non sono così positive), mentre il secondo si trova suo malgrado sempre più importante e stimato tra la sua gente e tra i lupi, e così adorabilmente modesto da non comprendere che reagire alle tragedie che gli capitano in questo volume decidendo di combattere per gli altri è più che degno di ammirazione.

Per la cronaca: non parlo delle gentili donzelle della saga non perché non abbiano un ruolo, ma perché farlo vorrebbe dire spoiler sull'ambientazione, sugli eventi, e su un sacco di altre cose che se mi metto ad elencarle rimango qui fino a domani.
Sappiate solo che i personaggi femminili ci sono, sono importanti e sono a tutto tondo... e anzi, uno dei colpi di scena più grossi di queste mille pagine riguardano proprio una sottotrama che vede solo donne coinvolte.
Si può dire che l'unico difetto di questo libro sta, appunto, nella lunghezza: da un lato, come si sarà vagamente intuito da quanto ho scritto finora, abbiamo un enorme approfondimento riguardante l'ambientazione, con popoli ed usanze che vengono approfonditi (su tutti gli Aiel); abbiamo la trama che continua a dipanarsi, ed eventi avvenuti nel primo libro che ancora hanno conseguenze (vedi il coinvolgimento di Perrin coi Manti Bianchi); ci sono decisioni che avranno conseguenze enormi su quello che succederà d'ora in avanti e casini che stanno succedendo praticamente ovunque senza che i personaggi non solo sappiano, ma abbiano modo di intervenire.
Non è un male, ma per ad un certo punto è stato troppo, e posso solo sperare che aver concentrato così tante cose qui sia servito a rendere più agevoli i prossimi volumi.

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