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martedì 10 marzo 2020

Nation

Nation, di Terry Pratchett.

Io non so come sia possibile che ogni volta che leggo un romanzo di Terry Pratchett mi ritrovo senza parole e piena di sentimenti.

Prepare for the world to be turned upside down...
For Mau, halfway between boy and man, it happens when a great wave destroys his entire village. For Daphne, it’s when the same wave crashes her ship into the island that was once Mau’s home. Everything they once had is now so far away, lost to distance and time.
But when Daphne stops trying to shoot Mau (she did apologise for it), and instead uses a salvaged invitation card to invite him to tea, they discover a new home can be theirs.
And then people start arriving on the island – some very good, some very bad. And it’s soon clear that Daphne and Mau must fight for their Nation.
Then a discovery is made that will change the entire world forever...

Non sapevo bene cosa aspettarmi da Nation, perché all'improvviso ho realizzato che Terry pratchett è il mio autore preferito, eppure non ho letto quasi nulla della sua produzione al di fuori di Mondo Disco.
Disonore su di me e sulla mia mucca.

È molto difficile parlare di Nation: c'è talmente tanto nella trama, nei temi, nei personaggi, nei messaggi, nell'epilogo. Come sempre, quando mi trovo a voler recensire Pratchett, mi sento come se la mia capacità di mettere insieme parole fosse completamente inadeguata all'obbiettivo che mi sono posta... ma come sempre, ho intenzione di provarci.

Qual è la trama di Nation? L'evento scatenante - ma non l'inizio - è l'esplosione di un vulcano, che causa un devastante tsunami.
La prima vittima è la Nazione (Nation, appunto), una piccola isola simil-tropicale di cui l'unico superstite è Mau, ossia un ragazzino che, quel giorno, stava ultimando i rituali che gli avrebbero permesso di passare dall'infanzia all'età adulta.
Le prime pagine di Nation sono strazianti e sono fatte della stessa materia di cui sono fatti gli incubi: Terry Pratchett non ha mai ritenuto che l'età dei lettori giustificasse il trattenersi.
Ci sono cose a cui bambini e ragazzini non dovrebbero idealmente essere esposti (o almeno non senza la supervisione di un adulto), e Pratchett questo lo sapeva bene.
Sapeva anche che questo non comprendeva l'ingiustizia. Sapeva che non comprendeva i sentimenti negativi. Sapeva che non comprendeva il dolore.
Le prime pagine di Nation sono Mau che torna a casa, e la sua casa non esiste più. Sono un dolore assoluto, talmente grande da annichilire chi lo prova, la sofferenza di un ragazzino che non ha perso solo la famiglia, ma tutto, dalle persone alle tradizioni.
Quindi Nation ci parla dell'elaborazione del lutto, e di tenere in vita un mondo, una nazione, un'identità, con quello che ricordi, con la tua volontà, e avrà un senso farlo, anche se non c'è più la memoria di gruppo?

Ma non si parla solo di questo: sull'isola c'è anche Daphne, unica superstite del naufragio causato dallo tsunami. Perciò abbiamo anche il modo in cui i due ragazzini iniziano ad interagire, e noi lo sappiamo come va la storia quando la fanciulla civilizzata incontra il ragazzo selvaggio, giusto?
E invece è sbagliato, perché qui non solo è chiaro che sia Mau che Daphne sono civilizzati, anche se in modo diverso, ma Daphne invece di mostrare come la cultura europea sia meglio, prova a fare un passo indietro: lei lo sa, di avere un mondo a cui tornare, una famiglia che la starà cercando, ma il solo modo che ha Mau per avere di nuovo qualcosa, è ricostruirlo da ciò che ricorda. E le contaminazioni ci sono, perché bisogna pur sopravvivere, ma è una questione di rispetto quella di non imporsi.

Però mica possiamo avere solo questo, giusto? E infatti a una certa iniziano ad arrivare i sopravvissuti, e Mau si trova a doverli guidare suo malgrado, a trasformare tanti piccoli uno in un gruppo unito. Un gruppo dove ci sono punti di vista differenti.
Idee diverse che ci portano la tematica religiosa, del credere quando ti è successo qualcosa di talmente orribile da non poter essere neanche immaginato.
A questo punto, con le divinità che - essendo un libro di Pratchett - non è così scontato che non esistano, metafore e piani di lettura quasi infiniti... perché non metterci anche sottotrame legate al colonialismo, all'appropriazione culturale, al trafugare le opere di altre nazioni perché loro non possono occuparsi della propria eredità bene come faremmo noi?
E ho detto che ci sono interazioni regolari con il dio della morte, e che siamo in un universo parallelo?

Insomma, Nation è la classica esperienza di lettura di un capolavoro di Pratchett: si ride tanto, si piange, si esulta. Poi si rilegge per tutto quello che ci siamo persi alla prima lettura, perché Terry Pratchett non è un autore che può essere letto a tempo perso: ha sempre dato il 100%, ma lo ha anche chiesto al lettore.

E se avete pargoli in casa che potrebbero incappare in questo libro, state tranquilli: Terry Pratchett è sempre stato il "controllo di un adulto" perfetto, per introdurre i ragazzi a tematiche più profonde.
E ai cannibali. E i pappagalli che vomitano.

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