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lunedì 31 agosto 2020

The other side of the night

The other side of the night, di Daniel Allen Butler.

Le ferie sono magiche: riescono a farti dimenticare le difficoltà della vita quotidiana.
Tipo la nuova interfaccia di blogger e che razza di incubo sia inserirci le immagini adesso.

After every disaster, someone has something to hide...
A few minutes before midnight on April 14, 1912, the unsinkable RMS Titanic, on her maiden voyage to New York, struck an iceberg. Less than three hours later she lay at the bottom of the Atlantic Ocean. While the world has remained fascinated by the tragedy, the most amazing drama of those fateful hours was not played out aboard the doomed liner. It took place on the decks of two other ships, one fifty-eight miles distant from the sinking Titanic, the other barely ten miles away. The masters of the steamships Carpathia and Californian, Captain Arthur Rostron and Captain Stanley Lord, were informed within minutes of each other that their vessels had picked up the distress signals of a sinking ship. Their actions in the hours and days that followed would become the stuff of legend, as one would choose to take his ship into dangerous waters to answer the call for help, while the other would decide that the hazard to himself and his command was too great to risk responding.
After years of research, Daniel Allen Butler now tells this incredible story, moving from ship to ship on the icy waters of the North Atlantic in real-time to recount how hundreds of people could have been rescued, but in the end only a few outside of the meager lifeboats were saved. He then looks alike at the U.S. Senate Investigation in Washington, and ultimately the British Board of Trade Inquiry in London, where the actions of each captain are probed, questioned, and judged, until the truth of what actually happened aboard the Titanic, the Carpathia and the Californian is revealed.

Come molte ragazze che hanno vissuto la loro adolescenza nel pieno degli anni '90, sono venuta a conoscenza della storia del Titanic grazie all'omonimo film di Cameron con Leonardo di Caprio.
È solo recentemente, però, che ho scoperto la storia delle altre due navi che, quella notte, videro cambiata la loro storia: la Carpathia e il Californian.

Tre navi, tre capitani, tre storie che ne vanno a comporre una che - se non fosse vera - sembrerebbe troppo assurda sia per un film che per un libro.

The other side of the night ci racconta in modo molto dettagliato (e a volte in modo un po' troppo tecnico) le scelte di tre uomini molto diversi tra loro, la storia di tre navi entrate, ognuna a modo suo, nella grande storia del mare.
Nel libro Daniel Allen Butler comincia come se si stesse preparando a narrarci una tragedia teatrale di Shakespeare: tanto per cominciare abbiamo quella che per certi versi è la presentazione della scena - ossia l'oceano - e degli "attori" principali, che siano umani o navi, che qui si sente bene come i marinai considerino le loro imbarcazioni alla stregua di esseri viventi.
Il capitano Smith
Si cerca di capire come un capitano esperto come Smith possa aver commesso un errore così fatale da portare al naufragio del Titanic, le eccezionali condizioni atmosferiche che resero così difficile accorgersi della presenza dell'iceberg più conosciuto a noi che in mare ci facciamo giusto il bagno, ad agosto
E dopo, abbiamo la cronaca delle decisioni prese: il Capitano Stanley Lord, abbastanza vicino, col suo Californian, da poter vedere il Titanic, che decide di non indagare sui segnali avvistati dai suoi uomini, e il mattino dopo (arrivata la notizia di quanto accaduto), si allontanò per fare il giro lungo e fingere di arrivare da un'altra direzione.
Il Capitano Rostron, grande eroe del libro e della vita reale, e la sua Carpathia, la nave più vicina a ricevere il segnale di soccorso, che prima diede l'ordine di invertire la rotta e poi di confermare la notizia.

Un uomo che non aveva mai gestito una missione di salvataggio, ma che spinse la sua nave ad una velocità che non aveva mai raggiunto prima. Che mentre andavano fece illuminare la nave così che i superstiti la vedessero, che fece lanciare scalette perché eventuali superstiti in mare potessero aggrapparsi, che preparò le scialuppe così che - al momento dell'arrivo - bastasse calarle.
Che fece tutto e oltre per essere pronto ad ogni evenienza, a salvare più persone possibili, sapendo benissimo che con quelle temperature non sarebbe stato possibile salvarli tutti.
La Carpathia
Le decisioni e le azioni di Rostron sono certamente ciò che rende il libro degno di essere letto, adrenaliniche anche se già sai come andrà a finire, e che ti fanno chiedere perché non c'è un film anche in suo onore.
Leggendo quella parte, imparerete ad amare la Carpathia, e vi scenderà una lacrima scoprendo che è stata affondata durante la Prima Guerra Mondiale.

Ma è importante ricordare che la storia del Titanic non finì quando, infine, affondò.

Ci fu la mattina, con le notizie che si inseguivano e nessuno sapeva cosa fosse successo. C'era un mondo per certi versi più innocente, che non aveva visto due guerre mondiali, l'Olocausto, o le stragi, per cui la perdita di così tante vite in un solo incidente, era inimmaginabile. 
Ci furono i processi per capire cosa fosse accaduto, di chi fosse la colpa.

The other side of the night è un libro molto interessante, ma da leggere se avete un ottimo inglese perché ci sono molti ci sono molti termini tecnici navali, e se piacciono le cronache, le inchieste, senza che ci venga ricamato sopra, senza andare a romanzare quanto accaduto.

Se vi interessa la storia del Titanic, questa lettura potrebbe fare per voi.

9 commenti:

  1. Ciao Katerina! Io ormai mi sono abbastanza abituata alla nuova interfaccia di blogger, ho capito come muovermi e non ci metto più un secolo e mezzo come all'inizio! Però mi manca quella vecchia!

    Non ero a conoscenza delle altre due navi, aiuto! Mi andrò a informare! Non credo che leggerò questo libro perché già di per sé non leggo praticamente mai in lingua... se poi i termini sono difficili è un motivo in più per non farlo! 😂

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    1. La storia della due navi è affascinante come quella del Titanic :)
      La nuova interfaccia di blogger la odio, e un po' è come se nel momento di crisi dei blog, la piattaforma avesse deciso di rendere la vita impossibile a chi è rimasto 😰

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  2. Ciao Katerina! Sicuramente è una lettura che apre gli occhi ma non è pre niente nelle mie corde. >.<

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    1. Più che aprire gli occhi, rende il quadro completo... ma è anche il tipo di lettura che o interessa davvero, o annoia a morte 😅

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  3. Mi associo pure io alle ragazze degli anni '90 - anche se tecnicamente quando uscì il film avevo solo otto anni. xD
    Però la storia del Titanic mi è rimasta impressa fin da subito, è diventata la mia ossessione in alcuni momenti della mia vita - e proprio per questo penso di essere stata io ad introdurre i miei genitori a Clive Cussler con il suo libro sul Titanic - e il film ancora mi fa piangere negli stessi tre punti ogni volta che mi azzardo a guardarlo.
    Come ti dissi tempo fa, anche io avrei un libro da leggere a riguardo - The Midnight Watch, che si concentra più che altro su quello che (non) ha fatto il Californian.
    Non so quando, ma prima o poi lo leggerò - e anche questo di cui hai parlato sembra estremamente interessante!

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    1. Anche a me quel film apre i rubinetti sempre negli stessi punti, e soprattutto ricordiamo che sulla porta c'era posto per due XD
      The Midnight Watch prima o poi vorrei leggerlo anche io *^*

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  4. Da sempre la storia del Titanic mi ha affascinato, anche prima del film, quindi questo libro mi interessa molto, ma mi preoccupa la questione dei termini tecnici e il fatto che sia un saggio (con cui faccio fatica anche in italiano e anche se l'argomento mi interessa tantissimo). Però da come lo descrivi mi sembra, almeno per la parte dedicata alla Carpathia, avvincente come un romanzo. Che dici, ci posso provare?

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    1. Mah, direi che c'è il rischio che ti piaccia solo la parte centrale. E tieni presente che il primo capitolo l'ho saltato in toto.

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    2. Ok, be', non è proprio corto, ma non è neanche lunghissimo, insomma può valere la pena! Grazie!

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