Ravensong

Ravensong, di T.J. Klune.

In pratica io con le serie sto in pari quando sono palesemente ed inequivocabilmente i miei guilty pleasure.

Gordo Livingstone non ha mai dimenticato le lezioni incise sulla sua pelle. Temprato dal tradimento di un branco che lo ha abbandonato, ha cercato conforto in un’officina nella piccola città di montagna in cui vive, giurando di non lasciarsi più coinvolgere dagli affari dei lupi. 

Avrebbe dovuto bastargli. 

E gli è bastato, finché i lupi non sono tornati, e con loro anche Mark Bennett. Alla fine, hanno affrontato la bestia insieme, come un branco… e hanno vinto. 

Un anno dopo, Gordo si ritrova ancora una volta a essere lo stregone del branco dei Bennett. Green Creek ha trovato un equilibrio dopo la morte di Richard Collins, e con difficoltà Gordo cerca di ignorare Mark e il canto che ulula tra loro. Ma il tempo stringe. Qualcosa è in arrivo. E questa volta striscia da dentro. 

Alcuni legami, non importa quanto forti, sono fatti per essere spezzati.

Ed eccomi qui, con il secondo libro di una serie che, sulla carta, per il modo in cui è scritta, e per qualche altro motivo, non dovrebbe piacermi per nulla e invece sto valutando se attendere la pubblicazione italiana o fregarmene e prendere gli e-book in inglese.

Ho letto questo libro diverso tempo fa, praticamente appena è uscito, finendolo in tempo record. Come il precedente.

E devo dire che mi è piaciuto molto di più rispetto a Wolfsong: intendiamoci, i difetti stilistici che avevo riscontrato nel primo rimangono presenti anche in questo volume, sia pure con una tendenza leggermente minore all'andare a capo ad ogni riga manco stessimo a leggere una storia in versi, ma sono rimasti anche i punti di forza, ossia i personaggi. La found family. Una trama che sì, è messa lì per parlare in ogni libro di una delle coppie ma comunque cerca di avere un senso compiuto, così da mescolare la componente romance con un po' di azione e di suspence.

Solo che stavolta ci si concentra su due personaggi che mi sono piaciuti molto di più rispetto ad Ox e Joe, ossia Gordo e Mark.

I quali, oltre ad essere due adulti e non due ragazzini, si portano dietro la storia tormentata: non sono i due adolescenti alle prese col primo amore, sono i due ex lasciati malissimo di cui uno è ancora incazzato nero e l'altro è ancora sotto un treno totale.

La dinamica è completamente diversa e per me molto più interessante perché porta davvero il mega-dramma tra questi due, con angst, rabbia, farsi del male, cercare di rimettere a posto le cose... io ci sono andata a nozze.

È un libro che per certi versi va anche a completare il precedente, visto che lì il gruppo ad un certo punto si separava ed essendo noi qui con il pov di Gordo, ed essendo il libro un avanti e indietro temporale da far girare la testa, abbiamo finalmente modo di vedere cosa sia successo a quelli che - durante gli eventi di Wolfsong - si sono allontanati da Green Creek. Senza contare che abbiamo i flashback che finalmente ci mostrano come mai Gordo sia così arrabbiato con i lupi, quale sia il momento in cui tutto è andato storto, che noi lettori sappiamo che finirà male eppure tiriamo il moccolo comunque quando succede.

Che poi, a parlare di questa serie finisco spesso per parlare delle coppie ma per quanto sia vero che sono una delle parti principali, è anche vero che Klune non mette solo quelle: cerca di costruire anche una lore, per i suoi lettori, di mettere personaggi secondari che possano essere interessanti, dei cattivi non indifferenti, addirittura abbiamo alleanze e piani che riguardano l'aspetto più politico della serie, una trama principale che cerca di mettere in campo un cattivo che possa durare per altri due libri.

In definitiva, questa serie per me si sta confermando una cosa a metà tra il guilty pleasure e qualcosa con una sua peculiare qualità: continua ad essere vero che non è scritta bene, ma continua ad avere tanto che fa pari con i difetti tecnici.

Per me continua a meritare una possibilità.