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lunedì 17 maggio 2021

Heartsong

Heartsong, di T.J. Klune.

Io con le serie sto in pari solo se sono guilty pleasure, a quanto pare.

Tutto quello che Robbie Fontaine ha sempre voluto è un posto da considerare casa. Dopo la morte della madre passa da un branco all’altro, formando legami provvisori per evitare di diventare selvaggio. Gli basta… finché il presidio dei lupi a Caswell, nel Maine, non lo convoca. 
La vita da braccio destro di Michelle Hughes, il capo di tutti gli Alfa, e l’amicizia preziosa di un vecchio stregone insegnano a Robbie che cosa significhi fare parte di un branco, avere una casa. 
Ma quando Michelle lo invia in una missione sul campo, Robbie si ritrova a mettere in discussione da dove viene e tutto quello che gli hanno raccontato. Girano voci di lupi traditori e magia selvaggia, ma chi sono i traditori e chi il tradito? 
Cosa più importante, Robbie ha un bisogno disperato di risposte, perché uno dei presunti traditori è Kelly Bennett… il lupo che potrebbe essere il suo compagno. 
La verità ha un modo tutto suo di venire allo scoperto. E quando succede, tutto si disintegra.

Nonostante io abbia un serio problema nel rimanere in pari con le saghe letterarie, devo ammettere che ce ne sono alcune che - a prescindere dalla qualità della scrittura - riescono a catturarmi ad un punto tale che appena esce il nuovo capitolo sento il bisogno fisico di leggerlo e di mettere tutto in pausa per riuscire a farlo. 
La serie di Green Creek è una di queste: nonostante, come abbia detto nelle recensioni dei primi due volume, sia scritta non solo piuttosto male ma con uno stile che in linea generale mi respinge come un ragno sul muro, non posso fare a meno di leggere i suoi volumi appena escono e di non smettere finché non li ho finiti.
Devo ammettere, però, che questo terzo volume della serie è stato quello che mi ha interessato di meno: Robbie e Kelly sono due personaggi che non mi hanno mai intrigata particolarmente, quindi centinaia di pagine su di loro col pov di Robbie non erano esattamente ciò che aspettavo con più gioia... ma l'effetto calamita di Klune ha colpito di nuovo. 
Heartsong si stacca, come tipo di narrazione, da quella incontrata nei due volumi precedenti: copre un periodo meno esteso rispetto a Wolfsong, non ha salti temporali come Ravensong, ma ci permette di esplorare l'amore e i sentimenti di Robbie e Kelly in modo diverso. Sostanzialmente ci troviamo di fronte ad una storia dove i sentimenti e i legami ci sono ancora, ma è venuto a mancare ciò che li ha creati e gli ha dato forza.
Ammetto che avere Robbie protagonista è stato meglio di quello che pensavo: non è il mio preferito e non credo che lo sarà mai arrivati al terzo libro su quattro, ma la situazione in cui Klune l'ha messo mi ha permesso di trovarlo interessante, andando ad esplorare aspetti per nulla pesanti come la propria identità quando ci hanno privato di ciò che l'ha definita, trovarsi improvvisamente completamente soli perché chi credevi che fosse la tua famiglia in realtà ti ha solo usato, e il gruppo di totali estranei che ti ha rapito dice di essere la tua famiglia. Rendersi conto di essere stati usati come una pedina, che qualcuno ti ha ferito in un modo crudele e devastante e non eri nemmeno quello a cui mirava davvero, di cui davvero gli importava.
Però ecco, se Robbie sento di averlo conosciuto un po' meglio, Kelly per me continua ad essere il biondino slavato che era fin dal primo libro.
Sul fronte "trama", in questo libro si fanno grandi passi avanti affrontando il mini-boss e preparando quello di fine livello (che si è pure trasformato e se vale la regola dei videogiochi dovrebbe farlo altre due volte). Ammetto però di essere un po' preoccupata per il quarto volume perché oltre all'epica love story dell'ultima coppia ci deve stare dentro pure la battaglia finale e credo un gran bel po' di background, visto che ormai è ovvio che tutto quello che sta succedendo in questo momento a questi poveri personaggi è una diretta conseguenza di cose successe una o due generazioni fa.

Insomma, Heartsong secondo me è il più debole della serie di Green Creek, ma perché si tratta di libri estremamente character driven, e i personaggi in questione non solo non sono i miei preferiti, ma nemmeno li reputo particolarmente interessanti. Però cerca di variare il modo in cui viene strutturata la storia, e porta molto avanti la trama.
E come al solito non so se aspettare l'edizione italiana di Brothersong, o prenderla in inglese. 

4 commenti:

  1. non l'ho ancora letto proprio per i motivi che hai citato: Kelly e Robbie mi interessano poco come personaggi, soprattutto Robbie. Kelly già mi ispira un po' di più, ma avrei preferito avere prima il libro di Carter ^^"

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    1. Alla fine è un libro piacevole che intrattiene, e anche se sul fronte coppia non è che mi abbia detto granché, almeno porta avanti la trama :)

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  2. Posso comprendere l'"effetto calamita" di cui parli anche perché nonostante tutte le critiche che fai mi incuriosisce tantissimo questa serie!
    Come forse ho già detto (o l'hai detto tu in uno dei commenti precedenti?) mi fa pensare ad una sorta di "fanfiction con ambientazione originale", e ogni volta ci vogliono pure le lettre così!

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    1. Il paradosso: sembra una fanfiction ma con personaggi e ambientazione originali 🤣 però, almeno per me, sono proprio quello di cui ho bisogno quando sono stressata.

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