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lunedì 15 novembre 2021

La casa sul mare celeste

La casa sul mare celeste, di T.J.Klune.

A volte serve il libro giusto al momento giusto.

Linus Baker è un assistente sociale impiegato al Dipartimento della Magia Minorile. Il compito che esegue con scrupolosa professionalità è assicurarsi che i bambini dotati di poteri magici, cresciuti in appositi istituti in modo da proteggere quelli "normali", siano ben accuditi. La vita di Linus è decisamente tranquilla, per non dire monotona: vive in una casetta solitaria in compagnia di una gatta schiva e dei suoi amati dischi in vinile. Tutto cambia quando, inaspettatamente, viene convocato nell'ufficio della Suprema Dirigenza. È stato scelto per un compito inconsueto e top secret: dovrà recarsi su un'isola remota, Marsyas, e stabilire se l'orfanotrofio diretto da un certo Arthur Parnassus abbia i requisiti per rimanere aperto. Appena mette piede sull'isola, Linus si rende conto che i sei bambini ospitati nella struttura sono molto diversi da tutti quelli di cui ha dovuto occuparsi in passato. Il più enigmatico tra gli abitanti di Marsyas è però Arthur Parnassus, che dietro ai modi affabili nasconde un terribile segreto. Un'incantevole storia d'amore ambientata in una realtà fantastica, meravigliosamente narrata, su cosa significhi accorgersi che, a volte, si può scegliere la vita che si vuole. E, se si è abbastanza fortunati, magari quella vita ci sceglie a sua volta.

Prima di leggere La casa sul mare celeste, T.J. Klune per me era solo l'autore della serie di Green Creek, ossia un autore fermamente piazzato nella categoria "guilty pleasure" con il bizzarro dono di rendermi dipendente da libri scritti con uno stile discutibile e con elementi di world building che in mano a chiunque altro sarebbero stati una cosa orrenda.
Non esattamente le premesse su cui prendere una edizione in copertina rigida in un periodo in cui i libri stanno sempre di più diventando un bene di lusso dove l'edizione da collezione non si potrebbe più definire tale perché c'è solo quella.
Ma ci sono alcuni ma: il primo è che praticamente tutti hanno parlato bene di questo libro. Il secondo è la rappresentazione.
Ma non quella che pensate voi
In questo libro il protagonista è un assistente sociale.
Il protagonista è un assistente sociale, ed è bravo nel suo lavoro, ed è buono, e non è il mostro insensibile dedito alla burocrazia che ruba i bambini.
E siccome sono un'assistente sociale, e siccome ero in burn-out pieno quando questo libro è uscito, quando la premessa è diventata "libro alla peggio adorabile con protagonista assistente sociale in una luce positiva", beh, eccomi qui anche se costa 18 €.

La casa sul mare celeste ha pienamente soddisfatto le mie aspettative: ci troviamo di fronte ad un fantasy estremamente delicato, dove le creature magiche e le persone dotate di poteri esistono ma sono una minoranza controllata con apposite regole volte alla protezione sia loro, sia di chi magico non è, e che all'atto pratico si basa su pregiudizi e discriminazione.
Linus, il nostro protagonista, è appunto un assistente sociale il cui scopo è valutare che i bambini magici inseriti in orfanotrofi ed istituti vivano in una condizione di sicurezza per loro e per gli altri. Assicurarsi che nessuno ne abusi, quindi, ma anche che i loro poteri non rappresentino un rischio per gli altri.
E siccome è il migliore viene inviato nel più controverso orfanotrofio, dove sono ospitati sei bambini talmente particolari da non poter in alcun modo essere inseriti in strutture "normali", per valutare l'operato del bizzarro direttore, Arthur.

Pensando a mente fredda a quello che è il contesto del libro, una delle cose che mi è venuto spontaneo chiedermi è come fa a risultare così dolce, a scaldare così tanto il cuore, un libro che di base parla di discriminazione e che ha come protagonista un uomo anche lui con bei sintomi da burn-out, che nella vita non ha nulla se non il lavoro, un'insopportabile vicina, ed un gatto?
Beh, perché Klune si è rivelato un autore valido che sa dosare gli elementi: ci sono discriminazione e pregiudizi, ma soprattutto c'è il superarli e il lottare per l'inclusione, anche quando ci si sentirebbe più sicuri rimanendo all'interno della propria piccola bolla, lasciando fuori un mondo che spesso non vuole comprenderti nella migliore delle ipotesi, o vuole farti del male nella peggiore.
E il viaggio di Linus non è un'analisi del suo essersi perso ma la strada per ritrovarsi.

La casa sul mare celeste è quindi un libro incredibilmente dolce, con personaggi adorabili ed umani che fanno del loro meglio per costruire e conservare un piccolo angolo di mondo dove essere amati, accettati e compresi incondizionatamente, perché alla fine se c'è una cosa in cui Klune è bravo è nell'entrarti nel cuore con il trope della found family.
Quindi, in soldoni, trama e personaggi e ambientazione e sentimenti mi hanno convinta completamente.
Ma lo stile, che con Klune è il mio scoglio più grande? 
Ecco, in questo libro Klune scrive in modo diverso rispetto a come l'ho conosciuto fino a questo momento: non va a capo ogni riga, non da per scontato che tu miracolosamente sappia cosa pensano i personaggi, non costruisce solo i sentimenti ma mette un vero impegno nel costruire l'ambiente, e il nemico è sì incarnato in un personaggio in particolare ma si capisce che il vero problema è la società e la mentalità della maggior parte della popolazione che o porta avanti la discriminazione o non ci pensa perché non ne sono colpiti in prima persona.

Insomma, per me questo libro è stato uno di quelli arrivati nel momento in cui ne avevo bisogno.

5 commenti:

  1. Vorrei tanto leggerlo... ma sto aspettando il momento giusto anch'io, perché voglio essere in grado di apprezzarlo per quello che è (un romanzo dolcissimo, a quanto mi è dato di capire) *___*
    Devo solo portare pazienza, e aspettare che il mio mood acido/ultra-cinico si decida finalmente a lasciarmi in pace ahaha! XD

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    1. Oppure potresti usarlo per riparare il mood ultra-cinico 😂 secondo me letto in coppia con Le ricette della signora Tokue è un libro che salva dall'ansia ☺️

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  2. Mi hai incuriosito molto con questo libro, e forse questo potrebbe essere il periodo adatto per leggerlo perché 1) non sto leggendo più molto, mi sono bloccata su due libri ostici per motivi diversi e 2) non sono proprio al massimo del mio equilibrio psicofisico quindi, chissà che non si possa rivelare anche per me il libro giusto al momento giusto!
    Ti farò sapere!

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    1. Mi dispiace che in questo periodo non stai bene, spero che tu riesca presto a trovare di nuovo il tuo equilibrio ❤️
      Oltre questo, anche Le ricette della signora Tokue è uno di quei libri che per me aiutano tanto l'umore quando ci si sente persi.

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    2. Grazie! Terrò presente anche questo! <3

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