Pagine

giovedì 14 luglio 2016

La Casa sulle Sabbie Mobili

La Casa sulle Sabbie Mobili, di Carlton Mellick III.

Dire che non me ne intendo di bizzarro fiction è un eufemismo: si tratta di un genere che mi intimorisce perchè molte delle trame mi sembrano un po' troppo estreme e preferisco orientarmi su fantascienza e steampunk, che sono più vicini alla mia comfort zone.
Poi arrivano i libri come questo, che ti fanno capire come andare in giro a scoprire generi nuovi sia una cosa bella.

Tick e Polly non hanno mai incontrato i loro genitori. Sono confinati nell’appartamento dei bambini dove crescono sotto le cure dell’anziana Tata Warbourogh, nell’attesa di poter incontrare mamma e papà e andare a vivere nel resto della casa. Dopo anni di attesa ormai Polly è diventata troppo grande per i vestiti che ha nell’armadio e dei genitori non c’è ancora nessuna traccia.
Quando i macchinari che rendono autosufficiente l’appartamento iniziano a guastarsi, Polly e Tick sono obbligati ad affrontare il resto della casa. Li aspetta un labirinto di stanze e corridoi in rovina, abitato da creature mostruose che cacciano nelle ombre. La ricerca dei genitori diventa una battaglia per la sopravvivenza, nella disperata speranza di trovarli prima di morire di fame. Il mondo fuori dalle poche stanze in cui sono cresciuti è molto diverso da quello che pensavano di trovare, e più attraversano la casa e più svelano misteri che non avrebbero mai voluto scoprire.

Non iniziare libri a letto se vuoi sentirti così
Sapete quando la trama di un libro vi cattura senza possibilità di scampo, quando non importa chi sia l'autore, quale sia il genere... voi quel libro dovete leggerlo? Ecco, La Casa sulle Sabbie Mobili ha avuto esattamente questo effetto su di me. E ha continuato ad averlo anche mentre lo leggevo: l'ho finito in due giorni perchè - semplicemente - non riuscivo a metterlo giù.
L'ho cominciato a letto, il classico "Un paio di pagine per vedere com'è" ed è finita che ho dovuto farmi violenza perchè sennò in che condizioni andavo a lavoro la mattina?

Il libro segue le vicende di Tick e Polly, fratello e sorella che - come scritto nella quarta - vivono nell'appartamento dei bambini aspettando che i genitori vadano a prenderli.
La narrazione di Mellick è una scatola cinese: si comincia pensando che ok, è ambientato in un futuro distopico quindi le cose sono diverse da come le conosciamo, ma poi iniziano a venire fuori dettagli su dettagli che non tornano in nessun modo e tu, lettore, inizi a sospettare che non sia solo una società diversa.
I bambini, come noi, non hanno idea di come sia la realtà fuori dalle loro stanze, o cosa sia successo, e io mi sono ritrovata in ansia esattamente come loro, col disperato bisogno che qualcuno spiegasse le regole di questo mondo, che raccontasse come si era arrivati da punto A a punto B.
Ero più o meno così, che avessi o meno il libro in mano
I personaggi sono notevoli: Polly è la classica adolescente insofferente a tutto e tutti, che affronta i cambiamenti portati dagli ormoni senza che nessuno possa spiegarle cosa le sta succedendo, egoista e fragile nello stesso tempo. Tick, invece, ha il vantaggio di essere un bambino precoce e curioso, cosa che nella situazione in cui si trovano lo rende molto più stabile della sorella.
Insomma, in questo libro c'è una storia che ti tiene incollato alle pagine e due protagonisti interessanti e ben scritti, ma ha anche una componente emotiva non indifferente: al di là del mistero e della suspence, al di là del bizzarro che permane ogni pagina, quello che Mellick scrive è la paura segreta di ogni bambino: e se mamma e papà mi odiassero? Se non gli piacessi? Perchè non vengono? Si sono dimenticati di me?
Cosa posso fare, se mamma e papà si sono dimenticati di me?

Insomma, a parte una scena che per me non era necessaria, questo libro mi ha totalmente conquistata, e commossa. È anche uno di quei libri che riesce ad incomportare elementi di generi diversi senza che diventi un minestrone incomprensibile: c'è un po' di fantascienza, una versione piuttosto distorta del romanzo di formazione, un po' di fantascienza, un po' di distopia, tanto horror... e quando sono arrivata alla fine, commozione come non mai.


6 commenti:

  1. Di Mellick ho letto solo "Il villaggio delle sirene" e mi è piaciuto moltissimo. Questo lo sto tenendo d'occhio da un po', e dopo la tua recensione sono sicura che lo leggerò. *_*

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Avevo letto anche Puttana da Guerra, che mi era piaciuto assai, ma questo è su un'altro livello. Ora, comunque, dovrò prendere anche Il villaggio delle sirene *_*

      Elimina
  2. Questo era già in wish list ma adesso sono ancora più curiosa!!! :)

    RispondiElimina
  3. Il mio preferito tra tutti quelli di Mellick, inclusi quelli non tradotti o che non tradurremo probabilmente mai. ^^
    Sembra incredibile che sia opera dello stesso tizio che ha scritto quella carneficina perversa che è "Apeshit". XD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A parte questo di Mellick ho letto solo Puttana da Guerra, e più o meno si può immaginare che siano dello stesso autore. Ora sono incuriosita da Apeshit, e da come non lo sembri XD

      Elimina