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venerdì 26 gennaio 2018

La vita sessuale dei nostri antenati

La vita sessuale dei nostri antenati, di Bianca Pitzorno.

Ed eccomi qui con un libro di Bianca Pitzorno. Il primo da quasi due decenni.

Fine anni Settanta. Ada, 37 anni, docente universitaria di greco antico appassionata del mito di Orfeo, vive una folgorante avventura erotica con uno sconosciuto. Un fatto che, in contrasto con la sua proverbiale razionalità, le conferisce il dono di interpellare le sue più lontane antenate e rievocare vicende familiari perse nella notte dei tempi, ricomponendo una grande saga all'insegna del sesso, delle menzogne, dell'amore, dei silenzi e dei tradimenti.

Bianca Pitzorno è stata l'autrice della mia infanzia e pre-adolescenza: ho amato il suo stile, le sue storie, i suoi personaggi.
Bambine in cui io mi identificavo, con avventure stranamente normali che - alla lunga - mi mostravano come la meraviglia fosse possibile trovarla anche in un'infanzia normale.
Bianca Pitzorno è anche un'autrice che ho perso di vista una volta uscita dal target, che a parte Ascolta il mio cuore non so nemmeno più che fine abbiano fatto i suoi libri, ma che sono stata felice di ritrovare una volta scoperto che ha iniziato a scrivere per gli adulti... e come potevo non incuriosirmi di fronte ad un libro da titolo accattivante come La vita sessuale dei nostri antenati, sottotitolo Spiegata a mia cugina Lauretta che vuol credersi nata per partenogenesi?
Nonostante il cambio di target ho trovato diversi richiami a ciò che aveva amato da piccola: la bambina - qui le bambine - orfana a causa dei bombardamenti, una nonna aristocratica ed autoritaria, uno zio scapolo erettosi a figura paterna per le piccole. La volontà di descrivere l'Italia com'era, la vecchia mentalità, la vita nei piccoli centri abitati dove nuovo ed antico sembrano quasi coesistere per magia.
Tutte cose che mi hanno "aiutata" nella transizione da "romanzi per bambini" a "romanzi per gli adulti".
Ma ora parliamo del libro, che devo dire ho trovato parecchio strano: siamo di fronte a qualcosa che riesce ad essere sia una saga familiare, quella dei Bertrand-Ferrel, che una storia fortemente intima della protagonista Ada.
Ada è una donna matura, più vicina ai quaranta che ai trenta, femminista convinta alla fine degli anni Settanta, concentrata sulla sua carriera universitaria. Convive da anni con Giuliano ma non hanno figli, un po' per scelta e un po' per destino, e un bel giorno si trova costretta a tornare al paese natio dopo che l'amatissimo zio Tancredi ha avuto un leggero ictus. Qui possiamo trovare il primo filone narrativo: una donna adulta che deve venire a patti col fatto che il genitore (perché Tancredi ha fatto da padre ad Ada e Lauretta) sta perdendo colpi, che ormai è un vecchio, che più prima che poi perderà l'ultima persona per cui è sempre stata - e sempre sarà - una bambina.
Ma solo questo era troppo semplice, quindi la Pitzorno ci travolge con le dinamiche dei Ferrel e dei Bertrand nel presente e nel passato più o meno remoto: quando Ada era bambina e ragazza, e suoi i contrasti generazionali con la nonna. Quando Tancredi era un ragazzo. Quando era viva l'inarrestabile nonna Ada.
E poi abbiamo gli antenati, la capostipite, il matrimonio dei nonni... e gli scandali, gli amori impossibili, quelli proibiti e inconcepibili. Il sesso, la lussuria e la pudicizia, a riprova che nel passato non erano tutti puritani e che certe cose si son sempre fatte, e divertendosi pure.
Lo stile riflette la volontaria frammentarietà della storia: a volte narratore omniscente, mentre altre siamo ben piantati col punto di vita di Ada, altre volte c'è direttamente la prima persona - che per un numero consistente di pagine abbiamo i racconti della nostra eroina al suo analista - oppure racconto romanzato o pagine di diario.
Questo caos, che in mani meno abili sarebbe stato davvero caos, qui diventa un mosaico in cui tanti piccoli pezzi diversi tra loro restituiscono un'immagine complessa, con personaggi complicati e contraddittori come possono esserlo solo quelli ben costruiti.

Siamo di fronte ad un libro perfetto, un capolavoro? Secondo me no. È un libro interessante, coinvolgente e ben scritto, ma per sua natura è un libro che non chiude tutte le storyline: in un caso si capisce facilmente cosa sia successo (ma come si risolverà la situazione è un finale aperto), ma in un altro si capisce solo che c'è qualcosa di più complesso di quello che sembra, e per sapere cosa occorre andare nel blog dell'autrice... e io sono caduta della nuvole perché è un plot-twist così grande da sfiorare l'assurdo e per me avrebbe necessitato di grosse spiegazioni.

Però io lo consiglio, soprattutto se siete cresciuti con i libri di Bianca Pitzorno.

6 commenti:

  1. Mai letta la Pitzorno, sai?, però questo mi ispira moltissimo.

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    1. Più che questo ti consiglio Ascolta il mio cuore, anche se l'età consigliata è circa dagli otto anni in su.

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  2. Mi avevi già convinta con il teaser, ma questo ci ha messo la pietra sopra! Spero di riuscire a leggerlo presto! :)

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  3. Mi ripeto di comprarlo dal momento in cui è uscito, non capisco perché non sia già in mio possesso. Che sia la volta giusta? In fondo, mi riconosco quasi sempre al 90% nei tuoi gusti letterari.

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    1. Speriamo che non sia nel 10% XD ma se hai amato la Pitzorno hai ottime probabilità di apprezzare anche questo :)

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