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mercoledì 29 ottobre 2014

I ragazzi venuti dal Brasile


I ragazzi venuti dal Brasile, di Ira Levin.

Ho usato una delle copertine americane perchè quella italiana è questa, che trovo veramente brutta e inerente zero alla trama.
Non che ce l'abbia in casa: Ira Levin, per motivi a me ignoti, è praticamente fuori catalogo (sono riuscita a trovare giusto La Donna Perfetta) quindi sì, l'ho scaricato. Se qualcuno si decidesse a ripubblicarlo lo prenderei - come Rosemary's Baby - ma evidentemente alle CE i miei soldi non interessano.
Spoiler.

La Seconda guerra mondiale è finita da decenni; il dottor Josef Mengele, il famigerato medico dei lager nazisti celebre per i suoi crudeli esperimenti sulle cavie umane, ha trovato scampo in un paese sudamericano, dove con tutta calma, cerca di attuare il suo folle piano: la clonazione di Adolf Hitler per far sì che il nazismo si ripresenti ancora una volta nella storia per conquistare e sottomettere il mondo. Ha fatto nascere e adottare 14 cloni perfetti del Fuhrer, allevati in tutto il mondo da famiglie quanto più simili a quella "originale". Ma non tutto fila liscio. Alcuni giovani ebrei, coordinati da un cacciatore di nazisti, scoprono le trame di Mengele...

Se devo essere sincera non è che la trama me la ricordi proprio così e trovo assurdo che il colpo di scena venga buttato lì nella quarta ma, alla fine dei conti, è da quando è uscito il film che nessuno cerca più di nascondere che i bambini sono cloni di Hitler.
La storia è ambientata alla fine degli anni '70, quando la maggior parte delle persone sta cercando di lasciarsi la guerra alle spalle e inizia a considerarla un semplice evento storico. Un momento di cambiamento, che chi la guerra l'ha vissuta nel modo più traumatico possibile non riesce a seguire: i sopravvissuti ai campi di concentramento, i cacciatori di nazisti, non fanno più notizia e - agli occhi dell'opinione pubblica - stanno diventando dei vecchi rancorosi incapaci di lasciarsi il passato alle spalle. La meschina opinione di non capisce, e non può capire, la follia suprema del nazismo.
Ma ci sono altri, che come loro non riescono a dimenticare: sono i cattivi, i nazisti fuggiti che dai loro nascondigli progettano un ritorno che nessuno si aspetta, un piano folle e disperato. 
Più folle, ma meno epico
Ovviamente, altrimenti non ci sarebbe il libro, alcuni dettagli del piano vengono scoperti: omicidi, semplicemente, di 94 uomini. Uomini che non si conoscono, che non hanno influenza e la cui morte non gioverà a nessuno, e infatti il vecchio cacciatore di nazisti Lieberman è propenso a lasciar perdere, eppure... perchè è stato proprio Mengele, la sua nemesi, ad organizzare la missione?
In pratica è un giallo, un'indagine serratissima in cui il protagonista cerca di mettere insieme un puzzle senza avere tutti i pezzi e senza neanche sapere qual è l'immagine.... e santo cielo quanto internet e i cellulari aiutano in situazioni simili, perchè un sacco di cose sarebbero state più semplici per quei poveri personaggi se avessero potuto consulate wikipedia.

Ad ogni modo il libro vince per l'atmosfera di disagio, quasi di sconfitta, che trasmette in ogni pagina: l'eroe che seguiamo non è giovane e forte, è vecchio e bastonato dalla vita. Un uomo che ha già vissuto il suo momento di gloria e adesso si trova senza soldi e senza agganci, a combattere un'ultima battaglia in cui nessuno vuole aiutarlo perchè non interessa più. E se già questo rende il libro meritevole di essere letto, il dubbio etico lo rende ancora migliore: è chiaro che i piccoli cloni sono abbastanza sul disturbato andante, ma è anche vero che per ricreare l'ascesa di Hitler non basta mettere un bambino col suo corredo genetico in una situazione familiare simile. In ogni caso i genitori sono persone diverse, che parleranno di cose diverse. Le persone intorno a lui saranno diverse. Il paese in cui vivrà sarà diverso.
E che dire della particolare situazione del mondo che ha permesso ad un folle di ottenere quel potere?
Il parere dell'esperto, prima di sapere chi era l'originale
È ovvio che il piano di Mengele è disperato, ma forte come la disperazione è la paura, il 'e se?' di Lieberman e dei suoi alleati. E se uno diventa come lui? E se fossero due? E se avessero mezzi di comunicazione maggiori? E se?
Ma, come dice Lieberman, sono soprattutto bambini. Bambini che non hanno fatto niente e che, molto probabilmente, non faranno niente. Anche l'ultimo clone, quello che più di tutti sembra seguire le orme dell'originale... come fai a sapere se sarà davvero una minaccia, o se è solo un tredicenne che non si sente capito e che sogna la gloria?
L'ambiguità dei cloni è un punto a favore della storia: sono costantemente sulla linea che separa le prime irrazionalità dell'adolescenza e la sociopatia, e la suggestione di cui il lettore è vittima (perchè sappiamo cosa potrebbero diventare) rende difficile capire da che parte stanno.
Con possibile evoluzione in Caotico Malvagio o Legale Malvagio
Alla fine? Alla fine il pericolo viene anche dai buoni perchè se qualcuno sapesse dei cloni potrebbe volerli usare (il potenziale carisma è tutto lì), ma il piano di uccidere novataquattro bambini senza fare domande per salvare il mondo è esattamente lo stesso di Mengele all'inizio: uccidere novantaquattro uomini per salvare il Reich. E come dice Lieberman, sono loro quelli che ammazzano i bambini. Per fermare l'ipotetica minaccia di un ragazzo non ancora uomo non serve ucciderlo, serve un mondo che non gli permetta di diventare un mostro. E se lo diventa, che non lo metta al potere.

In definitiva a me questo libro è piaciuto da morire: per la storia, per la conduzione dell'indagine, per come i tasselli si mettono insieme, e per come riesce a metterti davanti alla domanda "Se potessi uccidere Hitler bambino, quando ancora non ha fatto nulla e senza la certezza che diventi Hitler, lo faresti? Lo faresti novantaquattro volte?"

Nota di curiosità inquietante: il libro è uscito che Mengele era ancora vivo. Potrebbe averlo letto.

2 commenti:

  1. Ecco, questo è sicuramente da recuperare, insieme a "La donna perfetta"! :)
    Gli interrogativi che sembra suscitare, oltre che amletici, sembrano terrificanti; per di più la tua descrizione del protagonista mi ha fatto pensare al detective Hodges di "Mr Mercedes", un anziano e malandato "Cavaliere del Distintivo e della Pistola" a cui mi sono già affezionata tantissimo! ^____^

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    1. I vecchi combattenti in declino attirano sempre simpatia :D
      È un libro davvero notevole, ed è un peccato che nelle nostre librerie non si trovi :(

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