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mercoledì 21 gennaio 2015

La lettrice di tarocchi


La lettrice di tarocchi, di Jeanne Kalogridis.

Niente da fare, la Kalogridis proprio non ci riesce a replicare quanto fatto in Alla corte dei Borgia: un libro così assurdo da fare il giro e diventare divertente. Dopo la delusione de La Regina Maledetta avevo sperato che il ritorno al Rinascimento italiano potesse aiutarla.
Mi sbagliavo.
Spoiler.

Figlia illegittima del duca di Milano Galeazzo Maria Sforza e di Lucrezia Landriani, Caterina crebbe nella raffinata corte di Milano della seconda metà del Quattrocento. La sua affascinante vicenda personale e politica è raccontata in questo romanzo dalla voce della sua dama di compagnia, Dea, esperta lettrice di tarocchi. Mentre Dea cerca nelle sue carte il nome dell'assassino del marito di Caterina, lei sfida le convenzioni sociali in nome della passione e combatte contro chi vuole rubarle le terre e il titolo. Ma le carte di Dea non mentono, e mostrano un nome, quello dell'uomo che riuscirà a distruggerla, Cesare Borgia.

Per quello che mi riguarda Jeanne Kalogridis rappresenta un po' il sunto di quello che un autore non dovrebbe essere: non sembra sicura di quello che vuole trasmettere al lettore, non riesce a capire quando le storie d'amore o di sesso stonano, ha serissimi problemi a rendere i personaggi complessi, non capisce che gli antagonisti possono essere interessanti e molto spesso si scorda dove abita la coerenza.
In ambito storico sono più confusa: accanto a sfondoni pazzeschi c'è cura nei dettagli, come il fatto che non furono i Borgia ad usare i figli di Caterina come arma di ricatto, salvo sentirsi rispondere che aveva i mezzi per farne altri.
Ad ogni modo questo libro è un po' un fallimento su tutti i fronti.
Jeanne Kalogridis
La protagonista è Dorotea, detta Dea, un'Emerita Figlia di Nessuno. Nonostante questo è stata informalmente adottata da Bona di Savoia, moglie di Galeazzo Sforza e matrigna di Caterina, e cresciuta insieme ai figli legittimi e illegittimi del conte.
Dorotea è un personaggio molto noioso, probabilmente perchè si tratta di una donna durante il Rinascimento, senza particolari grilli per la testa e piuttosto bigotta. La sua unica funzione è raccontarci la vita di Caterina Sforza, di cui diventa dama di compagnia, al punto che ad un certo punto ti chiedi perchè la protagonista non è direttamente Caterina: sue sono le azioni, suoi sono i piani, sua è la trama... mentre Dorotea è lì per scandalizzarsi e non capire.
Ma Dea è speciale: è figlia di una lettrice di tarocchi francese, e dalla madre ha ereditato il Dono. Cosa potrà mai fare, con questa mirabolante capacità? La risposta è assolutamente niente.
Da un libro che si intitola La Lettrice di Tarocchi uno si aspetta che le carte vengano lette più di cinque volte, e che la cosa abbia un ruolo, ma questo è un simpatico errore dell'edizione italiana a cui il titolo originale (The Scarlett Contessa) evidentemente faceva schifo.
Ma il succo non cambia: Dea è una fanciulla tanto speciale quanto inutile, e il suo apporto agli aventi zero assoluto. Solo alla fine potrebbe fare qualcosa (uccidere Cesare Borgia) ma cambia idea e non lo fa.
Per il resto non si capisce come mai tutti la amino considerando che si tratta di una donna dalla personalità incredibilmente scialba: i Medici vorrebbero adottarla (Lorenzo in primis); Caterina Sforza non può vivere senza di lei; Rodrigo vuole farsela appena la vede; Cesare non la ammazza all'istante anche se lei ha provato ad ucciderlo...
Cavolo, almeno Sancia era divertente della sua incosistenza. Dorotea è solo noiosa.
E ha serissimi problemi nelle conversazioni: chiede ad un tizio notizie della famiglia:
"Questo, non lo so", rispose. "Sono orfano"
"Che coincidenza! Anch'io."

Finissimo dialogo. Come ha commentato mia sorella: la risposta che ti fa sembrare un essere umano senziente è qualcosa sullo stile "Mi dispiace, so cosa si prova" e non "Che coincidenza! Anch'io".
Classici dialoghi deliranti in stile Kalogridis.
Ma per me l'esempio della sua confusione ed incapacità di scrittura si trova verso l'inizio, quando descrive la povera Bona.
Dio le aveva conferito una corporatura robusta, arti tozzi, un collo corto e grosso che le rimpiccioliva il volto largo. Non era brutta - il naso era corto e rotondo, la pelle fine e morbida come cipria, i denti piccoli e regolari - ma aveva una fronte bassa con sopracciglia folte e imponenti. Aveva un profilo piatto, gli occhi disanziati, un mento piccolo che si perdeva nelle pieghe di grasso acquisite dopo la nascita del primo figlio.

Ora, io non sono una scrittrice, ma come lettrice ritengo che ci siano altri modi di descrivere una donna non bella ma comunque gradevole: cara Kalogridis, non puoi dirmi che non è brutta e poi descriverla così perchè l'hai dipinta mostruosa.
Il livello di coerenza qui applicato si ritrova anche nelle psicologie dei personaggi, col risultato che non si capisce mai se sono buoni, cattivi, intelligenti, stupidi, sinceri, bugiardi.
Alla fine ho semplicemente pensato che fossero una manica di idioti, e tutto tornava.

Ma Caterina? Partiamo dal presupposto che Caterina Sforza nella vita vera è stata una donna cazzutissima. L'avevano soprannominata la Tigre di Forlì, roba che solo Sandokan è stato abbastanza badass da avere un nome simile e solo perchè è un personaggio inventato.
Qui? Qui la Kalogridis sembra pensare che una donna abbia solo un modo per affermarsi: andare a letto con più gente possibile con il minimo coinvolgimento emotivo possibile. Caterina ottiene quello che vuole aprendo le gambe: gli uomini la desiderano, e lei sfrutta la cosa per divertirsi e manipolare come se non fosse lei quella che ha più da perdere con una condotta simile.
Tant'è che alla fine l'antagonismo coi Borgia non nasce solo dalla politica ma dal fatto che Caterina ha troncato di sua iniziativa la relazione con Rodrigo, umiliandolo e garantendosi il risentimento eterno dell'uomo che, si sa, nella vita altro non aveva da fare che vendicarsi di un'ex-amante. Ma no, quasi è più importante la storiella con la Sforza di quella con Giulia Farnese.
Le sue imprese militari sono descritte molto male, e veniamo informati velocissimamente di come abbia avuto un po' di esperienza in materia. Personalmente credo che la Kalogridis si intenda poco e niente di strategia e simili e abbia sorvolato per non tirare sfondoni, ma la butto qui come mera teoria personale.

Altro momento bellissimo e WTF completo è quello in cui Caterina cede ai Borgia, a Forlì.
Ricordiamo che stiamo parlando di Caterina Sforza, che quando le dissero di arrendersi o avrebbero ucciso i suoi figli si tirò su le sottane urlando "Fate pure, Dio mi ha dato modo di farne altri dieci" o qualcosa di simile.
Ma quando Dorotea viene fatta prigioniera da Cesare le cose cambiano.
"Le è stato garantito un salvacondotto a condizione che mi arrendessi."
Per i figli assolutamente no, ma per la dama di compagnia sì.
Coerenza, where are you?
Da un lato vorrei ridere, dall'altro... ma perchè appiattire così le personalità interessanti, le vicende che ci fanno pensare che la Storia è bella?
Oh, ad un certo punto poi salta fuori che Dorotea è figlia illegittima di Galeazzo e quindi sorellastra di Caterina. Ci può anche stare, ma considerando che gli altri figli naturali lo sapevano ed erano stati trattati di conseguenza... perchè lei no? Puzzava, forse?

Poi c'è anche tutta una sottotrama in cui Lorenzo de Medici e famiglia fanno parte di un gruppo mistico di stregoni (ma non sono eretici, eh, parlano con gli angeli), che cercano conoscenze e provano ad influire sugli eventi in questo modo. Che l'innamorato di Doroea, Luca, è stato mandato da Girolamo Riario per cercare di portarlo verso la luce... tutta roba che viene buttata lì e mai risolta del tutto perchè, evidentemente, Dorotea che raggiunge l'orgasmo è più interessante.

La capacità della Kalogridis di destreggiarsi tra protagonisti ed antagonisti è sempre mirabile: qui, per qualche motivo, le donne sono tutte buone (unica con un minimo di complessità: Caterina), spesso vittime di uomini malvagi. Capire l'allineamento dei personaggi maschili è più semplice: escludendone tre (Lorenzo, Cesare e Feo) se sono belli sono buoni e se sono brutti sono cattivi. Una cosa che mi aspetto nelle favole, non in libri moderni per adulti, che hanno pure la pretesa di essere presi seriamente.

Morale della favola? Un libro noioso, con una protagonista inutile e detestabile, che appiattisce tutte le vicende che tocca.
Infinitamente meglio Da Vinci's Demons: almeno ci si ammazza dal ridere.

10 commenti:

  1. Spettacolo di recensione, come al solito XD
    Ma qualcuno mi spiega con quale criterio le case editrici abbiano deciso di pubblicarle qualsiasi cosa abbia messo per iscritto?

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    1. Grazie ^-^
      Guarda, è un dubbio he ho anche io: questo libro non è stato pubblicato all'insegna del "è uno young adult, non serve la qualità quindi vediamo quanta merda possiamo pubblicare prima che si lamentino". È un libro di narrativa storica serio, con l'intento di essere serio e venduto come tale. Ce ne saranno pur stati di migliori D:

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  2. Non penso che lo leggerò, ma ho letto la tua recensione con tanto, tanto, tanto piacere! *__* Complimenti, come sempre! :)

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    1. Evitalo pure, per adesso l'unico della Kalogridis che merita è Alla corte dei Borgia. Quello fa ridere davvero.

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  3. L'ho letto lo scorso anno e concordo su tutto. Noiosissimo il libro e noiosissima, nonchè inutile, lei. E Caterina Sforza era di sicuro molto più tosta di come è stata rappresentata.

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    1. Credo che tutti i personaggi della Kalogridis fossero molto più tosti di come li scrive lei XD
      Che poi, capisco che siccome la protagonista è inventata non puoi farle fare cose che hanno fatti personaggi storici, ma trovale qualcosa da farle fare. Scrivile una sottotrama decente (mi rifiuto di considerare sottotrama il tentativo di accasarsi e il delirio della setta e dell'angelo >___< )

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  4. Dio le aveva conferito una corporatura robusta, arti tozzi, un collo corto e grosso che le rimpiccioliva il volto largo. Non era brutta - il naso era corto e rotondo, la pelle fine e morbida come cipria, i denti piccoli e regolari - ma aveva una fronte bassa con sopracciglia folte e imponenti. Aveva un profilo piatto, gli occhi disanziati, un mento piccolo che si perdeva nelle pieghe di grasso acquisite dopo la nascita del primo figlio.

    Sembra la descrizione di un cinghiale, porca vacca XD

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    1. Sì infatti. Non è che basta dire 'ma non era un cesso' per essere credibile.

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  5. Ahahah adoro leggere le tue stroncature!! E non leggerò sicuramente questo romanzo, con la protagonista che ha il superpotere dell'appiattimento delle vicende in cui è coinvolta!! :P

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    1. È un romanzo evitabilissimo. Ci vuole talento per rendere noiosi gli eventi di quel periodo storico, e la Kalogridis ne ha tanto >_>

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