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martedì 13 giugno 2017

Nemesi

Nemesi, di Philip Roth.

Credo sia giunto il momento di uscire dalla mia confort zone, e leggere libri che non appartengano alla lettura d'evasione o ai classici dall'Ottocento in giù.

Estate 1944. Nel «caldo annichilente di una Newark equatoriale», il ventitreenne Bucky Cantor, un animatore di campo giochi che si dedica anima e corpo ai suoi ragazzi, è costretto a combattere la sua guerra privata contro una spaventosa epidemia di polio che colpisce e uccide i bambini. In una città sotto assedio, Philip Roth racconta con toccante poesia la lotta impari e senza tempo tra l'uomo e il suo destino.

Nemesi è un libro particolare, tanto che parlandone uno si aspetterebbe quasi che sia noioso. In fin dei conti chi ambienta una storia nel 1944 e non parla della Seconda guerra mondiale, decidendo di parlarle, invece, di un giovane che assiste impotente ad un'epidemia di poliomelite? Che tipo di trama potrà mai venirne fuori?
Ero perplessa, ma questo mi ha permesso di capire che Philip Roth è uno scrittore che sa il fatto suo, e neppure poco, quindi nonostante le premesse mi sono trovata davanti ad una storia solo apparentemente semplice, che in un numero limitato di pagine riesce a mostrare in modo intimo il suo protagonista, e contemponeamente a dipingere la lotta dell'uomo contro l'invisibile, che finisce per assumere i connotati di un'impari lotta contro il divino
Il fulcro attorno a cui ruota tutto il romanzo è Bucky Cantor, che Roth ci mostra in modo particolare: spesso, nei romanzi, i personaggi eroici ci vengono presentati come tali, e poi vengono descritte tutte le piccole manchevolezze che li rendono persone normali. Qui è il contrario: Bucky è mostrato come una persona normale, ma la sua storia, come essa ha formato il suo carattere, come affronta i suoi demoni e come ciò influisce nel modo in cui vive...è questo a renderlo degno di ammirazione. Un eroe quotidiano, uno di quelli che nessuno nota perchè non compie gesti eclatanti ma si "limita" a fare il meglio che può ogni giorno, quasi per fare ammenda di colpe inesistenti (come l'essere stato rifiutato alla leva per via della pessima vista, che vive al pari di un atto di codardia pur non avendone responsabilità alcuna).
Bucky non può combattere i nazisti in Europa, ma si trova a combattere la poliomelite in casa: un nemico impossibile e crudele, negli anni precedenti il vaccino. Un nemico invisibile, che colpisce i bambini nonostante le precauzioni, che uccide e lascia menomati, e noi vediamo il nostro eroe fare tutto il possibile e oltre, mentre in ogni caso il numero di malati sale.
Alla fine Nemesi, per me, è una rappresentazione dello stato umano quando ci si trova di fronte ad un avversario così alieno che non è possibile vincere: la poliomelite non è un esercito, è una malattia di cui - in quel momento - non si conosce nulla. Non si sa come funziona il contagio, né come curarla, o semplicemente come arginare l'epidemia.
È una guerra che presto diventa personalissima, che porta a domande sulla natura dell'uomo e, nel caso dei credenti, di un Dio che libera una tale piaga sugli innocenti senza fare distinzioni (la vicenda si svolge nel quartiere ebraico, portando alcuni a chiedersi cosa hanno fatto loro, popolo eletto di Dio, per meritarsi Hitler e la polio contemporaneamente).
Una cosa interessante riguarda lo stile: il libro è scritto in prima persona, non dal punto di vista di Bucky bensì da quello di uno dei bambini che frequenta il campo di cui è animatore. La particolarità però sta nel fatto che non sappiamo quale sia di loro: il narratore ci è completamente sconosciuto anche se ci sta raccontando la storia nel senso più stretto del termine.

Non è un libro lungo, ma nonostante la sua brevità è un libro intenso. Da leggere, ma non a cuor leggero.

8 commenti:

  1. Di Roth, a dicembre, ho amato profondamente Indignazione.
    Lo avevo letto in ebook, ma lo volevo troppo. Così ho preso un volume unico, intitolato appunto Le nemesi, in cui sono contenuti diversi di questi racconti lunghi - anche questo di cui hai parlato tu oggi. Non vedo l'ora di leggerlo, anche se devo essere pronto. So che non sarà facile, al solito.

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    1. Nemesi aveva tentato anche me, ma non conoscendo l'autore ho optato per un solo libro. Ora devo decidere con cosa continuare :)

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  2. Ecco, ora mi hai messo davvero curiosità! *-* Ho sentito parlare spesso di questo autore ma, proprio perché non rientra nella mia confort zone, non mi sono mai avvicinata ai suoi romanzi... direi che potrei tentare, però ^_^

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    1. Tenta, una delle cose divertenti della lettura è uscire dalla confort zone e scoprire autori e temi nuovi :D

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  3. Roth, da anni, è l'autore col quale ho più affinità...
    le sue zone grigie, quell'ombra che solo lui sa descrivere, hanno la purezza che pochi possono eguagliare

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    1. Non lo conosco ancora così bene, ma mi fai ben sperare che leggerlo sarà sempre un'esperienza potente :)

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  4. Di Roth ho letto un solo libro, di cui al momento mi sfugge il titolo, e non era andata benissimo. Era stata una lettura che non mi aveva lasciato nulla, ma tu mi hai ricordato che una seconda possibilità non la si nega a nessuno! Mi segno subito il titolo.

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