Pagine

venerdì 4 agosto 2017

Abaddon

Abaddon, di Giuseppe Menconi.

Questo è il secondo libro di Giuseppe Menconi che leggo e niente, si conferma il talento.

Il maggiore William Boore è un eroe di guerra.
Il maggiore William Boore è un codardo.
Sono passati due anni da quando William ha causato la morte di tutta la sua squadra e, per puro caso, è divenuto un eroe. Da allora è stato assegnato a sorvegliare Abaddon, la colossale astronave nera che da sessant'anni rimane sospesa tra il Golden Gate e Alcatraz, senza comunicare, inaccessibile.
Abaddon è divenuto un luogo per suicidi, disperati che si lanciano dal Golden Gate contro gli scudi di energia dell'astronave, convinti di venire portati altrove invece di essere disintegrati.
Molti pensano che gli alieni siano tutti morti e l'astronave sia solo una tomba. William lo spera: vuole passare qualche anno tranquillo, divenire tenente colonnello e finire dietro una scrivania senza rivedere più un combattimento, pensando solo alla moglie e al figlio.
Ma, un giorno, gli scudi di energia si abbassano. William, con la sua squadra, dovrà entrare e affrontare gli orrori di Abaddon, assieme al pericolo più grande di tutti: sé stesso, un ufficiale che ha perso la capacità di comandare e di vincere. 

Sapete quando in tv beccate un film di fantascienza violento, con mostri alieni, assolutamente trash e ridicolo, e una parte di voi pensa "Se solo fosse fatto bene"? Ecco, Abaddon è il "se solo fosse fatto bene".
Questo mi porta alla prima considerazione: Menconi ha uno stile cinematografico, adrenalinico, e molto alla action-movie americano. Riesce a scrivere scene d'azioni concitate ma non confuse, e la sua è una scrittura che - almeno per me - si presterebbe tantissimo ad un adattamento per il grande schermo.
Abaddon è una storia di fantascienza, diversa da quelle che ho letto finora: tanto per inziare, il protagonista. William Boore, come annunciato dalla quarta di copertina, si è scoperto codardo: soldato abilissimo e senza pietà, dopo aver messo su famiglia si è reso conto di aver paura di morire, di voler vivere una vita quanto più tranquilla e sicura possibile con sua moglie e suo figlio.
Un uomo non più adatto alle missioni sul campo perchè mette al primo posto la propria sopravvivenza, con un discreto PSTD, che non ha detto niente a nessuno delle sue condizioni perchè... beh, è un codardo, no?
La totale inadeguatezza di Boore nel suo ruolo è uno dei fattori volti a creare l'ansia: a parte quello, l'autore ha messo un simpatico conto alla rovescia, per cui tu lo sai che ad un certo punto succederà qualcosa... e quel qualcosa non è ciò che ci si aspetta: voglio dire, astronave aliena apparentemente morta che all'improvviso si accende è una premessa che permette di lanciarsi in ipotesi. E almeno quelle che facevo io si sono dimostrate sempre errate.
Tranne una, verso la fine, ma perchè sparando a caso nel mucchio statisticamente qualcosa alla fine prendi.
Ho trovate interessante anche come Menconi abbia ribaltato molte prospettive: i personaggi si trovano in un posto immenso, eppure il senso di claustrofobia regna sovrano. Devono esplorare un luogo sconosciuto, mentre - teoricamente - sono più o meno dove erano prima.
Come al solito, con i libri editi da Vaporteppa le recensioni mi vengono molto corte: in generale i romanzi da loro pubblicati hanno un sacco di colpi di scena, per cui parlarne approfonditamente significherebbe rovinare la lettura ai potenziali futuri lettori. Abaddon non fa eccezione, con una prima parte che accumula domande e misteri, accompagnata da un autore abbastanza bravo da fornire due o tre teorie plausibili al lettore.
Sul serio, bisogna essere bravi per creare un mistero e buttare al lettore indizi che gli permettano di lanciarsi in assurdi voli pindarici, e poi comunque la soluzione sta tutta da un'altra parte.
Quindi, in definitiva, siamo di fronte ad un libro horror/fantascienza con gran belle scene d'azione, un'ambientazione ben costruita e (soprattutto) ben sfruttata, un protagonista particolare, un'ottima gestione del ritmo.
Se proprio devo trovare un difetto, è quanto sia chiaro che i membri della squadra di Boore sono carne da macello che neanche gli adolescenti scemi di Nightmare, ma non cambia quanto questo libro sia divertente.

11 commenti:

  1. Concordo su tutto!
    Tempo fa ho comprato anche "Il grande strappo", che spero di leggere a breve :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti dirò, per quanto mi sia piaciuto questo... Il grande strappo lo reputo migliore. Ma leggilo quando sei felice, ottimista e allegra, così alla fine starai solo male.

      Elimina
    2. Infatti lo volevo leggere ma ho paura di piombare nel vortice della depressione, per cui attenderò il momento più adatto XD
      PS: Non so se sai che è appena uscito un nuovo romanzo di Menconi! Ti lascio il link, io l'ho appena scoperto XD https://www.amazon.it/dp/B074MN9PQ5/ref=as_li_ss_tl?ie=UTF8&linkCode=sl1&tag=baionelibrar-21&linkId=251a79ba614974c931733be1960c2f5d

      Elimina
    3. Ho visto, appena possibile sarà mio *_*

      Elimina
  2. é solo una mia impressione o questo libro mi fa salire l'ansia? Insomma, il conto alla rovescia, il soldato con PSTD, l'accenno a Nightmare...
    Ansia buona intendo, quella che ti tiene incollata alle pagine perché hai bisogno di sapere che tutto andrà bene

    RispondiElimina
  3. Ciao!
    Con i romanzi di Menconi c'è una crescita abbastanza percepibile di profondità e trasparenza della scrittura dal primo all'ultimo.

    "Abaddon" per quanto ottimo soffre appunto di qualche azione ripetitiva di troppo nei combattimenti, di personaggi secondari poco delineati e di personaggi femminili non approfonditi, utili solo al mondo maschile attorno. Il voler essere appunto una storia d'azione con elementi horror lo limita un po' troppo. Come se il personaggio, col suo difetto, fosse al servizio della storia (ha un difetto idoneo all'ostilità dello scenario) e non la storia qualcosa che scaturisce naturalmente dal personaggio.

    Con "Il Grande Strappo" abbiamo un grosso passo avanti. Ora la storia si sviluppa attorno al personaggio e si emana dalle sue decisioni. Il protagonista ha assieme molto controllo sugli eventi (decide lui di agire) e poco controllo (è in situazioni in cui le uniche cose ragionevoli da fare sono quelle), un po' come era il libero arbitrio per i filosofi cinici: siamo davvero liberi solo perché ci muoviamo "liberamente" nel raggio limitato della nostra catena al collo, se comunque finiremo trascinati a crepare senza scampo? Qui c'è un passo avanti coi personaggi secondari, inclusi quelli femminili, ma il finale per quanto pienamente sensato lo è tale nella prospettiva di un fanatico con manie bibliche, un disilluso dalla religione che lo ha tradito che ricostruisce una propria visione religiosa per sentire che ci sia ancora un senso nell'esistenza per lui... molte persone sane di mente avrebbero scelto diversamente alla fine.

    Col terzo romanzo appena uscito, "Sangue del Mio Sangue", che passa da fantascienza con toni sempre più cupi e una commedia avventurosa fantasy, abbiamo proseguito sulla strada. Ora i personaggi secondari di Menconi hanno tutti una propria voce e unicità (via il difetto di "Abaddon"), i personaggi femminili sono reali e autonomi invece che filtrati dalla visione maschile (e in più la protagonista è pensata per mostrare tutti i tipici problemi delle donne nei rapporti di lavoro con gli uomini, a base di mansplaining e altri abusi psicologici quotidiani... non fisici, fortunatamente XD), più di quanto fosse Jane ne "Il Grande Strappo", e il finale è più soddisfacente e classico: un finale in cui c'è spazio per la speranza, come nei romanzi normali, non dominato dalla depressione ("Il Grande Strappo") o dal senso di impotenza ("Abaddon"). Non è il finale metà amaro di "Abaddon" o quello comprensibile solo nella mente di un uomo sconvolto de "Il Grande Strappo", insomma. ^_^

    Questo è finalmente il romanzo in cui Menconi mostra uno sviluppo completo come autore, anche se per essere più bilanciato e leggero non ha la potenza emotiva de "Il Grande Strappo". Ma sono sicuro che Menconi tornerà in futuro a temi cupi e depressi, più in linea con i suoi gusti.
    Mi piacerebbe che lo leggessi, per sapere che ne pensi!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao :D
      l'evoluzione di Menconi l'ho notata (per quanto 'al contrario') e apprezzata. L'ho trovata rassicurante pensando al futuro: è un autore che va a migliorare, che cresce, e questo vuol dire che mi darà libri sempre più belli da leggere :P
      Sangue del Mio Sangue è nella lista degli ebook da comprare più o meno da quando ho visto l'annuncio dell'uscita. Mi intriga che sia una commedia, anche se non avrà il carico emotivo del suo predecessore: Abaddon, che come hai giustamente sottolineato è limitato dal suo genere, l'ho apprezzato perchè mi ha fatta divertire senza mai scadere nel trash, e denota una certa versatilità da parte di Menconi ^__^
      Comunque dopo Il Grande Strappo anche il finale di Abaddon mi è sembrato un lieto fine. Un po' come con Hardy: "In questo libro sono morti in quattro e impazziti in due... dai, non è andata male" XP

      Elimina
    2. Sì, lol. "Il Grande Strappo" è descrivibile come: il finale di "Abaddon" per tutto il libro, ma alla fine è peggio di così. ^____^

      Ultimamente Menconi ha manifestato un certo interesse verso l'idea di un Dark Fantasy nel contesto del sottogenere Terra Morente che lo attira come idea. Gli ho consigliato, visto che non bazzica quel sottogenere, i classici: il ciclo dell "Terra Morente" di Vance, il ciclo de "Il Libro del Nuovo Sole" di Wolfe e un'opera che nonostante come è scritta mi è piaciuta molto, più per le idee che mi ha ispirato che per i reali contenuti, ovvero "Alla Morte della Dea" di Schweitzer (di cui adoro l'evocativo titolo originale "The Shattered Goddess").

      Speriamo bene!

      Elimina
    3. Del sottogenere terra morente conosco pochissimo: Vance non mi è piaciuto, ho letto il primo con grande fatica e mi sono fermata lì. Wolfe invece credo non sia ancora il suo momento: ho iniziato L'ombra del torturatore due volte, senza mai riuscire a finirlo (non perchè non mi piacesse, ma ad un certo punto non avevo più nessuna voglia di leggerlo @.@ ).
      L'unica serie che mi viene in mente che potrebbe rientrarci - e che ho letto - è La Torre Nera di King.

      Elimina
    4. Sì, è tutta roba praticamente illeggibile. Ho provato "L'ombra del torturatore" preso in biblioteca nel 2007 o 2008, mi pare, e l'ho mollato dopo poco. Uno fa lo sforzo solo se è interessato per motivi di storia del genere (o se, per mera selezione, è ancora un lettore di fantasy e non ha desistito proprio perché riesce a leggere schifezze immonde). ^^

      Elimina