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mercoledì 6 dicembre 2017

Wonder Woman: Warbringer

Wonder Woman: Warbringer, di Leigh Bardugo.

Ed ecco qua il libro che, con il suo essere gradevole, mi ha ridato speranza nel genere YA e mi ha portato a credere che Flame in the mist avesse possibilità di non fare schifo.

Diana è una giovane principessa amazzone e vive su un'isola sperduta, protetta da quanto accade lontano da Themyscira, la sua casa. Alia è una ricca ragazza newyorkese, orfana di due famosi biologi. Due mondi agli antipodi, due vite completamente diverse… almeno fino a quando la nave di Alia naufraga proprio sulle coste amazzoni, e Diana la salva. Presto sull'isola iniziano a scatenarsi tempeste e terremoti e una strana febbre si diffonde tra le sue abitanti, spingendo Diana a consultare l'Oracolo. La sua rivelazione è sconcertante: Alia non è una giovane qualunque, bensì una Warbringer, ovvero l'erede della stirpe di Elena di Troia destinata a portare guerra e distruzione. Ucciderla o purificarla, queste sono le uniche alternative per salvare il pianeta. Prima come improbabili alleate e poi come amiche, le due ragazze si troveranno costrette loro malgrado a unire le forze e ad affrontare insieme nemici potenti e persino divinità antiche, nel tentativo di liberare Alia da questo terribile destino. E con lei il mondo intero.

Quando venne annunciato che la DC aveva intenzione di far uscire una serie di libri YA dedicati ai suoi più grandi super-eroi (e Catwoman, suppongo per motivi di ship) io fui subito attratta come la falena dal fuoco, consapevole che avrei potuto bruciarmi. Poi, però, ho raggiunto il punto di rottura coi libri trash e tentare l'impresa non mi attirava più: non volevo leggerla, questa Diana diciassettenne, anche perché Wonder Woman la conoscevo più come quella che è stata friendzonata da Batman che come eroina a sé stante.
Poi ho visto il film, e le cose sono cambiate: ho adorato Diana, e vado a citare la recensione del Nostalgia Critic per farvi capire quanto e perché:
Something interesting happened when Wonder Woman walked onto that battlefield in the middle of the film: it wasn't Batman walking to avenge his parents, it wasn't Spider-Man walking to be responsible for his powers, it was just a hero who wanted to help people. There was no tragic backstory, no arc, no terrible event that made her compelled to do it. She did it because that's who she is, that's what she knows, that's what she connected with and it's not her powers that make her that way, its her character. It's still a hero's journey, but this hero makes it about the people she saves.  She always wants to help them, always wants to do what is right, and for no other reason except that she just wants to. This is a type of hero we haven't seen for a while. And, honestly, for good reasons! We needed the personal touch, the brooding, the angst, and we still do! It led to some of the most popular, greatest superheroes of all time! But sometimes we forget we need this type of her too: not Superman fighting Zod while ignoring the debris falling on people, not Batman trying to kill another hero for hypocritical reason, but a warrior walking onto a battlefield because she feels it's the most she can do.
Non so se questo valga anche per la Wonder Woman dei comics, ma di certo Leigh Bardugo sembra aver guardato la recensione di Doug Walker e aver deciso che varrà per la sua interpretazione della giovane principessa amazzone.
Piccola premessa: il libro non è ambientato nella continuity del film, nè in quella dei comics, ma si tratta di un vero e proprio nuovo inizio - o meglio, io spero sia un nuovo inizio anche se posso sentire da qui le urla oltraggiate dei fan dei fumetti.
Allargando il discorso, devo dire che uno dei punti di forza di questo libro è la costruzione dei personaggi, che non si limitano a "la protagonista e le sue fantastiche comparse". Diana è al centro dell'attenzione, il personaggio meglio strutturato, ma anche gli altri sono degni di nota, in particolare Alia è la vera e propria co-protagonista del romanzo.
Ma partiamo da Diana: via Steve, via Prima guerra mondiale. Siamo ai giorni d'oggi, ma lei è un'adolescente mai uscita da Themyscira, ed è scritta davvero come una ragazzina: non ha capito tutto della vita, si fa domande su sé stessa, sul suo ruolo, soffre per l'essere diversa da tutte le altre amazzoni. È l'unica bambina nata sull'isola, ma questo non la rende tanto un miracolo quanto l'unica che non è stata messa alla prova, l'unica che - forse - non ha il diritto di essere dov'è.
È qui che, imho, si inizia ad intravedere la bravura della Bardugo - già dieci spanne sopra una Renée Ahdieh qualsiasi: l'inadeguatezza e il viaggio di formazione sono temi cari alla letteratura per gli adolescenti, ma invece di sbandierarli senza pudore fino a spogliarli di ogni significato, lei ne fa una parte integrante della narrazione, resa ancora più credibile dal fatto che Diana - udite udite - non è la sola ad affrontarli.
Alia è nella stessa situazione (più o meno): anche lei diversa dagli altri, anche lei alla ricerca del suo posto nel mondo.
Questo rende il rapporto tra le due ragazze molto interessante: tanto per cominciare non sono BFF nel momento in cui si vedono, ma si trovano legate dalla necessità. Da un lato Diana vuole aiutarla perché è la cosa giusta da fare, dall'altro Alia si trova a fare buon viso a cattivo gioco visto che ha bisogno dell'altra per sopravvivere. La loro ricerca - una di un riconoscimento che la renda una vera Amazzone, l'altra di poter vivere senza scatenare l'Apocalisse - le mette sia insieme sia l'una contro l'altra perché, nonostante tutto, sono due diciassettenni che vogliono più o meno la stessa cosa ma non sono sempre d'accordo su come ottenerla.
Ed è piacevole da leggere: una specie di amicizia slow-burn, senza considerare i dubbi di Diana che, drammatica come solo gli adolescenti possono essere, si chiede se si sia imbarcata nell'impresa per senso di giustizia o per motivi egoistici.
Nota a margine che non so come inserire senza cancellare due paragrafi: per non fare la fiera del teen-angst, la Bardugo ha anche inserito Nim. Lei è l'amica che tutte abbiamo avuto: quella che mentre noi non capivamo cosa eravamo, cosa volevamo essere e come unire le due cose, era sicura di sé e procedeva per la sua strada portandosi dietro la nostra ammirazione imperitura.
Ora, non vorrei far sembrare questo libro più di quello che è: non è un trattato sull'adolescenza né il miglior libro YA del mondo. È semplicemente un libro scritto bene, con dei personaggi costruiti bene e dialoghi credibili, cioè il minimo sindacale per la pubblicazione.
Wonder Woman - Warbringer non cerca di raggiungere chissà quali profondità esistenziali, ma vuole intrattenere sapendo di derivare da film e fumetti dove a contare quanto i momenti introspettivi sono i momenti di azione spettacolare in cui le leggi delle fisica sono messe in punizione nell'angolo: ci sono quindi combattimenti e scene piene di adrenalina, anche se qui ci si scontra col mio limite personale... ossia che tanto mi fanno esaltare al cinema e in tv, tanto rischio di addormentarmi quando le leggo. E a proposito del cinema, il libro ha in comune con la sua controparte la noia totale del villain: del tipo meno male che più o meno funziona tutto il resto, sennò sarebbe stato da dargli fuoco.
La missione principale - ossia portare Alia alla sorgente così non sarà più l'apocalypse maiden della situazione - l'ho trovata abbastanza generica e mi ha ricordato moltissimo Percy Jackson (e no, non è una cosa positiva per me): questo è un libro che ho letto per i personaggi più che per la trama.
Quindi? Quindi un libro leggero, divertente, perfetto per una lettura senza impegno ma che non cerca di uccidere i tuoi neuroni. Un libro da spiaggia nel senso più positivo del termine.

8 commenti:

  1. Ma che bella notizia! Anche io mi sono sentita subito attirata da questi libri YA della DC ma mi sono frenata fino ad adesso perché... beh, ormai la fiducia è poca, nei YA in generale. Ora sì che non ho più nessun freno inibitore nell'andare su Amazon ad acquistare l'ebook :D

    P.S.: Nostalgia Critic 4TW, avrò rivisto la recensione di Wonder Woman una mezza dozzina di volte XD

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    1. L'importante è non aspettarsi un capolavoro, anche se paragonato a certa roba tremenda un po' lo è XD
      Il Nostalgia Critic a volte centra il punto così bene che lo si può solo citare :D

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  2. Ciao! La tua recensione mi ha incuriosito molto e penso che mi deciderò a dargli una possibilità. Da una parte sono sempre stata curiosa, perchè ne parlano benissimo, ma dall'altra non sono una fan dei supereroi e gli YA stanno perdendo il loro fascino, ma la tua recensione mi ha fornito un quadro un po' più preciso sul cosa aspettarmi :)

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    1. La mia impressione è che il mercato degli YA sia così saturo, e così pieno di libri di dubbia qualità, che quelli che sono bellini ma non eccelsi come questo si beccano delle recensioni positivissime XD

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  3. Anche io non ho mai avuto particolare interesse per Wonder Woman prima di vedere il film, e mi piacerebbe adesso saperne di più, però, non so, anche se la tua recensione invoglia, l'idea di una Diana adolescente non mi ispira troppo! Comunque me lo segno, se mai mi andrà di leggere un YA di sicuro so che questo potrà piacermi!

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    1. Ti dirò, io l'ho preso solo perché sto cercando di costruirmi una biblioteca d'emergenza per quando voglio leggere qualcosa di tranquillo ma non orrendo XD non è un capolavoro, ma intrattiene senza cercare di essere chissà cosa.

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  4. Catwoman lo scrive la Maas e a giudicare dalle notizie che arrivano, devo già cominciare a piangere.
    La Bardugo invece è una mia recente conoscenza e adesso non posso che essere curiosa di questo suo nuovo lavoro.

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    1. L'importante è che la Maas non scriva Batman XD mi convince molto di più Marie Lu di lei u_u

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