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venerdì 19 luglio 2019

Vinland Saga

Vinland Saga, di Makoto Yokimura.

Fanno un anime tratto da Vinland Saga! Direi che è il momento di rimettersi in pari con la lettura, non è che l'ho accantonato da tanto, e uscito soloOMIODIOÈDELDUEMILADIECI.

Salve a tutti, sono Katerina e ho un problema di accumulo seriale di narrativa: il mio desiderio di leggere libri, fumetti, graphic novel, seguire serie e giocare a videogiochi non si è ancora adeguato al fatto che sono una persona adulta che lavora ad orari improponibili, e che nel tempo libero deve fare cose come la spesa e pulire casa.
Ne segue che, soprattutto coi manga, soprattutto con quelli ancora in corso che esce un volume all'anno se va bene, spesso faccio il ragionamento "Lo prendo e poi lo leggo tutto insieme" e alla fine mi trovo con Vinland Saga, che è bellissimo e che credo di aver messo in pausa qualcosa come quattro anni fa.
Beh, meglio tardi che mai per rimettersi in pari con la lettura.
Si tratta di un manga storico, ambientato durante l'XI secolo nell'Europa Settentrionale, che si concentra sulla storia dei vichinghi (accanto a personaggi inventati si possono trovare quelli realmente esistiti). Il protagonista è Thorfinn, un mercenario vichingo di circa quindici anni arruolato nella banda del carismatico Askeladd. Thorfinn è un guerriero estremamente abile nonostante la sua giovane età, ma è anche pieno di rabbia e furia omicida, che lo rendono da subito un anti-eroe... e il suo desiderio più grande è uccidere in duello Askeladd, dato che è colpevole di aver ucciso suo padre Thors dieci anni prima.
Questo, ovviamente, è giusto l'incipit necessario a mettere in moto i personaggi, perché la trama che poi ci si trova davanti è molto, molto più complicata: non pensate che questo sia uno shonen con alto tasso sangue e splatter perché non lo è. Vinland Saga è un seinen.
A fare da sfondo alle vicende di Thorfinn, infatti, abbiamo l'ascesa al potere di Canuto il Grande, con tutti gli intrighi e la violenza che una storia del genere può portarsi dietro: Makoto Yokimura non ha nessuna paura di mostrarci troppo, di rendere i personaggi eccessivamente grigi quando non tendenti al nero. Thorfinn è un ragazzino con un passato talmente tragico e violento che i suoi traumi hanno traumi, ed è un assassino brutale con zero pietà. Askeladd è una persona orribile, ma è intelligente, carismatico, e alla fine non puoi non affezionarti e tifare, almeno un po', per lui. Ketil è un'uomo generosa e di buon senso, ed è uno schiavista.
Certo, ci sono anche le persone per bene - che scaldano il cuore, in un mondo così crudele - ma in genere non fanno una bella fine. Nell'ipotesi migliore finiscono per concordare che sì, la vita fa schifo. Ce n'è uno che a una certa chiede perché non dovrebbe lasciarsi morire e nessuno riesce a dargli una risposta, e non che gli dicono cose che non hanno importanza per lui: c'è proprio il silenzio.
Ma ovviamente non è un manga con solo la tristezza a palate: è pieno di battaglie che tengono col fiato sospeso, e con scene epiche che ignorano bellamente ogni legge della fisica col benestare dei lettori, e siccome è bello e fatto bene accanto a tamarrate come ogni singola scena di Thorkell c'è la maturazione dei protagonisti (la trama copre un lungo periodo di tempo: i nostri eroi cominciano come ragazzini, ma non lo rimangono), e pure la piega filosofica: cosa vuol dire combattere ed essere un guerriero, se è possibile trovare e/o costruire un luogo pacifico dove vivere, la ricerca della redenzione e l'espiazione delle proprie colpe, fino a che punto è possibile perdonare... sono tutti temi che vengono affrontati anche se non sempre risolti, perché sono cose complicate e non è scontato arrivare una risposta.
Questo ha come ovvia conseguenza che il cast è uno dei punti a favore dell'opera: Yokimura è uno di quegli autori che scrive bene anche i personaggi secondari e ti fa affezionare pure a quelli che hanno importanza in un unico arco narrativo. A tutto questo possiamo aggiungere i momenti comici che stemperano la tensione e fanno in modo che la lettura non sia drammatica e basta: che Thorfinn sia cresciuto in un campo di battaglia ha sì conseguenze serie come lo stress post traumatico, ma vuole anche dire che è un pesce fuor d'acqua in qualsiasi altra situazione ed è adorabile.
La ricostruzione storica è molto buona, anche se è ovviamente romanzata e ci sono alcuni errori tipo le montagne in Danimarca, ma non è così evidente come Requiem of the Rose King e questo rende i momenti più onirici o prettamente fantasy davvero strani: da un lato il realismo del fumetto è tale che il cervello dice 'Ok, è solo un sogni', ma dall'altro sono così emotivamente carichi che il cuore risponde 'Non mi importa, voglio che sia tutto vero'.
I disegni li trovo molto gradevoli: a una certa semplicità del character design si unisce una notevole cura dei dettagli che personalmente apprezzo molto.

Nel caso non si fosse capito vi consiglio di recuperare il manga (è ancora in corso, credo che i numeri si riescano a trovare bene), o almeno di dare un'occhiata alla serie.
Sulla fiducia, che è difficile fare male con una storia che si scrive da sola come questa e le animazioni non sembrano una mostruosità inenarrabile come quelle di Berserk.

2 commenti:

  1. Proprio da Berserk parto: dato che sono fan dell'opera, mi avevano consigliato anni fa questo Vinland Saga, che poi ho anche iniziato a leggere (poche pagine) e mai completato.
    Chissà, magari è la volta buona, pure con l'anime. Non sapevo fosse ancora in corso!!

    Moz-

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    Risposte
    1. Beh, è sicuramente una storia più leggera rispetto a Berserk... ma l’anime è sicuramente migliore rispetto a quello nuovo di Berserk xD dagli una possibilità, merita parecchio.

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