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mercoledì 11 settembre 2019

La grande caccia

La grande caccia, di Robert Jordan.

"Dai che forse ce la faccio a leggerli e recensirli tutti!"
Dissi al secondo su quattordici.

"Migliaia di fili tesi durante migliaia di anni ti hanno attirato qui. Diecimila, intessuti durante le Ere, ti legano come una pecora per il macello. La Ruota stessa ti tiene prigioniero del tuo destino, Era dopo Era. Ma io ti posso liberare…" Nel corso dei secoli i menestrelli hanno cantato la storia del Corno di Valere, capace di ridestare dal sonno eterno gli eroi dell'Epoca Leggendaria. Ora il Corno è stato ritrovato, solo per essere di nuovo smarrito assieme al pugnale di Shadar Logoth, cui è legata la vita di Mat, il fedele amico di Rand al'Thor. E da Rand dipende l'impresa colossale del ritrovamento del Corno, dal coraggio di un giovane pastore consapevole che affrontare la Caccia vuol dire tessere un destino che mai si vorrebbe vedere realizzato. La Grande Caccia al Corno di Valere è solo l'inizio di un lungo viaggio di scoperta, mentre la Ruota del Tempo gira e le Epoche si susseguono, e il Disegno esige un Drago…

La Ruota continua a girare, trascinandosi dietro i recalcitranti protagonisti.
Nel primo libro di questa serie i ragazzi dei Fiumi Gemelli avevano iniziato a muovere i primi passi in un mondo più grande, e avevano... non perso la prima battaglia col Tenebroso. Tutto molto bello, tutti molto felici, ma non si può tornare a casa: si deve andare avanti, che qui siamo a dodici mastodontici volumi dalla fine.
Con tanti personaggi a disposizione, tante pagine, e tanto, tanto spazio, Jordan in questo libro fa quello che avrebbe fatto chiunque al suo posto: divide il gruppo.
Egwene, Nynaeve, Elaine e Min diventano i nostri occhi e le nostre orecchie a Tar Valon, così possiamo finalmente vedere le Aes Sedai per davvero, senza tutte le dicerie e le poco lusinghiere leggende di mezzo.
Rand, Perrin e Mat, invece, si uniscono alla ricerca del Corno di Valere, la cui comparsa significa che sì, davvero tutte le profezie si sono messe in modo, e il cui furto implica sconfitta quasi certa se non lo ritrovano.
Poi, giusto per non farci mancare nulla, Jordan ci mette anche capitoli rilevanti dedicati ai Manti Bianchi (ossia i figli segreti dell'Inquisizione e dei Templari), terrificanti rivelazioni sui Saenchan e infine - già che c'era - le realtà alternative. Così, come se fosse una cosa normale.
Insomma, avrete capito che La grande caccia non soffre della sindrome "sono di transizione, non succederà nulla nelle mie pagine": qui succede di tutto, che Jordan posizionava i suoi pezzi sulla scacchiera in modo più meticoloso di Martin.
I protagonisti, per ora, mi stanno tutti simpatici: sono molto veri, per finisco per provare empatia anche per quelli col carattere più ostico. Tipo Nynaeve, che adoro anche se non capisco come sia possibile che nessuno l'abbia ancora strozzata. O Rand, che passa la maggior parte del tempo a piangersi addosso, ma poretto, un po' lo capisco: si è ritrovato un destino allucinante, rivelazioni familiari da trauma eterno, e neanche dieci minuti per metabolizzare.
In questo volume iniziamo a vedere come si stanno muovendo gli Amici delle Tenebre, fino a che punto il Tenebroso abbia infiltrati ovunque, pronti a sabotare i piani meticolosamente organizzati da Moiraine, e per i primi cinque minuti è stato anche divertente cercare di capire chi fossero... solo che ci sono tanti, ma veramente tanti personaggi, quindi ho dovuto smettere perché ero troppo impegnata a ricordare chi era chi.
(in effetti un elenco dei personaggi gioverebbe a questa serie)
Ho trovato affascinante il modo in cui la predestinazione sia un dato di fatto dell'ambientazione: la Ruota, il Disegno, non sono solo termini messi lì quando fa comodo; si percepisce sul serio come i vari personaggi abbiano un cammino da percorrere, volenti o nolenti... eppure questo non rende gli avvenimenti scontati o prevedibili. È proprio il modo in cui questo mondo funziona.
Lo stile di Jordan è perfetto per una saga così impegnativa: non è pesante, ti raggiunge subito, e ti fa sembrare la lettura di un libro così corposo una cosa da niente.
Applausi davvero.

Ora però vorrei lanciare un appello al Tenebroso: tesoro, smettila; so che è duro da accettare, ma devi metterci una pietra sopra: Lews Therin non provava quello che provi tu.

2 commenti:

  1. Ciao! Sono Martina, admin del blog Il Rumore delle Pagine! Spulciando sul web ho trovato il tuo blog e ho pensato di unirmi ai lettori fissi! Se ti va di ricambiare ti aspetto sul blog!

    ilrumore-dellepagine.blogspot.com

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  2. Ecco, adesso mi hai ricordato che dovrei decidermi a riprendere questa serie! Il problema è che dovrei mettermi lì e rileggerli tutti perché dovrei essere arrivata al 6 o al 7, ma non mi ricordo molto di tutta la storia (anche perché sono passati anni da quando ho letto l'ultimo libro, tanti anni... sigh!), ma l'idea di riprendere la serie dall'inizio non mi fa fare salti di gioia, soprattutto perché io con lo stile di Jordan ho qualche problemino. Però adesso mi sento in colpa, perché la serie non la voglio abbandonare... insomma, la vita di noi lettori è sempre ardua!

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