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venerdì 24 aprile 2020

Il cuore di Thomas

Il cuore di Thomas, di Moto Hagio.

Moto Hagio, classe 1949, è una mangaka di un'importanza incredibile: assieme a Keiko Takemiya (e alle altre del Gruppo 42) questa signora non solo ha rivoluzionato gli shoujo manga in generale, ma ha anche contribuito a creare cosine da niente come gli shonen-ai e gli yaoi (per quanto il punto di svolta sia arrivato con Il poema del vento e degli alberi della Takemiya).

Pubblicato a partire dal 1974, Il cuore di Thomas è una storia ambientata in Germania a metà del XX secolo, in un collegio maschile per rampolli di buona famiglia.
A dare il via agli eventi è il suicidio del giovanissimo Thomas, che si butta da un cavalcavia dopo essere stato rifiutato da Juli, il compagno più grande di cui era innamorato. A far continuare gli eventi è l'arrivo a scuola di Eric, un ragazzino che somiglia incredibilmente a Thomas, pur avendo un carattere quasi opposto.

Il cuore di Thomas è un po' una storia di formazione, un po' un melodramma tipico dei suoi anni, anche se da subito si può capire che ci troviamo di fronte ad uno degli esponenti più eccellenti del genere: ad esempio in molte storie, quando la premessa di tutto è la morte di un personaggio, tale evento finisce per fare da sfondo o essere dimenticato troppo in fretta. Non qui: qui la morte di Thomas è sempre presente, sempre dietro le spalle di ogni ragazzo, e personalmente trovo molto credibile ed umano che una cosa traumatica come il suicidio di un compagno di scuola popolare e apprezzato non finisca nel dimenticatoio in tre capitoli. Tutti si chiedono perché sia successo, e Juli - il nostro protagonista - oscilla tra il volersi lasciare la cosa alle spalle e il sentirsi quasi in colpa, dato che non solo il gesto di Thomas sembra legato al rifiuto pubblico dei suoi sentimenti ma gli ha pure inviato una lettera di addio.
Nonostante le innovazioni, questo manga è chiaramente figlio del suo periodo storico (o forse ha dato il via a quello che sarebbe poi stato il trend del genere, non sono abbastanza esperta di storia dei manga per dirlo), e per certi versi si può dire che alcuni dei suoi punti di forza coincidono con quelli che potrebbero essere considerati dei difetti: il livello drammatico è altissimo e se da un lato ci troviamo di fronte ad un'ottima cura per la psicologia e la crescita dei personaggi, dall'altro è anche vero che non c'è praticamente nessuno che abbia un background normale. Sono quindicenni, e ognuno di loro ha una storia personale che da sola basterebbe a mettere in piedi una soap opera sudamericana... che non è propriamente un male, soprattutto perché Moto Hagio fa di questo il motore della sua storia: i ragazzi vorrebbero capire cosa ha spinto Thomas a togliersi la vita (anche se Eric preferirebbe che smettessero di paragonarlo a lui), poi si capisce che Juli non sta per niente bene e quindi si cerca di capire cosa gli sia successo e come sia possibile aiutarlo, senza contare il rapporto quasi malato che c'è tra Eric e sua madre (tra l'altro applausi all'autrice, perché è riuscita a metterlo su carta senza far apparire di persona la signora visto che l'ambientazione è un collegio), o quello che succede tra Oscar e il preside.
Insomma, diciamo che se da un lato la maggior parte di questi casini serve o alla trama, o a dare un arco narrativo ai personaggi che esuli dalla trama principale, dall'altro a una certa inizia a sembrare troppo, che alla fine l'unico con una famiglia normale compensa buttandosi sotto un treno nel prologo.
Però è anche vero che il Italia la J-pop ha optato per la pubblicazione in un unico volume, quindi tu - lettore - ti becchi tutto nei denti subito, laddove la divisione originale è in tre volumetti, che se letti a distanza di un mese l'uno dall'altro danno il tempo di metabolizzare gli eventi.

Nonostante questo, Il cuore di Thomas è una lettura molto bella, triste, coinvolgente. L'edizione italiana veramente curatissima: che sia da collezione, per una volta, non si nota solo nel prezzo. Senza contare che i disegni di Moto Hagio sono splendidi, e almeno io apprezzo un sacco il contrasto tra un tratto che sono abituata ad associare a storie dolci e tranquille, mentre qui c'è una storia malatissima, e un po' mi preoccupa perché a breve vorrei leggere Il poema del vento e degli alberi, e so per certo che è pure peggio.

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