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lunedì 10 maggio 2021

Il Portale degli Obelischi

Il Portale degli Obelischi, di N.K. Jemisin.

Beh, stavolta sono partita preparata e ho letto un riassunto del primo volume, e occhio che qualche spoiler su quello sono riuscita a mettercelo.
La Stagione della fine si fa sempre più buia, mentre la civiltà sprofonda in una notte senza termine.
Essun ha trovato un luogo dove rifugiarsi, ma soprattutto ha trovato Alabaster, sorprendentemente ancora vivo; ha inoltre scoperto che è stato lui, ormai in procinto di trasformarsi in pietra, a provocare la frattura nel continente e a scatenare una Stagione che forse non terminerà mai. 
E ora Alabaster ha una richiesta da farle: deve usare il suo potere per chiamare un obelisco. Agendo così, però, segnerà per sempre il destino del continente Immoto. 
Nel frattempo, molto lontano, anche Nassun, la figlia perduta di Essun, è forse approdata in un luogo dove sentirsi a casa, dove coltivare la sua straordinaria dote di orogenia, per diventare sempre più potente. Ma anche Nassun dovrà compiere scelte decisive, in grado di mutare il futuro del mondo intero.

Ed eccomi qui, come al solito dopo anni ho letto il secondo volume di una trilogia.
Onestamente non è che ricordi La quinta stagione nei dettagli: ricordo il colpo di scena, ricordo la peculiarità della narrazione in seconda persona singolare, ricordo che l'avevo percepito come un libro che, pur facendo succedere moltissime cose, aveva come obbiettivo principale preparare la scena. Farci conoscere i personaggi, le loro motivazioni, e soprattutto l'incredibile ambientazione, perché a mio avviso anche se i personaggi fossero di carta veline - e non lo sono - l'Immoto è uno scenario così affascinante che pazienza, la serie l'avrei amata comunque.
Rimaneva però l'incognita secondo volume: ora che l'eccellente lavoro di presentazione è stato svolto, come se la caverà la N.K. Jemisin con l'azione vera e propria?
La risposta è semplice: alla grandissima.

Se il primo libro, a posteriori, dedicava una grande attenzione al passato, Il Portale degli Obelischi sembra concentrarsi sul futuro: tra una nuova Com da poter forse chiamare casa e Alabaster che sembra voler insegnare ad Essun come usare gli obelischi, la ricerca della nostra protagonista di Jija e Nassun sembra giunta ad uno stop forzato.
Perché cos'è cercare una bambina, rispetto ad imparare ad usare un potere che potrebbe distruggere o salvare il mondo? Rispetto a capire cosa sia successo al mondo per farlo arrabbiare così tanto da scatenare cataclismi in grado di sterminare la razza umana ogni tot?
Non è nulla, se non sei sua madre. E anche lì, ben sapendo che la pista ormai è scomparsa, ha senso abbandonare un posto sicuro, lasciare persone che non vogliono che tu ti nasconda, per andare incontro a morte certa... perché nel mentre c'è pure la fine del mondo di mezzo?
Rimanere ad imparare come poter salvare tutti è una fuga dal dovere di madre, o cercare la propria figlia è una fuga dal proprio dovere più grande?
Non c'è una risposta semplice, o corretta, a queste domande, e in questo libro noi vediamo Essun strattonata in tutte le direzioni da chiunque abbia bisogno di lei, del suo talento, per fare qualcosa.
Albaster per gli Obelischi, Ikka per la Com, Hoa per non si sa ancora bene cosa.
In tutto questo la volontà di Essun sembra in secondo piano: cercando di rispondere ai bisogni uno alla volta, finisce quasi per dimenticare che, da qualche parte, Nassun sta viaggiando con l'assassino di suo fratello. Ma il trauma è potente, in ogni personaggio, e se anche non vediamo la protagonista correre al salvataggio di Nassun - che senza un piano sarebbe un suicidio - la vediamo riflettere sul proprio ruolo di madre, di una madre a cui sono stati uccisi due figli.

Ma anche questa volta abbiamo molteplici punti di vista, e la conferma che N.K. Jemisin sa scrivere i personaggi bambini: Nassun diventa infatti la seconda protagonista del libro.
Nassun è una bambina che non ha nessuna possibilità di non venir su traumatizzata alla massima potenza: tramite il suo punto di vista vediamo come sia stato difficile essere cresciuti da una madre profondamente ferita come Essun, ma soprattutto percepiamo la sua confusione e la sua paura nel viaggiare col padre, uomo che da una parte ama ma che dell'altra ha ucciso Uche perché orogeno. Esattamente come lei.
Nassun è una bambina con un enorme potere, troppo piccola e malleabile, e lontano dalla madre - che noi sappiamo amarla - la vediamo in balia di emozioni e personaggi che non si riesce proprio a capire se le vogliono bene o se la stanno manipolando per sfruttarne il potenziale.
Perché la Jemisin è brava: rende complesse ed umane le sue creature, e così è difficile inquadrarli nella contrapposizione tra buono e cattivo.

Senza contare, poi, le nuove rivelazioni su cosa sia successo al mondo per renderlo così instabile, su quanto sia incredibilmente assurdo ed epico ciò che è necessario fare per provare a rimettere a posto le cose, e il fatto che io fino a questo momento avevo inquadrato tutto come "fantascienza" invece a quanto pare c'è pure la magia... e ora voglio non solo sapere cosa succederà nell'ultimo volume (anche se ho sentore di cuore spezzato, il mio per la precisione), ma voglio anche un prequel.


Insomma, non so cosa si sarà capito di questa recensione se non che il libro mi è piaciuto, ma diciamo che N.K. Jemisin si conferma un'ottima autrice, a cui dare una possibilità con più o meno tutto quello che scrive.
Ha fatto il secondo libro dove succede roba e non per allungare il brodo, fosse solo per questo merita rispetto.


1 commento:

  1. Anche io ho letto la trilogia de La Terra spezzata e mi è piaciuta parecchio. Ho trovato il terzo volume.

    A tal proposito, nel terzo volume verrà chiarito quello che hai scritto nello spoiler.

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