Quando ho detto che il blog sarebbe tornato attivo il 16 mentivo spudoratamente: sono andata a passare qualche giorno in campagna, un luogo sperduto dove credo la ruota non sia ancora stata inventata, figuriamoci una connessione internet (in casa non c'è neanche il fisso, per dare un'idea, e il cellulare prende qualcosa come il 50% delle volte). Ma sapete com'è, la mia famiglia aveva questa pretesa assurda di vedermi per più di 12 ore.
Adesso sono tornata al 100%, e si riprende il solito tran tran.
E andiamo con la recensione di Tristano e Isotta.
Questa è una storia che in genere si conosce ma non si è letta: di dominio pubblico, famosissima, i personaggi sappiamo chi sono... ma quando si vuole leggere qualcosa è facile restare in silenzio pensando "Sì, ma cosa devo cercare?"
E sinceramente io non lo so, anche se questo libro l'ho apprezzato: è dichiaratamente una versione tra le tante (mia madre ha affermato che se non si legge un Tristano e Isotta di cui non ricordo l'autore, allora è come non averlo letto... quindi sappiate che c'è chi sostiene che questa lettura valga 0 assoluto), e a volte i personaggi si incontrano anche nel ciclo arturiano, perchè Tristano per un certo periodo è cavaliere della Tavola Rotonda (ricorderò sempre, in Re in Eterno, la grottesca scena di Artù, Lancillotto e Ginevra che commentano gli ultimi sviluppi di Tristano, Isotta e Marco).
Insomma, questi sfortunatissimi innamorati si conoscono di fama come Romeo e Giulietta, eppure sono tanto più difficili da trovare in formato cartaceo.
Ma passiamo alla versione di Thomas: questo è un libro che non si può leggere staccandolo dal suo periodo, ossia 1170 circa. È l'amore cortese applicato ad una leggenda, ergo se vi aspettate qualcosa che abbia un senso per i nostri canoni siete nel posto sbagliato: l'amore è assoluto, le scelte cretine, i personaggi... non particolarmente brillanti ma neanche particolarmente tagliati con l'accetta e non me l'aspettavo.
Sul serio, sono adorabilissimi e sfigatissimi |
Perchè Tristano si costruisce la Fortezza della Solitudine e perchè riescono ad inventare l'equivalente del "mi innamoro di lei perchè l'ho vista in foto" quando le foto non esistevano. Perchè in tutto questo, Thomas si prende il disturbo di spiegarci che ha cambiato alcuni dettagli dalla leggenda originale perchè non aveva alcun senso che un tizio bandito dalla corte riuscsse ad arrivarci per portare notizie senza che nessuno lo riconoscesse, e porco cane questo nel 1170 stava facendo una retcon e lo sapeva, e se non merita un applauso allora non so cosa lo merita.
E perchè anche se ne parlo come se fosse una cosa comica, e un po' lo è, è scritto così, e quando ti ci abitui ti spezza il cuore:
E ricordale i momenti
più felici, i giorni senza
ombre, senza mai pensare
alla notte. Ed ogni notte
è la gioia che nel nuovo
giorno ci accompagna, come
un'amica! Ed i sospiri,
tutti i dubbi, le paure,
di un amore vero, il nostro
fine amore. Che ritorni
con la mente indietro. E quando
mi guarì, ricordi. Quando
noi bevemmo il filtro, insieme,
soli, in mezzo al mare! Ed era
una morte! Con il vino
noi la morte abbiamo, ignari,
mescolato. La mia vita
è finita allora. Ho perso
i parenti, il re, mio zio,
tutti i cari amici, tutti.
Come un vile sono stato
in esilio messo, in una
terra sconosciuta. E ho, tanto
dolorosamente, pene
ed atroci sofferenze
da quel tempo attraversato,
che io sono a malapena
vivo, ancora per poco.
E l'amore è ancora vivo!
Libro di settembre per la sfida di lettura: Riccardo III, di William Shakespeare.
Ciao Katerina.
RispondiEliminaRecensione spassosa ma molto utile. Concordo sul fatto che tutti conoscano la storia ma nessuno l'ha mai letta, io tra i tanti. Però non sarebbe male, effettivamente, conoscerla in maniera un po' più approfondita. Però credo che eviterò questa versione, dalle tue parole deduco che ci siano aspetti che mi rovinerebbero un po' la lettura, vedo se riesco a capire di quale autore parlava tua mamma.
Ciao :) indubbiamente in questa lettura ci sono molti punti che, al giorno d'oggi, fanno sorridere per l'ingenuità e la totale improbabilità... per questo credo sia uno di quei libri che non puoi scordare quando sono stati scritti. Alla fine, la forza della storia è anche nel fatto che ti ritrovi coinvolto a prescindere dalle vecchiaggini, ed è stata un'esperienza interessante, almeno per me :)
EliminaIl libro che diceva mia madre è Il Romanzo di Tristano e Isotta, di Joseph Bédier (era in casa, l'ha tirato fuori dal nulla circa 16 secondi dopo che le ho detto di aver comprato quellodi Thomas). Ha il lato positivo di essere in prosa, ma spero abbiano fatto delle ristampe perchè questa edizione sembra debba autodistruggersi se la tieni in mano troppo a lungo da quanto è vecchia O_o
Ohilà, Kate, ben tornata! ^^ Nemmeno io mi sono mai presa la briga di approfondire più di tanto questa particolare leggenda, almeno non fino a ora: in pratica, conosco la storia per averla letta sui miei libri di scuola, e poi, bé, sì, ho anche visto i vari film ispirati ai personaggi ("Il primo cavaliere", "Tristano e Isotta" e chissà quali altri). Forse non è esattamente il mio genere di lettura, ora come ora... ma intanto, mi sono gustata la tua recensione, divertente e brillante, come al solito! :D
RispondiEliminaCiao :D è un genere strano, quello delle leggende riscritte: mi sono infognata col ciclo arturiano ed è fantastico come queste storie, nonostante siano vecchie e arcinote, riescano a prendere sfumature diverse a seconda di chi le affronta, e di quale sia la chiave di lettura degli eventi proposta.
EliminaSe non fosse che il portafoglio mi guarda malissimo sarei tentata di mettermi a cercare i retelling anche di questa qui *-*
Come tutti conosco la storia, ma non ho mai letto niente riguardo Tristano e Isotta... Prima o poi rimedierò u_u
RispondiEliminaCredo la cosa più difficile sia cercare di capire quale versione conviene leggere :D
EliminaOra mi hai messo la curiosità addosso!
RispondiEliminaPenso proprio che me lo procurerò!
È molto carino, anche se l'amore cortese ai giorni nostri è parecchio buffo :)
Elimina