Secondo volume per la serie di Mary Stewart, che soffre un po' della sindrome del libro di mezzo. Ma siccome l'autrice è brava la cosa passa quasi inosservata.
Dopo La grotta di cristallo, in cui sono narrate l'infanzia e la giovinezza del veggente Merlino, Le grotte nelle montagne parte da un evento che cambierà per sempre il destino di Merlino e del regno: la nascita di Artù. La brughiera inglese e scozzese, prati sconfinati e foreste nere fanno da sfondo al ritratto del futuro re, raccontato dalla tenera età all'ascesa al trono di Britannia. Accanto a lui, sempre pronto a difenderlo e consigliarlo, c'è il saggio Merlino, il maestro di vita che, nonostante le doti divinatorie, non può prevenire la violenza e l'inquietudine dei suoi tempi.
Tornano le avventure di mago Merlino, intento a creare un sovrano in grado di unire la Britannia sotto un'unico vessillo. O meglio, che sia in grado di tenerla sotto un'unico vessillo una volta morto Uther.
Il primo libro si era concluso con il concepimento di Artù: un bambino nato da una grande passione, quella tra Uther ed Igraine, ma in pessime circostanze. Intrighi e tradimenti, un uomo d'onore pugnalato alle spalle, una faida tra il Sommo Re e uno dei suoi fedelissimi.
Gorlois morto, uno scandalo alle spalle, un figlio che piange (e forse un giorno vorrà vendicare) il padre, e l'idea che sarebbe bastato aspettare due giorni per fare tutto alla luce del sole: Igraine vedova e Uther libero di farla legalmente sua.
Ma non funziona così, non funziona mai così: Artù poteva essere concepito solo quella fatidica notte. Fuori dal matrimonio, un bastardo la cui paternità potrà essere messa in dubbio sempre, da tenere nascosto e tirare fuori solo se non ci saranno eredi legittimi.
Non proprio la situazione ideale, e infatti i rapporti già tesi tra Uther e Merlino si sfaldano completamente.
Questo volume è diviso in tre parti: la prima vede il nostro mago preferito cercare un posto sicuro dove far crescere Artù; nella seconda abbiamo la ricerca di Excalibur, e infine Artù - dopo aver passato un libro come progetto e uno come moccioso - entra finalmente in scena come personaggio attivo. Insomma, qui la parte centrale della storia è quella che nel mito non c'è: cosa succede tra la nascita di Arthur e l'arrivo di Arthur sulla scena? Cosa succede in Britannia, cosa fa Merlino?
(titolo alternativo del libro: "Merlino fa cose")
Mary Stewart ha deciso di darci la risposta: dopo essersi assicurato la nascita del re promesso, il mago si industria per far sì che sia all'altezza delle aspettative. Viaggia, mette da parte conoscenza, segue i segni per arrivare al giusto simbolo, quello che farà in modo che tutti credano in Artù. E poi lo istruisce, in incognito, assieme a Kay e Bedivere.
Ma perchè ho detto che il libro soffre un po' di essere il secondo? Perchè, di base, la ricerca di Excalibur mi ha annoiata un po': ho preferito le parti cui Merlino viene a patti con la sua vita, lo shock di aver parlato di questo ipotetico grande futuro re, e trovarsi di fronte ad un bambino vero. Mi sono piaciute le parti più calme, dove i personaggi si sono resi conto che c'erano da aspettare anni prima di fare la prossima mossa, e la crisi di Merlino perchè qualunque potere gli fosse stato concesso, subito dopo la nascita del piccolo gli è stato tolto perchè, hey, quello che dovevi fare l'hai fatto e questi non sono giocattoli. Te li ridiamo quando serve.
Sono parti che possono risultare noiose, ma lo stile quasi poetico della Stewart me le fa amare lo stesso.
In ogni caso c'è una netta ripresa nel finale, quando finalmente Arthur diventa un personaggio vero e proprio: è semplicemente adorabile. All'inizio un bambino un po' arrogante, poi crescendo diventa un ragazzino leale e coraggioso, credibile nel ruolo che tu - lettore - sai che avrà.
Ma non è solo lui ad entrare in scena: si iniziano a vedere i futuri cavalieri, con Bedivere che è pronto a dare la vita per lui da subito, ma anche i futuri problemi. Lot, carismatico ed ambizioso, un uomo di cui c'è bisogno ma di cui non ci si potrà mai fidare. La piccola Morgana, qui secondogenita di Uther ed Igraine. E sprattutto lei, Morgause, la figlia illegittima di Uther.
Una ragazzina dall'aspetto innocente, che desidera un potere come quello di Merlino pronta a diventare sua nemica in un battito di ciglia. Lei, sottovalutata da tutti, che quando il mito di re Artù inizia a splendere porta già in grembo la sua rovina .
In definita questo è un ottimo secondo volume, nonostante il rallentamento nella parte centrale: prosegue la crescita interiore del protagonista e la prima persona aiuta: sentendo i dubbi e le difficoltà di Merlino è più facile non consideralo un power player pesissimo, e riesce ad avere una dimensione umana senza perdere l'alone di mistero che lo circonda. Allo stesso tempo i personaggi che gli si muovono intorno sono egregi, e ho amato moltissimo ciò che la Stewart ha fatto con Uther: per quanto fosse un personaggio secondario non l'ha condannato ad un'unica dimensione, ha anche lui un percorso di crescita personale che, alla fine, me l'ha fatto apprezzare molto.
Questo volume segna la fine di un'era, e non hai il tempo di essere triste perchè sei subito esaltato per l'inizio di un'altra.
E ora spero davvero che la Elliot pubblichi presto L'ultimo incantesimo, che ho deciso di rileggere la serie con la ristampa e sto facendo davvero tanta fatica a trattenermi.
Questa saga ed io abbiamo un'unico problema: sono a corto di soldi T_T
RispondiEliminaÈ un problema abbastanza comune con la Elliot D:
EliminaQuoto in pieno ogni parola!!!!!
Elimina