martedì 17 ottobre 2017

Zanna Bianca

Zanna Bianca, di Jack London.

Jack London è uno degli autori che mi hanno fatto amare la lettura: Il richiamo della foresta letto la sera è stato, per me, la conferma che con i libri avrei avuto una lunga relazione. Anni dopo lessi pure Zanna Bianca, che tutti mi dicevano essere migliore, e oggettivamente forse lo è ma non si può mettere in discussione l'imprinting, e ora mi è venuta voglia di rileggerlo.
Spoiler? (<- punto di domanda perchè sì, ci sono spoiler ma non riesco a concepire che non si sappia come vanno a finire queste due storie)

Zanna Bianca è un cucciolo di lupo. Immerso in una natura bellissima, ma gelida e crudele, dovrà presto imparare a sopravvivere in una realtà dove la paura è una presenza costante. Tra paesaggi innevati e temibili foreste il cucciolo crescerà seguendo il proprio istinto di lupo, ma avrà anche occasione di entrare in contatto con il più grande di tutti i pericoli: l'uomo. E sarà proprio grazie alla conoscenza delle vie degli uomini e dei loro tentativi di modificare la sua natura selvaggia che Zanna Bianca scoprirà il significato della libertà. Attraverso le pagine di un classico della letteratura che ha formato generazioni di giovani lettori e conserva ancora oggi un fascino senza tempo, Jack London ci accompagna in un viaggio che parla della ricerca di se stessi e della propria identità.

Secondo me Il richiamo della foresta e Zanna Bianca sono una specie di duologia: in uno il cane che diventa lupo, nell'altro il lupo che diventa cane. In comune le foreste del grande nord, una natura selvaggia, bellissima e spietata, a cui spesso e volentieri si unisce la crudeltà dell'uomo.
Zanna Bianca, come immagino sappiate tutti, è il lupo protagonista del libro, la cui trama però comincia molto prima della sua nascita: si inizia con la storia dei suoi genitori, Kiche e il vecchio lupo guercio, e già si stravolgono le aspettative del lettore perchè quando si hanno animali come protagonisti è facile e comprensibile aspettarsi un certo livello di umanizzazione mentre London questo non lo fa, o lo fa il meno possibile. Non c'è amore ma un compagno che si sceglie in base alla forza fisica, c'è la fame che uccide i cuccioli.
In effetti tutto uccide i cuccioli - inclusa Kiche che ammazza i piccoli della lince per salvare il suo durante la carestia - e ci si rende dolorosamente conto che London non ha mai idealizzato la natura selvaggia: la amava in tutta la sua feroce bellezza, senza distogliere lo sguardo da ciò che spezzava il cuore.
E lo sapeva, che spezzava il cuore: non avrebbe potuto scrivere così, altrimenti.
Zanna Bianca è un protagonista impossibile da non amare, nonostante sia in tutto e per tutto un animale e tale natura non sia mai alterata, e la sua evoluzione è perfettamente comprensibile nonchè coinvolgente. Leggere di questo lupetto e di come il suo carattere venga plasmato da continui abusi e traumi è straziante, al punto che la lettura è durata tanto anche se il libro è corto perchè certe volte proprio non ce la facevo ad immergermi nella tristezza a palate più o meno costante.
Leggere è entrare in altri mondi. Di sofferenza.
Ma questa storia è bella perchè quando noi lettori e Zanna Bianca siamo giunti al limite e siamo a tanto così da punto di non ritorno, ecco che arriva una persona per bene che decide di salvare quello che è - a tutti gli effetti - un lupo violento e aggressivo, un cane cattivo e pericoloso. E un'altra prova del grandissimo talento di London è che per quanto tu sappia come andrà a finire sei comunque col fiato sospeso, col dubbio che ormai sia troppo tardi. Che Zanna Bianca non possa più imparare a comprendere la tenerezza, o comunque non prima che si ritenga più sicuro abbatterlo che rieducarlo.
Tutto questo ci porta ad una semplice considerazione: quanto detto fino ad ora basterebbe da solo a rendere Zanna Bianca un bel libro, ma ci si aggiunge una cosa importante: Jack London, e il suo essere uno scrittore dannatamente bravo.
Riesce a mantenere la poesia quando parla della crudeltà, e le sue descrizioni sono vivissime: la scena del primo - e se non ricordo male unico - ululato di Zanna Bianca fa venire i brividi da quanto è struggente. È una di quelle scene dove devi fermarti un momento per assaporare bene l'attimo, le emozioni che stai provando.
O le due paginette in cui descrive l'assassino e ti rendi conto che è l'immagine riflessa del lupo, solo che non ha mai incontrato nessuno disposto ad aiutarlo, e quel paragrafo con cui inchioda il suo mondo.
Camicia di forza, fame, colpi e bastonature: non era quello il trattamento che ci voleva per Jim Hall; eppure era il trattamento che riceveva, e che aveva sempre ricevuto, da quando era una tenera creaturina in uno slum di San Francisco, cedevole argilla nelle mani della società, pronta per essere foggiata in qualunque forma.
Veloce e fulmineo come un cazzotto allo stomaco.
Zanna Bianca è un libro da leggere, un libro che in superficie parla solo di un cane, ma quando lo leggi scopri una storia di identità negata, di legami cercati disperatamente ed infranti con la violenza, una storia di dolore e abuso, e di riscatto.
Jack London è uno scrittore da conoscere. Uno scrittore che è riuscito a scrivere due storie che sono una l'opposto dell'altra, con due finali opposti, eppure perfetti: non ricordavo che Zanna Bianca che dormicchia in giardino desse la stessa soddisfazione di Buck che risponde al richiamo della foresta.

6 commenti:

  1. Ce l'ho in casa da un sacco di tempo, ogni inverno mi riprometto di leggerlo ma poi rimando sempre... devo rimediare!

    RispondiElimina
  2. Sia Zanna Bianca che Il richiamo della foresta furono i miei libri di narrativa alle medie e non ti nego di averli odiati entrambi la prima volta che li ho letti. Effettivamente i miei professori di allora non credo avessero idea di quali romanzi potessero effettivamente coinvolgere dei ragazzini di tredici anni.
    Poi li ho riletti qualche anno fa e devo dirti che non è stato un grande amore, ma sicuramente sono riuscita a cogliere molto di più lo spirito di queste storie.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La mia esperienza con London è stata opposta, perciò non posso non pensare che abbiano almeno provato a scegliere qualcosa che potesse interessarvi. Comunque io sono convinta che spesso e volentieri far leggere per forza sia il modo migliore per spingere i ragazzini a non amare la lettura, soprattutto con la scelta di certi titoli: di La coscienza di Zeno ricordo solo la noia. Avevamo solo sedici anni, come gli è venuto in mente di farcelo leggere?

      Elimina
  3. Nonostante la tua recensione mi abbia fatto venir voglia di correre a procurarmene una copia, perché non so che fine abbia fatto quella che ho letto da bambina (probabilmente era un libro della biblioteca, ma non ci giurerei), e buttarmi subito nella lettura, NON rileggerò questo libro. O almeno, proverò a non leggerlo, perché era stata una lettura struggente allora e ora lo sarebbe ancora di più, ma cerco di evitare cose struggenti al momento. Comunque complimenti per la recensione!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie :)
      Io ricordavo solo la tenerezza del riscatto finale, mentre avevo rimosso tutte le cose completamente orribili che succedevano prima di arrivarci D: imho è un libro da rileggere, ma fai bene a non farlo se stai evitando cose troppo tristi.

      Elimina