mercoledì 3 febbraio 2016

Lo specchio di Atlante

Lo specchio di Atlante, di Bernardo Cicchetti.

Se abbiamo autori in grado di scrivere così, perchè non li pubblichiamo più spesso?

La colossale statua che regola le leggi fisiche del mondo, Atlante, è malata. Nascite deformi,piogge di pesci morti, vecchi che tornano fanciulli: solo sostituendo la ghiandola pineale di Atlante sarà possibile riportare il mondo alla normalità. Ma il raro metallo con cui venne realizzata, la drimite, non esiste più.
Il Mago Zephiro e i suoi Apprendisti Heron e Kalamon lo sanno e per salvare il proprio mondo dalla distruzione dovranno rubare quel metallo altrove: nel mondo dei sogni e nei mondi dietro gli specchi. Ma anche nei mondi paralleli Atlante è malato e gli Zephiro locali, coi loro Apprendisti, desiderano la drimite altrui per salvarsi.
E se ogni mondo fosse il sogno di qualcuno?

Questa sarà una recensione breve: un po' perchè il libro non è lunghissimo, un po' perchè non ho nessuna voglia di spoilerare come mio solito, un po' perchè un libro come questo apre alla discussione non solo di cosa pubblicano in Italia ma anche di cosa leggiamo.
Perchè Bernardo Cicchetti è stato pubblicato.
Magari in dieci copie, magari pubblicizzato zero, ma ad un certo punto in libreria lui c'è arrivato ed è prontamente caduto nel dimenticatoio, tant'è che questa è la sua unica opera e - a quanto ho capito - c'è voluta Vaporteppa per andarla a riprendere, assieme al suo autore.
Beh, magari la sto buttando giù un po' tragica: in fin dei conti nel '91 ero una nanerottola a cui i libri si compravano ma che non gli sceglieva (ma avrei fatto meno danni dei miei genitori: stupiti perchè avevo paura di vulcani e tsunami, senza collegare la cosa al libro illustrato sui disastri naturali che ancora oggi mi chiedo perchè), però che cavolo. Questo è soffocare la letteratura di genere nostrana in fasce.
Cose così assurde da essere epiche
Il mondo creato da Bernardo Cicchetti sembra una miniatura: così piccino, eppure dentro ci sono così tanti dettagli da chiederti come hanno fatto ad entrarci tutti. Un mondo il cui equilibrio è retto dalla statua di Atlante, un castello con un mago, due apprendisti, una fanciulla addormentata e una corte.
E lo specchio di Alice, in un certo senso, che apre le porte alle realtà alternative e - di base - prima sei in una stanza e poi sei nel multiuniverso, e questo salto è uno di quelli che se lo fai bene... beh, c'è un motivo se leggere per me è una passione più che un'hobby: i mondi che Heron visita sono tutti intriganti, ognuno con la sua identità e la sua atmosfera tutta particolare, al punto che quasi quasi vorresti sapere anche le storie che si svolgono lì oltre a quella che stai leggendo.
In tutto questo l'autore riesce anche ad inserire una sottotrama di indagine che non stona e non mi ha fatta addormentare, quindi complimenti vivissimi.
Lo stile è più che buono: si tratta di una lettura molto scorrevole e per niente pesante, con tante citazioni alle grandi opere (su tutte Alice nel Paese delle Meraviglie, al punto che ogni capitolo si apre con una citazione) e la cassica trama dell'eroe che parte alla ricerca del mistico oggetto in grado di salvare il suo mondo.
In sostanza: leggetelo.
(ve l'avevo detto che sarebbe stata corta)
Un'ultima cosa la devo dire: Lo specchio di Atlante per me si va ad aggiungere ad opere come Nirvana e Il mostro di Firenze e Boris, che dimostrano che anche noi sappiamo uscire dalla nostra zona sicura e fare roba bellina.
Però dobbiamo premiarla.

7 commenti:

  1. Concordo su tutto, il romanzo l'ho letto l'anno scorso e mi era piaciuto veramente tanto. Purtroppo in Italia ci sono tanti autori bravi che però vengono visti come "Autori di serie B" soltanto perché sono italiani. Ha senso questa cosa? O_o

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    1. Secondo me no, ma credo sia in parte dovuta al fatto che - soprattutto nel fantasy, che già è un genere che in Italia trattano da cani - quando le grandi CE hanno spinto qualcuno, hanno spinto gente che l'originalità non sapeva neanche cosa fosse e spesso non scriveva neanche tanto bene. Alla fine crei pregiudizio nei lettori :(

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  2. Non lo conoscevo e, anche se all'inizio mi ispirava poco, me lo segno! Spero di riuscire a seguire il tuo consiglio!!! :)

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  3. Grazie per l'apprezzamento, Katerina!
    Si fa il possibile per dare valore e riportare all'attenzione opere come quella di Cicchetti, o far conoscere in Italia quelle di Carlton Mellick III che dietro i titoli strani/scioccanti nascondono storie piene di spunti di riflessioni (e divertimento).

    La cosa più importante però è formare nuovi autori che possano seguire la pista mostrata da Cicchetti e produrre narrativa italiana concreta, immersiva, emozionante da leggere. E questo sta a noi di Vaporteppa ottenerlo (e ai colleghi volenterosi in altre case editrici). Ma perché le opere di questi autori non facciano la fine del libro di Cicchetti nel 1991, c'è bisogno dell'appoggio di chi i libri li ama e li legge davvero. :-)

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    1. Figurati, in certi casi è un dovere.
      Sono d'accordo su tutto quello che dici: quello che pubblicate lo compro anche se mi ispira il giusto proprio perchè so che, in ogni caso, leggerò qualcosa di davvero originale e scritto bene. C'è differenza tra qualcosa che non piace perchè non piace, e qualcosa che non piace perchè è brutto.
      Voi nello scenario peggiore siete una CE che permette a un lettore di scoprire cosa apprezza in generi più particolari, o semisconosciuti in Italia.

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