Ed ecco di nuovo la rubrica settimanale Teaser Tuesday, creata dal blog Should Be Reading, che si divide in poche, semplici fasi:
1_ prendi il libro che stai leggendo
2_ apri una pagina a caso
3_ scrivi un breve brano (stando attenti a non spoilerare)
4_ scrivi titolo e autore
C'è una sorta di cortina del silenzio che copre gran parte di quanto è avvenuto qui... anche se la gente parla lo stesso. Credo che nulla possa impedire alla gente di parlare. Ma bisogna ascoltare molto attentamente. E questa è una dote rara. Mi vanto di averla saputa affinare in questi ultimi quattro anni. Se così non è, allora ho davvero scarsa attitudine alla professione, perchè non si può dire che non abbia fatto pratica. Un vecchio mi raccontò di come sua moglie avesse udito delle voci che le parlavano dallo scarico del lavello in cucina durante le tre settimane precedenti alla morte della loro figliola, agli inizi della stagione invernale del 1957-58. La ragazza in questione fu una delle prime vittime del macabro festino che ebbe inizio con George Denbrough e non si concluse che nell'estate seguente.
"Un gran groviglio di voci, tutte che blateravano insieme", mi riferì. Era proprietario di un distributore della Gulf in Kansas Street e mi parlava negli intervalli tra lente e claudicanti gite alle pompe, dove riempiva serbatoi, controllava il livello dell'olio e lavava parabrezza. "Disse di aver risposto una volta, anche se era spaventata. Si è sporta sullo scarico e ci ha gridato dentro. 'Chi diavolo siete?' ha domandato. 'Come vi chiamate?' E tutte le voci le hanno risposto, almeno così mi ha detto. Grugniti e belati e balbettii e ululati e guaiti, grida e risa, chi più ne ha, più ne metta. E dicevano, secondo lei, la stessa cosa che disse il posseduto a Gesù: 'Il nostro nome è Legione'. Per due anni non volle più avvicinarsi al lavandino. Per quei due anni io venivo qui ogni giorno a rompermi la schiena per dodici ore e quando tornavo a casa dovevo lavare quei cavolo di piatti!"
Beveva Pepsi da una lattina presa dal distributore automatico accanto alla porta dell'ufficio, un ultrasettantenne in una sbiadita tuta da lavoro grigia, con cascate di rughe che gli scendevano dagli angoli degli occhi e della bocca.
"Ormai si sarà messo in testa che sono matto come un cavallo", aggiunse, "ma le racconterò qualcos'altro se spegnerà quell'aggeggio."
- It, Stephen King
Ho sempre voluto leggere questo romanzo, ma il fatto che sia lunghissimo mi blocca >.<
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