Sorpresa! Sono ancora viva, ma sono immersa in un periodo molto impegnativo e sto avendo "qualche" difficoltà ad infilare il blog nei ritagli tempo - ossia ho delle recensioni tra le bozze, ma per il momento non ce la faccio proprio a portare avanti rubriche e recap. Quindi mi sa che per un po' pubblicherò solo ed unicamente le recensioni, in virtù del fatto che scriverle tende a distendermi i nervi.
Ma ora è tempo di nostalgia.
In una ridente e sonnolenta cittadina americana, un gruppo di ragazzini, esplorando per gioco le fogne, risveglia da un sonno primordiale una creatura informe e mostruosa: It. E quando, molti anni dopo, It ricomincia a chiedere il suo tributo di sangue, gli stessi ragazzini, ormai adulti, abbandonano famiglia e lavoro per tornare a combatterla. E l'incubo ricomincia...
IT è un libro che tutti quelli che non l'hanno letto credono di conoscere: Pennywise, il mostruoso clown che uccide i bambini, e il gruppo di prescelti che deve combatterlo. Ma sarebbe sbagliato ridurre IT solo a questo, perchè nelle sue oltre mille pagine si può trovare molto di più: per quello che mi riguarda questo libro, che pure è uno dei primi scritti da King, è uno dei più significativi, oltre che uno che - rivisto alla luce della Torre Nera - rende chiaro che quest'uomo l'idea di inserire tutte le sue opere in uno stesso universo ce l'ha sempre avuta, e che funziona, perchè la Torre Nera va letta anche solo per avere quel piccolo momento di emozione totale quando capisci che sì, stanno parlando proprio della Tartaruga (e pare che sia questa la cosa che quel film vuole mantenere, anche se il trailer promette malissimo su tutto il resto).
Stephen King con IT mostra di essere un autore con maiuscola, che ha deciso di scrivere letteratura di genere ma non per questo ha deciso di scrivere facile o di svilire il suo lettore: questa non è solo l'avventura di sette persone contro un incubo, ma è la rappresentazione di un mondo intero. È la storia di Derry, così sbagliata e malsana, talmente legata al suo mostro da non poterla neanche definire infestata: tanti sono gli interludi dedicati a raccontare gli eventi della cittadina sin dagli albori, così come quelli dedicati alle vittime di Pennywise o coloro che hanno subito la sua influenza.
È un libro dove non si prova solo paura e voglia di finirlo per vedere cosa succederà e come finirà, è un libro dell'orrore pieno di momenti di tenerezza, di affetti contro tutto e tutti, di amicizia. È un libro con una dimensione emotiva che nessun film potrà mai replicare, perchè quello che ho provato a pagina 656 dubito fortemente che lo proverò al cinema ed è un peccato.
Eppure, nonostante si parli di un mostro che caccia i bambini, nonostante la violenza, la paura, lo sfondo della violenza sessuale... questo è anche un libro poetico, che parla dell'infanzia e della sua fine, e del ricercare quelle sensazioni tipiche di quando si era bambini una volta divenuti adulti.
Dal punto di vista stilistico non ho niente da dire, se non che sarei curiosa di leggerlo in lingua originale perchè alcuni punti della traduzione sembrano zoppicanti e non so se è per modi di dire degli anni ottanta o altro, e che apprezzo moltissimo la struttura della storia: noi siamo abituati ad immaginarcela divisa nettamente in due, come nel vecchio film (e come probabilmente sarà in quello nuovo), ma nel libro le due vanno avanti in contemporanea, col risultato che scopriamo pagina dopo pagina cosa è successo quando i sette Perdenti hanno affrontato per la prima volta Pennywise. Noi lettori non abbiamo il vantaggio di sapere già cos'è successo, come si può combattere una creatura simile, quindi arriviamo alla fine con il fiato sospeso.
Come immagino si sia capito, consiglio vivamente la lettura di IT: non fatevi spaventare dalla mole, scorre benissimo e appassiona fin dalla prima riga.
Ehilà, Kate, eccoti qua! ^____^
RispondiEliminaCosa potrei aggiungere? "It" è davvero un romanzone imperdibile, e mi auguro di cuore che l'uscita del film riesca, se non altro, a convincere le nuovissime generazioni ad accostarsi alle opere del Re, nonostante la mole spropositata che contraddistingue la maggior parte di loro! XD
PS: io non so ancora cosa pensare, sai, a proposito del trailer de "La Torre Nera"... in parte mi ha scioccato, in parte mi ha fatto salire alle stelle il livello di curiosità! Speriamo bene... :P
Oltre al valore prettamente letterario, per me It ha proprio un valore affettivo: a scuola girava la voce di un film terrificante con un clown assassino e le foto che si muovevano, del film più terrificante mai esistito (anche se credo che l'avessero visto in tre). Quando mi accorsi che mia madre aveva il libro, ho dovuto leggerlo.
EliminaDi nascosto, perchè avevo undici anni.
Paradossalmente è parte della mia infanzia.
Il trailer de La Torre Nera non mi è piaciuto :( troppa roba per essere un adattamento de L'ultimo cavaliere, e Roland imho è uno di quei personaggi che non puoi cambiargli l'etnia (troppo della caratterizzazione di Susannah si basa sull'essere nera in un gruppo di bianchi, e temo abbiano castato Elba per tagliare lei e avere comunque la minority quote)
(e mi piange il cuore perchè Idris Elba è bravissimo e probabilmente sarà una delle cose migliori del film)
L'ho letto una decina di anni fa, quando non avevo l'età, e per quanto lo avessi adorato me l'ero goduto poco. Ero ancora un lettore lento e incostante. Queste mille e passa pagine in quanto tempo le avrò divise? Uff.
RispondiEliminaQuest'estate, non appena la sessione mi molla, mi do alla rilettura - io che eppure non rileggo mai. Mi tenta anche l'edizione con la copertina nuova. Sono una persona orribile.
Io credo di essermelo goduto anche perché non avevo l'età e dovevo leggerlo di nascosto ;)
EliminaLa nuova edizione tenta anche me, più che altro perché quella che ho è distrutta dall'età (e dall'essere stata letta da una persona che massacra tutto ciò che legge e da una bambina che non sapeva prendersi cura dei libri)
Ho imparato ad apprezzare King solo alcuni anni fa. It è una grande costruzione architettonica con la sua struttura delle storie parallele. Ha la narrazione fluida e scorrevole che fa scivolare bene l'enorme mole del tomo. È uno dei grandi romanzi americani. Leggerlo è d'obbligo.
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