martedì 18 settembre 2018

Teaser Tuesday #198

Ed ecco di nuovo la rubrica settimanale Teaser Tuesday, creata dal blog Should Be Reading, che si divide in poche, semplici fasi:
1_ prendi il libro che stai leggendo
2_ apri una pagina a caso
3_ scrivi un breve brano (stando attenti a non spoilerare)
4_ scrivi titolo e autore


La luce si sposta lentamente, pigramente, sul disco. Non ha fretta di arrivare da alcuna parte. Perché affannarsi? Alla velocità della luce, dovunque è lo stesso posto.
Re Teppicymon XXVII guardò la sfera luminosa spuntare da oltre l'orlo del mondo. Delle gru si levarono in volo dal fiume ancora immerso nella foschia.
Sono stato coscienzioso, disse il faraone fra sé. Nessuno gli aveva mai spiegato come si fa a far sorgere i sole, straripare il fiume e maturare il grano. Chi, del resto, poteva spiegarglielo?
Era lui, il dio, dopotutto. Avrebbe dovuto saperlo. Invece non lo sapeva. Quindi si era limitato a sperare, per tutta la vita, che ogni cosa andasse liscia, senza intoppi. A quanto pare, questo era bastato. Il guaio era che, se qualcosa non avesse funzionato, lui non avrebbe mai saputo perché. Un incubo ricorrente era quello in cui Dios, il sommo sacerdote, lo viene a svegliare un bel mattino... anzi un brutto mattino... sì, perché il giorno non è spuntato, quel giorno... tutte le luci sono ancora accese... una folla irrequieta rumoreggia davanti al palazzo del faraone... in cielo brillano ancora le stelle... Tutti guardano lui, ansiosamente...
E lui non riesce a dir altro che: "Mi dispiace".
Ne era atterrito. Come era facile immaginare il fiume che si ricopre di una lastra di ghiaccio, i palmizi che avvizziscono nella morsa del gelo, gli uccelli che precipitano, senza vita, dal cielo...
Un'ombra lo investì. Alzò gli occhi velati di lacrime e vide un grigio, vuoto orizzonte. Per l'orrore, spalancò la bocca.
Si alzò in piedi, gettando via la coperta, e levò entrambe le braccia al cielo, supplichevole. Il sole era scomparso. Era lui il dio. Quello era il suo mestiere. L'unica cosa che era tenuto a fare. E aveva deluso il suo popolo.
Gli pareva di udire la rabbia della folla, un clamore che cresceva via via d'intensità, finché il ritmo, sempre più ossessivo, gli divenne familiare, ed eccolo, d'un tratto, trovarsi in un deserto blu, salmastro, dove il sole splendeva in eterno e agili sagome trascorrevano nel cielo sereno.
Il faraone si sollevò sulle punte dei piedi, gettò indietro la testa, dischiuse le ali. E saltò.
Mentre si innalzava nel cielo si stupì di udire un tonfo dietro di sé. E il sole fece capolino da una nube.
In seguito, il faraone si sentirà molto in imbarazzo al riguardo.
 - Maledette piramidi, Terry Pratchett

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