venerdì 25 gennaio 2019

Star Wars - L'Impero Colpisce Ancora

Dopo una serie di recensioni che probabilmente vi hanno portati a chiedervi come mai sono una fan di questa serie, ecco qui il mio capitolo preferito, che ritengo anche - abbastanza oggettivamente - uno dei film che hanno fatto la storia del cinema.
Ovviamente spoiler. Ma tanto, tanto spoiler.

Sono tempi duri per la ribellione. Nonostante la Morte Nera sia stata distrutta, le truppe imperiali hanno stanato le forze ribelli dalle loro basi nascoste e le hanno inseguite attraverso la galassia. Dopo essere sfuggito alla temibile flotta stellare dell'Impero, un gruppo di combattenti per la libertà guidato da Luke Skywalker ha stabilito una base segreta sul lontano mondo di ghiaccio del pianeta Hoth. Il malvagio Lord Dart Fener, ossessionato dall'idea di trovare il giovane Skywalker, ha inviato migliaia di sonde fino ai più lontani confini dello spazio...

Iniziamo dicendo che L'Impero Colpisce Ancora è un grande sequel: non solo non entra mai in contraddizione con la storia generale pur essendo il secondo capitolo di una serie con la continuity ancora in costruzione, ma ingrandisce il mondo e porta un paio di cose che, in retrospettiva, mancavano nel precedente capitolo: la complessità dei personaggi, e l'approfondimento della sfera emotiva.
Ora, io amo Una Nuova Speranza, ma come ho scritto nella recensione è una favola: è la base da cui far partire un universo narrativo e i suoi personaggi, per questo è così strano guardarlo nel mezzo, e per questo in quel film la storia tende ad essere più concentrata sugli eventi che sulle persone. Facciamo un esempio: nella scena della distruzione della Morte Nera noi vediamo praticamente solo i piloti, e ogni tanto quelli sulla base che pregano molto intensamente di distruggerla per primi.
Su Hoth invece vediamo i piloti che combattono per permettere la ritirata, le truppe di terra che danno sostegni ai piloti, il centro comando che cerca di salvare più persone possibili... e abbiamo personaggi da tutti le parti, con Luke nel mezzo della battaglia, Leia che coordina tutti e Han che mette in salvo lei.
È una gestione della scena a tutto tondo che non ha un attimo di tregua perché dove ti giri, dove hai qualcuno che fa attivamente qualcosa, e questo rimane costante per tutto il tempo.
A questo giro si percepisce davvero la potenza schiacciante dell'Impero: vincono sempre. Hanno perso la loro arma principale, il progetto su cui lavoravano da decenni, eppure sono costantemente sul punto di annientare l'Alleanza Ribelle, la cui grande vittoria è riuscire a fuggire per un soffio.
Darth Vader è finalmente il villain principale: carismatico, bad-ass, implacabile; qui vediamo come gestisce il fallimento dei suoi sottoposti, che uccidere chi l'ha deluso non è un gesto impulsivo dettato dalla rabbia: Darth Vader non perde il controllo mai, anche quando ammazza lo fa con freddo calcolo.
La differenza con Anakin, che invece era impulsivo e preda delle passioni, è impressionante e col senno del poi non possiamo non chiederci quanto l'eroe sia caduto, se l'oscurità è riuscita a renderlo freddo e calcolatore invece che irrazionale.
In questo film i tre protagonisti sono separati l'uno dall'altro, e la cosa bella è che il loro affiatamento è così reale da non farci dubitare nemmeno per un istante che siano amici, che Han possa rischiare la vita per andare a cercare Luke, o che Luke possa abbandonare l'addestramento Jedi per andare a salvare Han e Leia da una minaccia che potrebbe non essere reale ma che sicuramente è una trappola.
Vediamo Han flirtare e Leia negare l'attrazione che prova per lui, ed è sia esilarante - alla base ribelle son talmente abituati a vederli litigare che nessuno si scompone quando si urlano addosso nei corridoi - che coinvolgente, che alla fine vuoi vedere se sboccerà l'amore o no.
E quella battuta, improvvisata da Harrison Ford, che però è perfetta (e si presta a prese in giro stupende)
In questo capitolo il mondo di Guerre Stellari cresce, e lo vediamo con le new entry (anche se, seguendo gli episodi per numero, si tratta di grandi ritorni): qui vediamo Lando Calrissian, vediamo Yoda, possiamo lanciare un primo sguardo all'Imperatore (per la cronaca: non sono contraria a tutti i cambiamenti apportati da Lucas: questo è un miglioramento, così come le finestre di Cloud City).
In particolare è interessante la parte di Luke e Yoda: l'addestramento del giovane Skywalker, la presenza ormai conclamata del fantasma di Obi-Wan Kenobi, gli accenni sempre più grandi a quanto accaduto quando l'Impero si è venuto a creare... è una narrazione più tranquilla ed introspettiva che viene bilanciata da quella concitata che riguarda Han e Leia.
Scopriamo più cose rispetto alla Forza, anche solo per il fatto che il suo più grande Maestro è una specie di ranocchio verde che non combatte e non ha paura a comportarsi come un cretino (per la cronaca, il modo in cui Yoda passa da alieno pazzo a vecchio saggio a me mette ancora i brividi), e sul Lato Oscuro.
Un approfondimento che solo in apparenza riguarda unicamente Luke, ma che per riflesso ci racconta anche di Darth Vader, e che è tanto triste con la conoscenza dei prequel alle spalle: è chiaro che Yoda non sta solo insegnando a Luke le vie dei Jedi, ma gliele sta insegnando con le riflessioni aggiunte date dal fallimento di vent'anni prima. È più aperto nel parlare del Lato Oscuro perché Anakin è caduto senza che nessuno se ne accorgesse, riluttante a dire la verità al ragazzo perché col padre dovrà scontrarsi e saperla potrebbe essere uno svantaggio (spoiler: alla fine lo è anche non saperla, di brutto), consapevole che a combattere i Sith al loro apice sarà un Jedi atipico, con una conoscenza imperfetta e un'etica diversa: Luke è troppo grande per staccarsi dai sentimenti come il vecchio Ordine imponeva, per forza di cose sarà un Cavaliere diverso.
Ma con Luke e Vader questa volta abbiamo il carico da novanta emotivo: stavolta il loro legame è evidente. Non quello come padre e figlio, ma quello come avversari designati dal destino: il giovane eroe che deve sconfiggere il male, il malvagio consolidato che vuole corromperlo. Già come te la vendono all'inizio è un classico: il figlio dell'eroe corrotto dagli assassini del padre. Senza i prequel quello che sanno gli spettatori è che Anakin Skywalker è stato ucciso da Darth Vader, ed è perverso che il suo assassino voglia prenderne il figlio.
Poi però arriva quel momento, che per me è uno dei motivi per cui la serie va vista in ordine di uscita al cinema perché è un colpo di scena troppo bello, e le certezze crollano: si passa dalla favola a qualcosa di più complesso, perché se Lando è un personaggio creato per essere ambiguo - ma neanche troppo - con Darth Vader abbiamo un cattivo che da completamente nero passa a grigio. Abbiamo dei mentori che hanno mentito, sperando che il loro pupillo uccidesse il padre senza saperlo, che di fatto gli hanno negato la possibilità di scegliere un'altra via, rendendolo vulnerabile nel modo più crudele ad un signore dei Sith.
Poi, a livello personale, adoro una cosa che si trova all'inizio ed è molto probabilmente casuale: nella recensione de Una nuova speranza avevo detto come mancasse una qualsiasi forma di pathos quando Vader e Leia si incontrano: sono padre e figlia, la ragazza somiglia al grande amore di Anakin, diciamo che al giorno d'oggi uno avrebbe voluto almeno una colonna sonora d'effetto... ecco, non è che qui si vada molto oltre considerato che Vader è convinto di avere solo un figlio e non gliene può fregare di meno della principessa, però mi piace moltissimo l'involontario parallelo che c'è nella prima parte del film, quando si vede Darth Vader che organizza le truppe per attaccare i ribelli, inframezzato da Leia che organizza la difesa.
Perché ricordiamocelo: Luke è un Jedi come suo padre prima di lui; ma Leia è un generale come suo padre prima di lei.
E poi mi è sempre piaciuto che Luke somigli fisicamente ad Anakin ma abbia il carattere di Padmé, mentre Leia somiglia a Padmé ma ha il carattere di Anakin.
Si nota che questo è il capitolo in cui Star Wars è diventato ufficialmente una saga familiare, vero?

Comunque, tornando al film in questione, è anche uno di quelli che finisce con un cliffhanger alluncinante: l'Impero ha vinto.
Luke non ha terminato l'addestramento e ha perso contro Darth Vader; Han è stato catturato; l'Alleanza è stata messa di nuovo in fuga... eppure, ogni volta che arrivo al finale, non riesco a non vedere un barlume di speranza in Luke e Leia che guardano il Millenium Falcon partire alla ricerca di Han. È una scena costruita in modo perfetto per far capire che sì, è andato tutto male... ma no, non è ancora finita e la resa non è contemplata.

2 commenti:

  1. Mi hai fatto venire i brividi con questa recensione e una voglia pazza di rivedermi la saga.
    Comunque sono d'accordo sull'ordine di visione: la trilogia originale prima di quella prequel, altrimenti si perde del tutto l'effetto della rivelazione di Vader.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Rivedersi Star Wars è una cosa che ogni tanto va fatta XD
      Sull'ordine di visione, prima dell'uscita dei sequel e degli spin-off, io ero una fan del Machete Order: Episodio IV e V, poi Episodio II e III (perché La minaccia fantasma alla fin fine non serve poi molto) e poi chiudere con il VI. Così ti vedi la storia di Anakin dopo la grande rivelazione, e il VI riprende i fili di tutto :)

      Elimina