Le conseguenze sono state inizialmente tragiche, ma alla fine mi hanno spinta di nuovo verso un mio vecchio, grande amore. Gli anime.
Con episodi di 20 minuti circa l'uno, ho ritrovato qualcosa che riesco a seguire senza troppi problemi, perciò ecco a voi le due serie - iniziate questo inverno, stranamente non sono recuperi - che mi stanno tenendo compagnia in queste settimane.
E più diverse di così non si può.
My roommate is a cat
In realtà la storia è un po' più complessa: Subaru Mikazuki è uno scrittore di 23 anni, che ha perso da poco i genitori in un incidente stradale. Il ragazzo è sempre stato introverso al limite del patologico: odia le persone e averci a che fare, fa del suo meglio per vivere chiuso in casa limitando i rapporti col mondo esterno il più possibile, e anche per i suoi libri si basa più sulla ricerca che sull'esperienza vera e propria.
Poi, un giorno, trova una gattina al cimitero e decide di portarsela a casa per usarla come fonte di ispirazione, e noi già sappiamo che sarà convertito dall'ovvia adorabilità del gatto, giusto?
Non proprio: l'anime mostra bene due cose, ossia che sul fronte felino siamo davanti ad una randagia che non si fida manco per nulla e - di base - rimane lì perché le danno da mangiare, e sul fronte umano che i problemi di Subaru non sono solo con le persone ma con qualunque cosa abbia una vita, tranne le piante. Forse.
Il rapporto tra i due si sviluppa pian piano, perché entrambi devono imparare a non essere più soli e condividere la quotidianità, e soprattutto convivere con un altro essere vivente costringe il ragazzo ad avere ad uscire dal suo guscio ed interagire con altre persone - deve comprare da mangiare alla micetta, deve portarla dal veterinario, si trova costretto a chiedere consiglio su cosa possa servirle o quale sia una dieta equilibrata per lei, e così facendo si trova ad entrare suo malgrado in quella grande famiglia di svitati che siamo noi possessori di un animale domestico, soprattutto quando ci crediamo tantissimo.
La cosa più interessante, però, è la struttura dell'episodio: le avventure sono piuttosto corte - anche per gli standard di un anime - perché gli ultimi dieci minuti le ripercorrono... ma dal punto di vista di Haru, la gatta, e noi possiamo quindi vedere come i due protagonisti non si capiscano per niente e diano significati completamente diversi alla stessa situazione.
Cosa che rende ancora più carino il momento in cui pensano la stessa cosa.
Si tratta di anime davvero adorabile e divertente, e mi piace come mostri che anche un piccolo cambiamento nella propria vita può spianare la strada ad un'evoluzione molto più grande.
Dororo
E ora qualcosa di completamente diverso: se My roommate is a cat è cuoricini e feels, questo è dolore e sofferenza. Si tratta dell'adattamento di un manga del maestro Osamu Tezuka del 1967, e la trama è molto più complessa rispetto al "ragazzo adotta una micia" di prima: siamo nel periodo Sengoku, ossia quel simpatico momento della storia giapponese in cui c'erano tanti piccoli feudi costantemente in guerra tra loro. Noi vediamo un signorotto locale che per sopravvivere ed ottenere la grandezza decide di fare un patto coi demoni, senza però essere molto specifico nel prezzo da pagare: gli offre tutto ciò che vogliono.E quelli accettano, prendendosi... pezzi del figlio primogenito: il bimbo nasce senza pelle, senza arti, senza i cinque sensi. Uno sgorbietto a cui, in pratica, hanno lasciato solo i capelli perché ancora non li aveva, che viene abbandonato a morire in quanto deforme.
Solo che non muore: viene trovato da un medico che crea protesi di legno (accettare il modo in cui funzionano richiede più sospensione dell'incredulità dell'accettare i demoni stessi), che lo battezza Hyakkimaru e decide di provare ad allevarlo. Ora, in una storia del genere è ovvio che il povero protagonista, dopo un inizio così schifoso, almeno qualche vantaggio deve averlo: Hyakkimaru è in grado di muoversi nel mondo vedendo le auree degli esseri viventi, ed è dotato di una forza spaventosa. È anche una calamita per ogni demone del Giappone, data la maledizione che l'ha colpito, ma c'è una via di fuga: quando uccide uno dei demoni che gli ha portato via qualcosa, la riprende.
In sostanza è la storia di un ragazzo cieco, sordo e muto che da la caccia ai demoni, e del bambino (Dororo) che decide di seguirlo perché ok, è forte, ma non ha la più pallida idea di come sia fatto il mondo.
Al di là del comparto tecnico - molto notevole - sto apprezzando i dettagli: è vero che ci sono i mostri, ma il grosso delle cose orrende lo fanno le persone; trovo interessante come si veda come la vita del padre di Hyakkimaru stia peggiorando mano a mano che i demoni con cui ha stretto il patto vengono uccisi; ma soprattutto mi piace come viene rappresentato il modo in cui Hyakkimaru reagisce al riprendersi parti di sé stesso: spesso e volentieri vuol dire diventare più debole - almeno finché non si abitua - perché sta lentamente passando dal non avere un'incolumità di cui preoccuparsi ad avere un corpo, e sentire il dolore. Per non parlare del più che realistico sovraccarico sensoriale quando riacquista l'udito.
Per ora davvero una bella serie che consiglio.
Oddio. Gatti? Hai il mio interesse. XD
RispondiEliminaÈ l’anime sui gatti che non sapevo di aspettare da tutta la vita XD
EliminaOvviamente sto con gli occhi a cuore per l'anime con la micetta - cioè, dalla still del video di YouTube, la micetta ha la stessa espressione della mia Alaska quando non le va bene qualcosa! xD
RispondiEliminaDal punto di vista tecnico e della storia Dororo è migliore... ma My roommate is a cat è un cuoricino costante <3 diciamo che sono una coppia vincente: guardi Dororo, muori dentro, guardi My roommate is a cat e ti ripigli un po’ XD
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