The rising of the Shield Hero
Non so quando è successo (forse da Sword Art Online?), ma è da qualche anno che ad ogni stagione esce l'anime dove i personaggi finiscono in un videogioco. Se devo essere onesta non ne ho mai seguito uno, e se devo essere del tutto onesta questo qui sono finita a vederlo per un tragico malinteso: credevo fosse uno di quelli dove gente del nostro mondo finisce in un universo fantasy (ho avuto un eccellente imprinting col genere, e pure il suo esatto opposto mi è piaciuto un sacco).Ma andiamo con ordine: il nostro protagonista è Naofumi, uno studente universitario che - un bel giorno - viene trasportato in un mondo fantasy medioevale assieme ad altri tre ragazzi. I quattro sono stati chiamati in veste di eroi leggendari per salvare il regno dalle invasioni demoniache, ognuno di loro con un'arma mitologica: spada, lancia, arco e... scudo. Fin qui abbastanza nella norma, non fosse che diventa palese la componente "videogioco": i quattro possono usare solo ed unicamente le armi designate, per diventare più forti devono livellare sconfiggendo nemici, possono sbloccare abilità via via che vanno avanti (lo ammetto, il wtf è stato potente in me quando hanno cominciato a parlarne). Per Naofumi, però, iniziano altri problemi: tanto per cominciare lo scudo non è un'arma ergo per lui livellare è difficilissimo, ma soprattutto l'Eroe dello Scudo gode tradizionalmente di una pessima reputazione e per questo tutti lo trattano malissimo, al punto che una ragazza - per poterlo derubare - lo accusa di averla stuprata. E viene creduta.
Naofumi diventa perciò una persona chiusa e ostile, costretto a rimanere lì fino al compimento della profezia, e per sopravvivere decide di comprarsi una schiava, Raphtalia - che mi ha fatto capire che al 90% questo sarà pure un harem - da usare come forza bruta (i punti esperienza vengono divisi tra tutti i membri del party, così anche se i mostri li uccide lei diventa più forte pure lui) che ovviamente finisce per volergli un gran bene, e di base sono le avventure di un bad boy che deve imparare a fidarsi di nuovo degli altri.
Non è nulla di eclatante, però devo dire che nella sua semplicità ha il suo fascino: non è adorabile come My roommate is a cat, né cerca di strapparti l'anima come Dororo, ma i personaggi sono carini, la storia è rilassante, c'è la ship, e apprezzo che non cerchi di essere niente di più di una serie di intrattenimento senza troppi pensieri.
E poi la ragazza puccettosa che mena come un fabbro è un cliché che tende ad attirarmi, così come il tenebroso stronzo destinato alla protezione altrui.
The promised Neverland
Questo lo conoscevo di fama, e sapevo che mi sarebbe piaciuto. In effetti non ho comprato il manga proprio per quello: so che sembra un controsenso, ma lo spazio scarseggia, il budget è quello che è, e dovendo scegliere ho scelto Girl from the Other Side.Emma, Ray e Norman sono tre bambini di undici anni. Sono orfani, ma la loro vita procede serena nell'orfanotrofio assieme ai loro 'fratelli', dove vengono accuditi con amore da Isabella, che considerano la loro mamma. La loro casa è in una piccola radura in mezzo ad un bosco, e per la loro protezione i piccoli non possono uscire dai confini dell'orfanotrofio se non nel giorno della loro adozione... e di adozioni ce ne sono tante, con gioia misto tristezza nel cuore dei bambini, anche perché chi se ne va - preso dalla nuova vita - non scrive mai, né manda sue notizie.
Peccato che sia tutta una menzogna: qualcosa di terribile è successo nel mondo, e i tre protagonisti scoprono che restare nell'orfanotrofio vuol dire morire entro i dodici anni. Possono solo provare a scappare, sperando che fuori ci sia un posto sicuro, da qualche parte. Un terra promessa.
Beh, questo è l'anime che mi ha quasi convinta a diventare vegetariana (in realtà mi piacerebbe molto esserlo, ma ho il non indifferente problema che le verdure non solo mi piacciono ma non mi saziano neppure). Se Dororo punta alla tragedia (lo nomino di nuovo perché è l'altro 'serio' che sto seguendo al momento), questo punta alla tensione: fin dall'inizio si capisce che nell'orfanotrofio c'è qualcosa che non va, ma per quanto tu ti aspetti qualcosa di molto simile a quello che poi succede... beh, succede in un modo che riesce comunque a cogliere di sorpresa.
E dopo la rivelazione diventa una guerra di intelletti, con ragazzi che cercano di anticipare le mosse degli avversari senza sapere dove siano e quali siano le informazioni in loro possesso, con il carico emotivo aggiunto dal fatto che sono bambini che hanno visto distrutto il loro piccolo mondo, e hanno scoperto di non potersi fidare non solo della loro mamma, ma dell'unico adulto presente nella loro vita, con la consapevolezza che non saranno salvati e che non c'è letteralmente nessuno a cui chiedere aiuto.
Purtroppo non posso dire molto altro senza cadere nello spoiler, ed essendo una serie che si basa molto sul mistero sarebbe criminale da parte mia sbottonarmi troppo.
Tecnicamente non è male, ma devo confessare di non essere una fan dello stile di disegno (ricalca il manga, non ci si può fare nulla).
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