mercoledì 28 agosto 2019

L'occhio del mondo

L'occhio del mondo, di Robert Jordan.

Non ricordo quando l'ho comprato. Ricordo che ero a Bologna: mia madre e mia zia volevano fare non so che giro senza un'adolescente appresso e mi avevano mollata in una libreria con la promessa che ci avrei guadagnato un libro, e la certezza che dopo due ore non solo mi avrebbero ritrovata lì ma che mi sarebbe pure sembrato troppo presto per andare via.
E io scelsi questo, perché senza il supporto internet capitava di finire per caso in tunnel come 'serie di quattordici libri ancora in corso che andranno dalle 704 alle 1024 pagine l'uno, più autore morto tragicamente a tre volumi dal finale'.

Fervono i preparativi per la festa di primavera, nella regione dei Fiumi Gemelli, e il giovane Rand al'Thor è ansioso di lasciarsi alle spalle un anno difficile, pieno di cattivi presagi. Alcuni stranieri si aggirano per il villaggio di Emond's Field, e non si parla d'altro: un'elegante dama accompagnata da un gelido cavaliere, misteriose figure a cavallo che spariscono nel nulla, un menestrello ansioso di cantare epiche gesta. Sono giunte notizie di una guerra in remote contrade e dell'ascesa di un falso Drago, la cui venuta, temuta e annunciata, porterà una nuova Frattura nel mondo. E il Male si addensa: creature malvagie e leggendarie, i bestiali Trolloc assetati di sangue, si sono scatenati nella caccia a un ragazzo che il Tenebroso sembra temere, e che vuole in ogni modo asservire... Nulla sarà più come prima, nel Disegno delle Epoche tessuto dalla Ruota del Tempo: un mondo inquieto e sgomento si appresta a essere di nuovo preda dell'ombra.

Mi innamorai di questa serie per poi realizzare che mi era impossibile leggerla quando usciva: era impegnativa, c'era lo studio di mezzo, costava un sacco e io non avevo tanto soldi. Decisi di comprarla quando potevo, e di leggerla una volta finita.
Una volta finita mi resi conto che leggerla sarebbe stata un'impresa che mi avrebbe chiesto letteralmente anni.
Ho rimandato.
Poi, qualche settimana fa, a tradimento esce il cast principale per la serie televisiva che manco sapevo ci stessero lavorando e che fai, non leggi la serie prima che esca il telefilm?
Quindi ho deciso di provare con un progetto ambizioso: leggere e recensire La Ruota del Tempo.
Vediamo quanto ci metto a rinunciare.
Partiamo dall'ambientazione, che qui a complessità stiamo su livelli altissimi: il mondo è nato per volere del Creatore. Sullo sfondo sta la Ruota del Tempo, che tesse il destino usando le vite degli uomini come fili. Poi abbiamo l'Unico Potere, diviso in due parti - saidin (che può essere usato solo dagli uomini) e saidar (che può essere usato solo dalle donne) - che fa girare la Ruota. Le persone in grado di utilizzare il Potere sono dette Incalanatori (titolo ufficiale: Aes Sedai).
Poi abbiamo il Tenebroso, che è stato chiuso in una prigione per evitare che spaccasse tutto.
Piccolo problema 1: è tipo Satana, ergo ogni tanto gli capita di riuscire a scappare, e siccome la Ruota gira e un bel po' di cosette sono destinate a ripetersi, abbiamo La Profezia™: quando il Tenebroso sarà libero, nascerà un incalanatore potentissimo, detto il Drago, capace di rinchiuderlo nuovamente.
Piccolo problema 2: durante la guerra tra il Tenebroso e Lews Therim (l'ultimo drago), il Tenebroso ha contaminato saidin col suo potere. Risultato: tutti gli incalanatori maschi sono destinati ad impazzire e morire, incluso Therin. E l'hanno fatto. Solo che prima hanno quasi distrutto il mondo col loro potere.
La storia comincia qualche millennio dopo questo casino: siamo in un'epoca piena di cattivi presagi, con l'inverno che dura troppo a lungo, animali generalmente associati al Tenebroso che si fanno vedere più spesso, avvistamenti di Trolloc (simili agli orchi di Tolkien)... ma ai nostri eroi tutto questo importa poco: Rand, Mat e Perrin sono tre ragazzi dei Fiumi Gemelli (uno dei paesini più sperduti di sempre) e le loro preoccupazioni variano da l'amica d'infanzia - Egwene - che potrebbe essere qualcosa di più (per Rand), al continuare a fare scherzi idioti come quando si era ancora bambini (per Mat). Nel mezzo si trova Perrin, che detiene il neurone del gruppo.
Tutto cambia con l'arrivo di Moiraine, una Aes Sedai, e un conseguente attacco al villaggio da parte delle forze del male. Long story short: uno dei nostri tre baldi giovani è il Drago Rinato, e tutti e tre sono ta'veren (ossia individui in grado di influire sul Disegno, con la loro mera presenza): per sfuggire al Tenebroso, che per andare sul sicuro li vuole tutti e tre - vivi o morti - e per prepararsi a combatterlo, i tre ragazzi devono partire con Moiraine dando il via al classico viaggio costellato di avventure che tanto piaceva all'high fantasy degli anni '90.
Oh, e ovviamente c'è la contaminazione che pende come una spada di Damocle su chiunque sia il Drago Rinato: è vero che può sconfiggere il Tenebroso, ma è anche vero che è destinato ad impazzire e diventare un pericolo altrettanto grande...

Dopo aver riletto il primo volume ho potuto constatare una cosa: è vero che nella storia si avverte l'influenza del periodo in cui è stato scritto, e le illustri influenze (Tolkien), ma santo cielo se non ha retto bene al trascorrere degli anni. Grazie allo stile la lettura non pesa per niente nonostante la mole, i personaggi sono tutti ben caratterizzati e diversi l'uno dall'altro, l'ambientazione è immensa: piena di personaggi, di profezie, di nazioni, di organizzazioni, di flashback, di sottotrame... è possibile ipotizzare e ragionare all'infinito su tutto quello che viene detto, che succede e che potrebbe succedere.
In questo primo libro al progetto più grande, che porterà ad altri tredici libri, si affianca anche un'avventura autoconclusiva: una battaglia che lascia intravedere la guerra più grande che si profila all'orizzonte, un po' in stile distruzione della prima Morte Nera, ed è anche chiaro che il numero tendente all'infinito dei personaggi permetterà di avere un'occhio più o meno in ogni angolo della mappa.
Sul serio, questa è una di quelle serie che fa sembrare Game of Thrones piccolo (non parlo di tematiche, perché sono due saghe molto diverse, ma proprio di vastità dell'ambientazione).
Non posso essere però del tutto contenta dell'edizione: è piena di refusi, legati principalmente alla punteggiatura.
Ma io vi consiglio caldamente il recupero.

2 commenti:

  1. Anch'io ho letto il primo volume un mucchio di tempo fa: mi è piaciuto molto - tanto, pur odiando il protagonista con tutto il cuore! XD - ma per qualche motivo non ho ancora trovato il coraggio di affrontare l'impresa e buttar giù anche gli altri 1847 volumi restanti... XD
    Però intanto li ho comprati tutti, meno gli ultimissimi volumi (quelli di Sanderson). Prima o poi, quindi, credo proprio che proseguirò! ^____^

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    1. Dai, alla fine sono "solo" quattordici... ci sono autori che, dividendosi tra saghe e sottosaghe con gli stessi personaggi, hanno fatto molto peggio. Almeno Jordan è stato onesto XD

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