Si torna nell'universo espanso di Guerre Stellari.
An unexpected offer threatens the bond between Qui-Gon Jinn and Obi-Wan Kenobi as the two Jedi navigate a dangerous new planet and an uncertain future.
A Jedi must be a fearless warrior, a guardian of justice, and a scholar in the ways of the Force. But perhaps a Jedi's most essential duty is to pass on what they have learned. Master Yoda trained Dooku; Dooku trained Qui-Gon Jinn; and now Qui-Gon has a Padawan of his own. But while Qui-Gon has faced all manner of threats and danger as a Jedi, nothing has ever scared him like the thought of failing his apprentice.
Obi-Wan Kenobi has deep respect for his Master, but struggles to understand him. Why must Qui-Gon so often disregard the laws that bind the Jedi? Why is Qui-Gon drawn to ancient Jedi prophecies instead of more practical concerns? And why wasn't Obi-Wan told that Qui-Gon is considering an invitation to join the Jedi Council - knowing it would mean the end of their partnership? The simple answer scares him: Obi-Wan has failed his Master.
When Jedi Rael Averross, another former student of Dooku, requests their assistance with a political dispute, Jinn and Kenobi travel to the royal court of Pijal for what may be their final mission together. What should be a simple assignment quickly becomes clouded by deceit, and by visions of violent disaster that take hold in Qui-Gon's mind. As Qui-Gon's faith in prophecy grows, Obi-Wan's faith in him is tested - just as a threat surfaces that will demand that Master and apprentice come together as never before, or be divided forever.
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So che questo libro ha sofferto per il distacco dal vecchio universo espanso, in quanto lì già c'era una serie dedicata al giovanissimo Obi-Wan Kenobi e in questo volume il personaggio e il suo rapporto con Qui-Gon Jinn sono molto diversi da com'erano: in questo senso non aver mai letto in modo continuativo Legends mi ha aiutata a non fare paragoni, e devo dire che ho apprezzato.
Non c'è molto da dire sugli avvenimenti di Master and Apprentice: la trama è semplice abbastanza da non far sembrare una forzatura pensare che sia successa prima degli eventi principali della saga. Si parla di una nuova rotta dell'iperspazio e di come ci siano problemi sul pianeta chiave, motivo per cui è consigliata la presenza di un jedi.
Osservando la struttura del libro da fuori è evidente che si tratta di un semplice pretesto per fornire una cornice un po' più strutturata alla trilogia prequel in generale e La minaccia fantasma in particolare: i contrasti tra Qui-Gon e il Consiglio rendono inequivocabilmente canon quello che noi spettatori sospettavamo già da un po', ossia che i Jedi sono diventati un'organizzazione stagnante, trincerata nelle sue posizioni e attaccata in modo malsano alla tradizione, con la tendenza ad etichettare ogni possibile innovazione o posizione diversa come strada per il Lato Oscuro. In tal senso l'ingresso di Qui-Gon nel Consiglio avrebbe potuto aiutarli, dato che si avvicina molto ai jedi grigi, e si può speculare che la mancata promozione sia stato uno dei punti di non ritorno per l'Ordine.
La cosa interessante, a questo riguardo, è la forte sensazione di predestinazione che si respira in questa storia: si parla - finalmente - delle profezie e del perché non vengano più studiate. Ho trovato interessante che di base il motivo sia stato saggio (cancellare il rischio della profezia che si auto-avvera), così come ho apprezzato la diversa angolazione da cui alcuni le guardano - ossia dedurre il contesto storico in cui sono state pronunciate. È stato anche bello vedere Dooku prima che divenisse un signore dei Sith (nel libro ci sono alcuni capitoli dedicati a Qui-Gon bambino, e vediamo il rapporto col suo Maestro).
La cosa che Claudia Grey è riuscita a fare meglio, però, è inserire svariate situazioni che somigliano a quelle che vedremo ma che non sono esattamente uguali: il risultato è che diverse linee di condotta quantomeno discutibili acquistano una parvenza di senso dato che chi le prende ritiene - abbastanza umanamente - di esserci già passato prima, e visto come è andata la prima volta magari conviene prendere decisioni diverse.
Qui-Gon e Obi-Wan hanno un rapporto conflittuale: non sono in sintonia, non si capiscono, sono affezionati l'uno all'altro ma sentono che c'è qualcosa che non va. Sono talmente incapaci di venirsi incontro che Qui-Gon valuta seriamente di 'cedere' il diciassettenne Obi Wan ad un altro Maestro non perché non tenga a lui, ma perché non sente di riuscire ad insegnargli. Allo stesso modo Obi-Wan è frustrato perché non riesce ad afferrare fino in fondo gli insegnamenti del suo Maestro.
Questo non è interessante solo perché li vediamo diventare quello che saranno in Episodio I, ma perché mette in chiaro che l'esperienza di Obi-Wan Kenobi nel rapporto Maestro-Padawan gli fa considerare normale che ci siano incomprensioni e frizioni. Perché dovrebbe preoccuparsi eccessivamente di Anakin, se pure lui e Qui-Gon Jinn erano spesso in conflitto? È normale, giusto?
Rael Aveross è un'altra aggiunta interessante all'universo narrativo in questione: si può dire che lui è uno dei motivi per cui Anakin verrà guardato con sospetto. Quest'uomo è un Cavaliere Jedi anomalo, in quanto è stato scoperto a cinque anni. Grande abbastanza da ricordare la vita prima, da avere affetti e ricordi, un'individualità più pronunciata rispetto agli altri, che gli ha impedito l'integrazione completa coi suoi pari.
Aveross si muove dentro i confini dell'Ordine, ma con una consapevolezza di quello che sta fuori maggiore rispetto a chiunque altro e sempre guardato con sospetto per la questione dell'attaccamento. Ha commesso un'errore gravissimo, in passato, che lui per primo non si è mai perdonato e che condiziona tutto il suo atteggiamento presente. Divenuto reggente/consigliere per la giovanissima principessa Fanry di Pijal, finisce per l'amarla come una figlia e perdere di obbiettività.
Il parallelo con Anakin è talmente ovvio che diventa improvvisamente più comprensibile che il Consiglio l'abbia tenuto a guinzaglio corto dato il casino totale successo quando a uno col background simile hanno lasciato ampio spazio di manovra perché, poverino, non è colpa sua se l'hanno trovato tardi. Tra l'altro ho trovato molto interessante come Dooku abbia addestrato sia Aveross che Qui-Gon: come ho detto in questo libro si avverte la sensazione di predestinazione e pare proprio che la linea di addestramento di Dooku sia vitale per arrivare agli Skywalker.
Oh, e per una volta mi sono affezionata anche ai personaggi secondari.
Insomma, è stata una lettura interessante e piacevole, e mi piace vedere come autori diversi si stiano impegnando per riempire i buchi lasciati vuoti dalla trilogia prequel.
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