mercoledì 9 ottobre 2019

Confessioni di un peccatore eletto

Confessioni di un peccatore eletto, di James Hogg.

Leggere questo libro è stato un parto: ci ho messo una vita a finirlo, e non per colpa sua. Come saprete se leggete il mio blog ho da poco avuto una promozione, cosa molto bella ma che ha significato cambiare completamente mansioni con relativo stress annesso.
Diciamo che questo povero libro è stato una vittima collaterale del periodo di transizione e della stanchezza dati dal passaggio a "sto a casa in attesa di attivazione" a "pendolare che deve percorrere 100 km tra andata e ritorno".
Ma ce l'ho fatta, e ne è valsa la pena.

Robert, figlio minore dell'ultimo discendente dei Colwan, famiglia di possidenti scozzesi, viene allevato dalla madre in un clima di cupo fanatismo religioso e si convince di essere uno degli "eletti del Signore". L'incontro con un misterioso personaggio dotato di poteri soprannaturali, Gill-Martin, rafforza il suo delirio e lo induce a commettere una serie di azioni delittuose e punitive di peccatori, tra cui la persecuzione e l'uccisione del fratello maggiore. Smascherato e tormentato dai rimorsi, Robert cerca scampo al senso di colpa togliendosi la vita. Sulla base di questa semplice storia Hogg costruisce in realtà un romanzo dell'orrore in chiave gotica, che anticipa la soluzione narrativa realizzata da Stevenson nel "Dr. Jeckyll".

Confessioni di un peccatore eletto è strano. Ma veramente tanto strano.
Scritto nel 1824, questo libro raccoglie in sé tante anime: è un romanzo gotico, un romanzo dell'orrore, un giallo, una feroce satira religiosa, un romanzo che affronta il concetto della dualità e della follia, e non a caso è considerato una delle fonti di ispirazione di Stevenson per la scrittura de Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde.
Hogg ci presenta il romanzo in una cornice assai particolare: una storia vera che gli è stato chiesto di raccontare, di cui lui non è l'autore ma il narratore, e che ci propone divisa in tre parti.
Nella prima parte abbiamo una specie di resoconto degli eventi accaduti, nella seconda le memorie di Robert scritte di suo pugno, e nella terza veniamo a sapere di come queste memorie siano giunte nelle mani di Hogg. L'ossatura della storia, come si può intuire dalla quarta di copertina, è molto semplice: un bambino che forse è un bastardo, forse no, viene cresciuto nel fanatismo religioso e - fin da piccolo - gli viene inculcato di essere uno degli 'eletti', ossia un'anima già promessa al Paradiso, a prescindere dagli atti che compirà in terra.
Cosa potrebbe mai andare storto?
Più o meno tutto, soprattutto quanto il giovane Robert viene avvicinato dal misterioso Gil-Martin, un uomo dotato di strani poteri, che sfrutta il fanatismo del ragazzo per spingerlo a compiere azioni orribili in nome di Dio. Il romanzo, però, mette ben in chiaro l'ambiguità di questo misterioso individuo: è un manipolatore che sfrutta un giovane dalla mente instabile per compiere nefandezze? È il Diavolo, che sfrutta gli estremi della fede per portare dalla sua parte i più ferventi sostenitori di Dio? È un frammento della psiche di Robert, una seconda personalità che commette atroci delitti 'staccandosi' dalla principale?
Ci sono elementi a favore di tutte queste ipotesi, e personalmente trovo che questa voluta confusione sulla natura della storia sia uno dei punti di forza del libro, che viene resa ancora più evidente dal fatto che ognuna delle parti che vanno a comporre Confessioni di un peccatore eletto viene raccontata da un narratore inaffidabile: nella prima abbiamo testimonianze di persone che disprezzavano profondamente Robert, la madre e il padre adottivo, che li mostrano in una luce assolutamente negativa mentre il fratello George viene dipinto come un santo. È in questa parte che troviamo alcune prove del fatto che Gil-Martin esista davvero, ma non possiamo dimenticare che i testimoni non sono esattamente a prova di bomba.
La seconda parte è quella raccontata da Robert, in cui possiamo osservare una mente già distrutta che cerca di ricostruire una vita che non ha certo contribuito alla sua sanità mentale. Vediamo un ragazzo incattivito dal mondo a cui è stata data una giustificazione per tutto e cui è stato insegnato a disprezzare più o meno ogni cosa esistente, e la natura di Gil-Martin finisce per divenire ancora più ambigua: è ovvio a noi lettori che si tratta di una presenza assolutamente negativa, una fonte di tentazioni mascherata da virtù a cui Robert, nella sua arroganza, non può resistere... ma via via che l'instabilità mentale del protagonista diventa sempre più innegabile, altrettanto grandi diventano i dubbi sul fatto che Gil-Martin sia veramente un'entità da lui distinta. I vuoti di memoria di cui soffre Robert sono la conseguenza della dannazione, o della follia? Le reazioni che le persone hanno nei suoi confronti sono dovute all'imparzialità del narratore, a cose che stanno davvero succedendo, o alla superstizione caratteristica delle Highlands? Non ci è dato saperlo con certezza, solo scegliere in cosa credere.
L'ultima parte, quella in cui veniamo a sapere come i diari di Robert siano giunti nelle mani di Hogg e infine siano stati pubblicati, è intrisa di folclore e di credenze popolari, che vanno a permeare di mistico e di potenziale irrealistico quello che è avvenuto dopo che la triste storia di Robert ha raggiunto la fine.
Insomma, Hogg ha deciso di fare quanto in suo potere per lasciare noi lettori decisamente confusi una volta finito il libro, e il fatto che fosse un autore bravo viene dimostrato dal fatto che questa incertezza sulla natura di ciò che abbiamo appena letto non è fonte di frustrazione ma di fascino: è il mistero nella forma più semplice, la storia di paura che racconti da bambino, al buio, agli altri. Quella senza risposta sicura, che per questo ti rimane dentro più a lungo.
E poi fa ridere, perché questo libro è anche satira, e Hogg ci infila dentro le battutine bastarde che non ti aspetti e le situazioni assurde che ti fanno veramente pensare "Ma che cosa sto leggendo?", nel senso più positivo del termine.

4 commenti:

  1. Non conoscevo, ma i titoli Beat meritano un po' sempre. Sembra molto affascinante.

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  2. Che bella recensione! Ero curiosa di leggere il tuo parere su questo libro e ora sono ancora più curiosa di leggere il libro! Spero di riuscirci presto :)

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