mercoledì 2 ottobre 2019

Superman: Dawnbreaker

Superman: Dawnbreaker, di Matt de la Pena.

Ci siamo: ho finito la collana young adult dedicata agli eroi DC.
Al di là del mio parere personale non deve essere andata molto bene: non ho trovato nessuna notizia su eventuali seguiti.
Ma non disperate: la DC si butterà sulle graphic novel young adult e ho già visto che ce ne sarà una dove Bruce, Selina e il Joker andranno al liceo insieme.

When the dawn breaks, a hero rises.
His power is beyond imagining.
Clark Kent has always been faster, stronger - better - than everyone around him. But he wasn't raised to show off, and drawing attention to himself could be dangerous. Plus, it's not like he's earned his powers... yet.
But power comes with a price.
Lately it's difficult to hold back and keep his heroics in the shadows. When Clark follows the sound of a girl crying, he comes across Gloria Alvarez and discovers a dark secret lurking in Smallville. Turns out, Clark's not the only one hiding something. Teaming up with his best friend, Lana Lang, he throws himself into the pursuit of the truth. What evil lies below the surface of his small town? And what will it cost Clark to learn about his past as he steps into the light to become the future Man of Steel? Because before he can save the world, he must save Smallville.

Dopo le cocenti delusioni che sono stati Batman: Nightwalker e Catwoman: Soulstealer, in una scala da uno a dieci le mie aspettative per questo titolo erano circa pianta da appartamento, e forse è per questo che la lettura non è risultata così atroce... anche se in realtà credo che il motivo sia un altro e no, non è che mi sono improvvisamente trovata di fronte ad un libro ben scritto. Credo che il motivo sia stato che, a questo giro, si sente forte e chiara la fonte di ispirazione, ciò che Matt de la Pena ha guardato e ha detto "Sì, questo è ciò che voglio trasmettere ai lettori", e non sono i fumetti.
È Smallville.
E io a quello show ridicolo, cheesy, imbarazzante, vorrò sempre un po' di bene.
In effetti questo libro sembra così tanto un episodio del telefilm che in alcuni momenti mi sono ritrovata leggermente spiazzata perché alcune cose non tornavano, se così si può dire. Tipo Lana Lang, che è l'amica di infanzia di Clark, è un'aspirante giornalista, si occupa del giornale della scuola, indaga nei vari misteri della città... insomma, mi sembrava strano che non fosse la gattamorta che era nel telefilm, perché era uguale a Chloe.
Ma passiamo ad altro, tipo Clark Kent: è un personaggio che a mio avviso rischia sempre di essere noioso, ma ha potenziale da sfruttare visto che parliamo di una persona che non solo è buona, ma che deve esserlo. Coi poteri che si ritrova, Clark è costretto ad essere migliore degli altri: l'ambizione o il semplice spirito competitivo in lui diventano una minaccia; non può neanche praticare sport senza rischiare di fare male a qualcuno. Parlare di questo, soprattutto se il personaggio è un adolescente e non un adulto, può essere interessante.
Sfortunatamente non è questo il caso: l'autore ha infatti deciso di affrontare il problema dall'angolazione opposta, ossia che Clark vuole già usare i suoi poteri per fare del bene, ma siccome non li sa controllare va in crisi perché rischia di ferire le persone che vorrebbe salvare.
Ed è noioso esattamente quanto sembra: non riesce ad essere buono quanto vorrebbe.
Per quanto riguarda la trama del libro, a mio avviso è piuttosto disomogenea nel senso che i vari elementi che la compongono sono eccessivamente scollegati: da una parte abbiamo le persone che scompaiono, dall'altro abbiamo Clark che vagamente indaga sulle sue origini, e da qualche parte nel mezzo ci stanno anche i tentativi del nostro eroe di trovarsi degli amici con cui essere - almeno in parte - sé stesso. Oh, e già che ci siamo mettiamoci anche una specie di triangolo, con Clark che gli piacciono sia Lana che Gloria (ma questa sono io che faccio la pignola perché la cosa è accennatissima, è solo Clark che gli piacciono un po' tutte e due).
In linea generale avere più cose che succedono al protagonista e intorno a lui aiuta a dare l'idea che siamo di fronte a persone vere, a cui capitano più cose contemporaneamente, solo che a me sono sembrati pezzi di libri diversi invece che elementi che vanno a completare un'unica storia.
Quello che avrebbe potuto essere un libro assolutamente innocuo, però, riesce a diventare un ibrido tra il fastidioso e il ridicolo decidendo, appunto, di incanalare tutto ciò che aveva finito per rendere Smallville un piccolo capolavoro involontario del trash: abbiamo i personaggi tagliati con l'accetta, ma soprattutto abbiamo una morale così sfacciatamente buttata in faccia al lettore da risultare fastidiosa. Nel caso specifico il razzismo e l'immigrazione: l'autore non è in grado di descrivere un gruppo di persone senza specificarne l'etnia o il colore della pelle, e si sforza in modo quasi imbarazzante di creare un dibattito razziale. Davvero, qualcuno gli spieghi che si può anche essere più delicati nel far passare un messaggio.
Oh, e da Smallville è riuscito anche a prendere la strenua difesa dello status quo: se un certo personaggio che - a quanto ho capito - non esiste nei comics scopre una certa cosa... diciamo che non è poi chissà quale colpo di scena quando muore tragicamente.

Alla fine si tratta di un libro non bello, ma che quasi lo sembra se si ripensa ai precedenti capitoli di questa serie: il personaggio di Clark è più centrato rispetto al Bruce di Marie Lu, e non ti fa venire voglia di ammazzarlo come succedeva con la Selina di Sarah J. Maas.
Ma capirete che non è esattamente un grande risultato.

10 commenti:

  1. Oh Smallville, quoto tutto su quella serie, tremenda per certi versi, ma c'è del sentimento dietro, la mia adolescenza. Ma questa serie di libri non mi attira nonostante gli altisonanti autori...

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    1. A parte quello su Wonder Woman non è che siano queste grandi letture imperdibili.

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  2. Dopo aver letto il tuo commento sono contenta di essermi fermata al primo volume di questa serie. Ammetto che i personaggi mi interessano - specialmente Superman - ma a quanto pare non ne vale la pena 🙈

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    1. Ti dirò, almeno questo qui su Superman ti lascia l'impressione che stia parlando di Superman. Quelli su Batman e Catwoman erano molto peggio XD

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  3. Non credo leggerò mai questa serie, ma leggere le tue recensioni è sempre divertente!
    Mi asterrò dal commentare la comics (o il comics) sui liceali, ma un bel face palm per "non riesce a essere buono quanto vorrebbe" direi che ci sta tutto!

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    1. La graphic novel ambientata al liceo sarà mia in cartaceo e probabilmente in rigida perché il wtf è troppo grande per lasciarselo sfuggire.

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  4. L'ho iniziato qualche settimana fa: i primi tre capitoli mi stavano ammazzando di noia, perciò ho provato con l'audiolibro (nella speranza che il suono di una voce umana riuscisse in qualche modo a conferire un pizzico di credibilità in più alla storia). Ma niente, lo trovavo ugualmente straziante: per il momento quindi ho deciso di rinunciare! XD
    Giorni fa invece mi è arrivato in cartaceo lo YA su Loki di McKenzie Lee: speriamo bene, ormai comincio a provare un certo terrore nei confronti di qualsiasi romanzo ispirato ai personaggi dei fumetti! XD

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    1. Metti la sigla di Smallville in sottofondo, secondo me aiuta XD
      Lo ya su Loki lo prenderò in seguito, incrociando tutto l'incrociabile che sia migliore di questi tre libri sugli eroi DC.

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  5. di questa serie credo leggerò solo Wonder Woman e fooooorse quello della Maas che scrivi quel trash a cui non posso rinunciare ahahh

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    1. Quello di Wonder Woman l'ho trovato molto carino, mentre quello della Maas credo sia quello che mi è piaciuto di meno :/

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