lunedì 29 novembre 2021

L'orso e l'usignolo

L'orso e l'usignolo, di Katherine Arden.

Ebbene sì: ho iniziato una nuova trilogia.
Ma almeno ho già tutti e tre i libri. E presi tutti a sconto.

In uno sperduto villaggio ai confini della tundra russa, l’inverno dura la maggior parte dell’anno e i cumuli di neve crescono più alti delle case. Ma a Vasilisa e ai suoi fratelli Kolja e Alëša tutto questo piace, perché adorano stare riuniti accanto al fuoco ascoltando le fiabe della balia Dunja. Vasja ama soprattutto la storia del re dell’inverno, il demone dagli occhi blu che tutti temono ma che a lei non fa alcuna paura. Vasilisa, infatti, non è una bambina come le altre, può “vedere” e comunicare con gli spiriti della casa e della natura. Il suo, però, è un dono pericoloso che si guarda bene dal rivelare, finché la sua matrigna e un prete da poco giunto nel villaggio, proibendo i culti tradizionali, compromettono gli equilibri dell’intera comunità: le colture non danno più frutti, il freddo si fa insopportabile, le persone vengono attaccate da strane creature e la vita di tutti è in pericolo. Vasilisa è l’unica che può salvare il villaggio dal Male, ma per farlo deve entrare nel mondo degli antichi racconti, inoltrarsi nel bosco e affrontare la più grande minaccia di sempre: l’Orso, lo spaventoso dio che si nutre della paura degli uomini. Nell’incantevole scenario della tundra russa, il primo capitolo di una nuova trilogia fantasy. 
Un’appassionante storia dal sapore antico sull’eterna lotta tra il Bene e il Male.

L'orso e l'usignolo è una trilogia che nel mondo dei social ha avuto una vita strana: bookinfluencer con un seguito assai nutrito ne hanno parlato bene, molti l'hanno letta dando poi un riscontro positivo, diversi negozi su Etsy hanno creato oggetti a tema... eppure non ha mai veramente sfondato, non se ne è mai parlato in modo quasi ossessivo come è successo per altre saghe.
Per certi versi è un peccato: non ho ancora letto i libri successivi, ma L'orso e l'usignolo è un testo solido, scritto bene, con una bella storia, personaggi accattivanti e un'ambientazione ben costruita.
Si meriterebbe un attenzione maggiore da parte del grande pubblico.

La trama vera e propria, sarò sincera, non è che spicchi per originalità: abbiamo una ragazzina in grado di vedere cose che altri non vedono, abbiamo la religione cristiana e la tradizione folcloristica una contro l'altra, in uno scontro in cui solo uno schieramento è disposto alla convivenza. Insomma, cose già viste altrove.
Katherine Arden, però, riesce ad usare questi elementi per creare una storia che riesce a non sembrare la fotocopia di molte altre: il primo elemento che contribuisce a rendere il libro interessante è l'ambientazione. Siamo in Russia, e si sente: le descrizioni degli ambienti (in particolare la stufa dove si può dormire, che sono dovuta andare a cercarla perché non riuscivo a capire come fosse fatta), dei vestiti e delle pettinature, dei mezzi di trasporto, del clima... la scrittura della Arden riesce a rendere tutto vivo e reale, senza mai risultare pesante, senza mai scadere nelle trenta pagine di descrizione che o sei Hugo, o perdi il lettore alle quarta riga.

Ma la cosa migliore, a mio avviso, sono le creature magiche: sono affascinanti ed inumane nel senso migliore del termine.
Katherine Arden non è una scrittrice separa ciò che è umano da ciò che non lo è solo con il nome, e poi all'atto pratico le creature magiche o mitologiche sono essere umani ma più belli: tutte le creature che abitano le case e il bosco, quelle più benevole e quelle più inquietanti, sono tutte interessanti. Del tipo che pur capendo chi o cosa sono all'interno della storia, alla fine ti lascia la voglia di andare a cercare un libro di approfondimento sulle tradizione russe.

Ma anche quelle che hanno un aspetto propriamente umano, che noi siamo abituati ad immaginarci come simili a noi, hanno sempre delle caratteristiche che le separano, che le rendono inquietanti perché per quanto possano sembrare persone ti rendi sempre conto che no, che c'è qualcosa che non va in loro.
I personaggi, poi, funzionano: Vasja è una protagonista credibile sia nei suoi poteri che nel modo in cui cerca di usarli e di integrarli nella vita di tutti i giorni. Dunja è stata il mio cuore per tutta la lettura perché ultimamente sto sviluppando un debole per le nonne fittizie. Tutta la famiglia di Vasja l'ho amata come non credevo e pure la matrigna cattiva mi ha fatto tanta pena: un personaggio prettamente da favola, eppure inserito in un modo tale da renderlo prima patetico ed infine pericoloso.

Oh, e l'orso e l'usignolo del titolo ci sono, ma è praticamente impossibile capire chi sono finché non viene detto e non perché la loro identità non ha senso, ma semplicemente perché è un buon colpo di scena.

Un altro lato positivo della lettura è che si tratta di un libro autoconclusivo: ci sono alcuni elementi che lasciano intendere che la storia continuerà, ma la trama iniziata in questo volume ha un inizio, uno svolgimento e una fine.
Se invece devo trovargli un lato negativo, devo ammettere che al di là di tutti i pregi, nonostante seguiamo i personaggi per un lungo periodo di tempo che ci permette di vederli passare da bambini ad adulti ed affezionarci di conseguenza, nonostante il destino crudele di alcuni di loro... ora che è passato un po' di tempo dalla lettura riconosco che non si tratta di una storia che mi è entrata nel cuore.
Però è veramente valido, e ve lo consiglio.

2 commenti:

  1. Adoro questa autrice, sono abbastanza sicura di aver letto qualsiasi cosa abbia scritto! *___*
    Anch'io ho amato molto le creature mitologiche di questa serie: hai ragione, sono semplicemente stupende...

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    1. Io ho letto solo i primi due di questa serie, col terzo vedrò come se la cava con una cosa non da poco: i finali 😬

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