giovedì 23 gennaio 2014

Alla corte dei Borgia

Alla corte dei Borgia, di Jeanne Kalogridis.

Sono sinceramente stata in dubbio sul voto da dare al libro: il minimo, visto che è semplicemente atroce, o la sufficienza (se non il massimo) per i momenti di gioia che mi ha regalato, per le risate assolute che mi sono fatta mentre lo leggevo?
Alla fine ho optato per la prima scelta, ma non perchè il libro non sia riuscito a mantenere le promesse. Quello lo fa alla grande.
È che nella postfazione l'autrice ha detto che l'incesto tra Lucrezia, Cesare e Rodrigo è un fatto storico (no, erano pettegolezzi), e che Lucrezia diede ad Alfonso d'Este quattro figli (e gli altri tre?). Più altre cose, ma queste sono le più eclatanti.
Jeanne Kalogridis può scrivere tutte le idiozie che vuole, soprattutto se sono così esilaranti. Ma se ti prendi la briga di spacciarmi le tue cazzate per vere quando vere non sono, non posso darti un buon voto.
Sorry, not sorry.

Spoiler, ovviamente.

La giovane e vivace Sancia di Aragona viene data in sposa a Goffredo Borgia: un matrimonio combinato per ampliare il potere di papa Rodrigo Borgia, Alessandro VI, che nella sua corrotta corte romana nutre il sogno ambizioso di dominare l'Italia. Giunta a Roma da Napoli, Sancia si trova circondata dalla grandezza della Città Eterna ma anche avviluppata in una stretta trama di intrighi, complotti e torbide relazioni. La temibile Lucrezia esperta di veleni, sua cognata, sarà sua alleata o nemica? E Cesare Borgia diventerà un amante appassionato o il suo peggior nemico? Tra delizie e pericoli, insidie e piaceri, Sancia - personaggio ispirato a una figura storica - intraprende il suo difficile cammino, scoprendo in sé doti che non sospettava di avere.

Poco tempo fa ho letto I Persiani di Eschilo. È la più antica tragedia che ci sia arrivata, come si può intuire dal titolo parla delle guerre persiane, e fu scritta a distanza di pochi anni, quando la ferita era ancora fresca nell'anima dei greci. Una guerra dura, in cui Atene fu abbandonata per avere una possibilità di vittoria. Mi ha colpito leggere l'opera perchè Eschilo scrive dal punto di vista dei persiani: erano il nemico, ma sono i protagonisti. Dipinti come uomini d'onore, uomini valorosi, uomini intelligenti, uomini che ti dispiace che abbiano subito una sconfitta così plateale, soffri con loro e per loro, e li ammiri perchè Eschilo li presenta come degni di ammirazione.
E non puoi non ammirare anche Eschilo, che sottilmente usa questa glorificazione del nemico, questa resa di dignità, come uno specchio su cui si riflette il valore greco: hanno vinto perchè erano migliori di questo grande popolo.
Narrativamente parlando gli eroi non ci fanno una bella figura a sconfiggere un idiota senza carattere.
Nonostante Eschilo abbia dato prova della validità della teoria nel 470 a.C.,  Jeanne Kalogridis ha deciso usare la tecnica narrativa secondo cui l'eroina è una Mary Sue e tutti gli altri Il Male o amici suoi.
Jeanne Kalogridis
Sancia d'Aragona, figlia illegittima di Alfonso II di Napoli, per me è una figura storica particolare: è stata intorno a famiglie importanti, ma non al centro dell'attenzione e in un'epoca dove le donne riuscivano ad avere un'importanza direttamente proporzionale alle figure maschili che le circondavano, questo le ha impedito di avere un ruolo come può essere quello di Lucrezia Borgia, Caterina Sforza, Isabella d'Este. Ma Sancia un po' ce la ricordiamo: rimangono i racconti della sua bellezza, della sua vitalità, ha avuto una relazione con tutti i fratelli Borgia ed è vissuta per raccontarlo... insomma, era una giovane donna energica, sveglia, sessualmente consapevole, figura secondaria in una trama che ha sconvolto tutta l'Italia.

Secondo me era una buona idea usare un personaggio di cui si sa relativamente poco per raccontare le vicende di una famiglia come quella dei Borgia. Sicuramente è meno fastidioso di metterci la servetta che in due capitoli diventa amante di Cesare e migliore amica di Lucrezia.
Leggevo e pensavo alla recensione
Ma in realtà la Kalogridis ha preso il nome di Sancia e l'ha dato alla sua protagonista, e io un po' gliene sono grata perchè santo cielo se questa ragazza non mi ha fatto ridere di brutto. È come se avesse preso tutti i clichè e glieli avesse sparati dentro, senza curarsi se andavano in contraddizione tra loro: è impulsiva ma compita, passionale ma pudica, istintiva ma riflessiva. Va a letto col cognato mentre sospira su come non possa fare una cosa così orribile come mettere le corna al marito con un suo parente. A occhio direi che l'autrice aveva paura che i tratti più controversi del carattere di Sancia le avrebbero alienato le simpatie dei lettori e quindi li abbia bilanciati con virtù opposte, anche se questo rende la sua eroina o molto schizzata o molto poco credibile, perchè alla fine non sembra decisa ma bipolare.

Qui Sancia è fedele a sé stessa su tre punti: il suo amore per il fratello, il suo amore per Napoli e il suo odio per i Borgia. Le opinioni più sfaccettate cambiano sempre, così come il suo reagire agli eventi: Sancia è una testimone passiva, al punto che l'insistenza con cui la narrazione tenta di venderti che in realtà è lei a tenere in mano il destino dei Borgia risulta fastidiosa. Insomma, al massimo dice la sua opinione, si preoccupa per quindici pagine sulle eventuali conseguenze di aver detto la sua opinione, e fa quello che le dicono di fare pestando in piedi: l'obbiettivo è renderla una di quelle figure femminili in grado di emanciparsi dal ruolo di pedine e divenute figure carismatiche con un reale potere. Il risultato è una pedina molto riluttante, ma pedina non di meno. 
Sancia si allontana regolarmente da chiunque possa offrirle influenza: Goffredo? Who cares, non si vedono quasi mai. Lucrezia? Amiche sì, ma mai che provi a sfruttare la sua influenza col Papa. Cesare? Lol, no. È l'uomo più pericoloso, quindi tronchiamo la relazione malamente, magari offendendolo pure.
Ma allora che può fare? Niente. E niente fa. Mentre ti dicono ossessivamente che sarà lei a decidere tutto. 

In questo libro Sancia è il centro dell'uragano, nel senso che lei è la calma piatta, mentre intorno tutto succede per causa sua: pensavate che Cesare avesse ucciso il fratello (altra cosa non sicura ma qui spacciata per fatto) perchè voleva la sua posizione? Beh, in realtà Juan/Giovanni aveva violentato Sancia, quindi... "Chiamatemi Giustizia, madonna."
Pensavate che Cesare avesse ucciso Alfonso perchè il matrimonio tra lui e Lucrezia era d'intralcio alle sue mire, e alle sue alleanze francesi? Poveri stolti, è che Sancia l'ha respinto e quindi si doveva vendicare: "Non lo avevo forse sempre saputo, nel profondo del cuore, che Cesare avrebbe tentato di uccidere mio fratello? Era la vendetta più crudele possibile che poteva prendersi contro di me per averlo rifiutato, certamente più crudele che prendersi la mia, di vita.
Tutti vogliono Sancia: la vuole Rodrigo, che cerca di stuprarla la prima volta che la vede. La vuole Juan, perchè... boh, perchè è kattivo, quindi la violenta. Tutti quelli che la vedono notano come sia la più bella bellissima di tutte, perfino Lucrezia è descritta come insignificante, proprio bruttina (e non a confronto con Sancia, in generale).
È così specialissima che il figlio legittimo di suo padre, l'erede al trono di Napoli, sente il bisogno di affermare la sua superiorità: "Mi rivolse un cenno cortese ma formale, il cui sottinteso era chiaro: Io sono il prossimo nella linea di successione al trono, un erede legittimo, e tu no". O forse era un cenno cortese ma formale perchè ho i miei dubbi sulla necessità di un figlio legittimo, con altri eredi legittimi, più un potenziale erede illegittimo maschio, di fare gnè-gnè alla sorellastra minore, che ha circa zero possibilità di salire al trono.

Quindi abbiamo la domanda da un milione di dollari: Sancia è davvero così importante, o è semplicemente così egocentrica da pensare che tutti la considerino il centro del mondo? Propendo per le manie di grandezza e persecuzione perchè in tutto il libro non succede nulla, ma veramente nulla, che faccia supporre il contrario: Sancia non ha influenza politica né intellettuale, ha ruolo solo nelle passioni più umane dei veri protagonisti delle azioni, e spesso non di primo piano, eppure pretende di essere la forza motrice del 90% di quanto accaduto in Italia.
E non puoi non ridere sentendo il tono drammatico e fatalista con cui l'autrice ne parla: "Nelle vostre mani riposa il destino di uomini e nazioni. Queste armi dentro di voi - il bene e il male - dovranno entrambe essere usate, e al momento opportuno, poichè potranni cambiare il corso degli eventi."; "Non abbiate paura, voi possedete tutto ciò che è necessario per portare a termine il vostro compito."; "Potevo accettare di essere forte, capace di portare a termine compiti impossibili per coloro che avevano un cuore più tenero"... tutto così, con lei che non fa niente per la maggior parte del tempo!

Cesare
La Kalogridis non è una buona narratrice: la voce di Sancia è terribile, un lungo elenco di giustificazioni, e il peggio è che è tutto raccontato in modo terribilmente didascalico: lei dice che Cesare è un mostro, ma non lo fa vedere. È una sagoma di cartone su cui vengono appiccicate le caratteristiche viste al momento: i due intrecciano una relazione, va a finire male, ma non abbiamo una visione precisa di quest'uomo: quando tra lui e lei va tutto bene, Cesare è ragionevole. Ambizioso, calcolatore, ma passionale e non c'è nulla che faccia capire che sia l'anticristo.
Poi Cesare ha una metamorfosi: spietato, malvagio, corrotto, violento, crudele, infantilmente vendicativo.
Praticamente due personaggi opposti, e non si capisce perchè: dopo essere stato mollato, Cesare smette di fingere e si mostra per ciò che è? Sancia acquista uno speciale potere per cui vede la reale natura delle persone? Sancia è eccessivamente melodrammatica?
Rimane il fatto che una figura così interessante, così possibilmente sfaccettata, viene ridotta al cattivo di turno.
Peccato, perchè parliamo di un uomo capace di uccidere il marito alla sorella, e di correre da lei appositamente per consolarla per la morte di un figlio.

Lucrezia
Lucrezia è una figura altamente improbabile. Anche qui parliamo di una donna che dovrebbe fare la gioia di uno scrittore: la sua famiglia, la sua intelligenza, i tentativi di emanciparsi dal ruolo di moglie di chi fa più comodo al momento, rendersi conto di essere amata ma che l'amore non impedirà a suo padre e suo fratello di calpestarla per il proprio tornaconto... wow. Solo a pensare a quello che deve aver provato, che deve aver vissuto, c'è da far girare la testa. Qui la Kalogridis offre il meglio di sé: sprezzante all'idea di una caratterizzazione coerente, Lucrezia è la rappresentazione letteraria dell'inconsistenza. Ogni due pagine cambia: debole, forte, manipolatrice, manipolata, doppia, onesta, vittima, carneficie, intelligente, idiota completa. Lucrezia Borgia è tutto questo e anche di più. Alla fine non risulta minimamente bcredibile nel suo ruolo di consigliere del padre, e tenete conto che tutto il libro è in prima persona dal punto di vista di Sancia, e che tutti i suoi pensieri sono scritti in tono di certezza perchè lei è intelligente e forte, ma il suo giudizio cambia in continuazione. Non ti dice che ha cambiato idea, no prima è un "Lucrezia è intelligentissima" e dopo "Lucrezia non capiva la situazione, ma io sì", è una maledettissima altalena che non riesce a restare costante sulla caratterizzazione di nessuno. Tranne Juan, lui è un mostro ogni volta che appare. E, come ho detto, stupra Sancia anche se una delle cose su cui si è abbastanza sicura è che la ragazza ebbe relazioni consenzienti con tutti e due i cognati. Vabbè.

Dal punto di vista storico mi pare che più o meno gli eventi siano quelli, anche se le motivazioni sono così ridicole (qualunque cosa abbia fatto Cesare è un'intricato piano di vendetta contro Sancia) da rendere impossibile restare seri durante la lettura, e tutti i pettegolezzi sui Borgia sono trattati come se fossero la realtà: Lucrezia ha una relazione col fratello e col padre, e a Cesare è attribuita la paternità del suo bambino illegittimo. La cosa non mi avrebbe dato fastidio se la Kalogridis non si fosse presa la briga di dire che si tratta di fatti documentati.
Hai scritto un libro così brutto da fare il giro e diventare divertente, e ti freghi nelle note, mentendo al lettore per fargli credere che le tue idiozie sono vere? E poi leggi su Goodreads gente che ci crede pure, e invece delle risate ti sale la bile.

Un altro paio di cose che mi hanno lasciata perplessa sono le scene di sesso. Non sono molte, dopo che Sancia interrompe la relazione con Cesare diventa praticamente una suora, ma una di quelle che viene minuziosamente descritta è la prima notte di nozze tra la nostra eroina e Goffredo, dodicenne all'età del matrimonio. Onestamente una scena di sesso tra un'adolescente e un bambino non è esattamente il massimo, soprattutto se è lì per l'effetto scabroso e non come denuncia (noi dovremmo dispiacerci di più per Sancia che non potrà essere pipata per bene, che per il bambino che non ha idea di cosa fare e come).
E poi la parte di Caterina Sforza: viene detto a chiare lettere che Cesare, dopo averla catturata, ne fa la sua schiava stuprandola ogni notte. Sancia, che e ora lo odia-ma-ne-è-attratta, ha questo meraviglioso pensiero: "Provavo un po' di gelosia nei suoi riguardi".
Sorry, what? Ok, dopo dice che prova pena per lei, ma sorry, what?!
Also, l'autrice sente il bisogno di giustificare l'attrazione di Sancia per Cesare: sia mai che una donna possa provare attrazione sessuale per qualcuno senza che ci sia dietro l'aMMore. Lei lo vede, non sa chi sia né come si chiami, e inizia a sproloquiare su come il suo cuore sia perduto. Non si sono mai parlati, ma ha già capito che È DESTINO. La cosa inquietante è che la Kalogridis non sembra avere le idee molto chiare, perchè per quanto insista sui presunti sentimenti di Sancia, quello che riesce a mostrare è che Sancia vuole farsi Cesare. E sapete una cosa? Non ci sarebbe niente di male. Si può guardare un tizio e pensare "Vorrei andarci a letto". In linea di massima se sei adulto e consenziente quello che fai sono fatti tuoi e non devi dare spiegazioni a nessuno... e francamente, visto che Sancia e Cesare iniziano a copulare come conigli se non due giorni dopo essersi visti, al massimo tre, un coinvolgimento emotivo avrebbe avuto senso inserirlo dopo. Non prima.
Una chicca stilistica:
"Lì, seduta accanto a lui, sentivo il mio grembo diventare sempre più caldo, come se tutti i muscoli e le ossa e gli organi della parte inferiore del mio corpo si stessero sciogliendo e allargando in una pozza intorno a me, come neve sotto il sole splendente."
Non dico cosa mi viene da dire perchè sarebbe molto volgare e ho un'immagine da mantenere.

Ammetto che c'è una scena che mi è piaciuta davvero tanto: quando Sancia e Lucrezia iniziano a fare amicizia. È deliziosa e tenerissima, perchè è scritta come un momento in cui emerge la natura di ragazzine delle due, in cui onestamente si dimenticano l'etichetta, il rango, e ridono insieme come le adolescenti che erano, libere da ogni pressione per qualche momento. Era davvero carina, ed è un peccato che il libro non fosse tutto in quel modo, perchè era un momnento che faceva pensare "Chi se ne frega se non è credibile, o attendibile: è bello, e mi piace, e va bene così".

Stilisticamente il libro è mediocre nei suoi punti migliori. C'è un uso ossessivo del foreshadowing, della serie "Libro, piantala di sbattermi in faccia quello che succederà" e un tentativo assoluto di rendere tutto fatalista e quasi mistico, come se ci fosse un coro di carmina burana che ti insegue (o un drama button).

Lo consiglio? Onestamente un po' sì (in biblioteca, i soldi non li vale assolutamente a meno che non siate certi di apprezzare il fattore trash).

Vi lascio con questo brano, che è uno dei miei preferiti: non sono riuscita a restare seria.
Sognai la carta che la strega aveva tirato per me: il cuore trafitto da due spade. Rodrigo Borgia era in piedi di fronte a me, sorridente, apriva il davanti del suo abito bianco per rivelarmi il rosso cuore che vi batteva, infilzato da due spade che andavano a formare una X d'argento. 
Una delle due spade era molto più grande dell'altra; io feci un passo in avanti e la estrassi dal cuore. Venne fuori tutta insanguinata, ma sotto la macchia purpurea potei facilmente leggere la parola incisa sulla lama.
MALE.



8 commenti:

  1. Sto ridendo tanto. Ma proprio tanto.
    Mi è capitato di leggere libri così (involontariamente) trash da fare il giro e diventare dei capolavori...ma questo sembra un gioiello del genere. Mi da l'idea di una fanfiction (mal)scritta da una dilettante molto presuntuosa e dallo stile pomposo (e lungi da me offendere le fanfiction, ma l'esempio mi sembrava calzante).
    Complimenti per la fantastica recensione :D

    Ma soprattutto: da oggi voglio un drama button come campanello di casa

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    1. A tutti nella vita serve un drama button U_U
      Ecco, fanfiction mal scritta è una definizione abbastanza calzante... cmq sto seriamente valutando di recuperare anche il libro che ha scritto su Caterina Sforza, nella speranza che sia esilarante come questo qui *-*

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  2. Sei fantastica!!!! :P
    Il libro mi incuriosiva ma non abbastanza da convincermi... almeno ora so cosa aspettarmi!!! :)

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    1. Grazie :)
      Se apprezzi il trash e i libri così ridicoli da essere interessanti, questo potrebbe fare al caso tuo XD

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  3. Ma pensa te... sei stata molto molto efficace!!!

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