mercoledì 5 febbraio 2014

Colpa delle Stelle

 
Colpa delle Stelle, di John Green.

All'improvviso, la voglia di scrivere una recensione di un libro che ho letto un anno fa, e che non voglio rileggere perchè non voglio starci malissimo di nuovo. Quindi più che una recensione è un "Un anno dopo, cosa mi è rimasto di questa lettura?".
A parte, ovviamente, che Green è uno scrittore tanto crudele quanto bravo, capace di farti piangere con la sua storia e ridere per il suo stile.
Bastardo.

Hazel ha sedici anni, ma ha già alle spalle un vero miracolo: grazie a un farmaco sperimentale, la malattia che anni prima le hanno diagnosticato è ora in recessione. Ha però anche imparato che i miracoli si pagano: mentre lei rimbalzava tra corse in ospedale e lunghe degenze, il mondo correva veloce, lasciandola indietro, sola e fori sincrono rispetto alle sue coetanee, con una vita in frantumi i cui pezzi non si incastrano più. Un giorno però il destino le fa incotrare Augustus, affascinante compagno di sventure, che la travolge con la sua fame di vita, di passioni, di risate, e le dimostra che il mondo non si è fermato, insieme possono riacciuffarlo. Ma come un peccato originale, come una colpa scritta nelle stelle avverse sotto cui Hazel e Augustus sono nati, il tempo che hanno a disposizione è un miracolo, e in quanto tale andrà pagato.


Colpa delle stelle, in italiano, The Fault in our Stars in inglese. Che va a citare Shakespeare al contrario: The fault, dear Brutus, is not in our stars.
A Shakespeare non piaceva dare la colpa al destino: in Re Lear Edmund rifiuta la freudian excuse che il suo passato gli darebbe, reclamando la responsabilità di ogni azione che l'ha portato ad essere ciò che è. Siamo quello che lasciamo che il mondo faccia di noi, era la filosofia del Bardo.
Ma come puoi reagire, quando il mondo ti mette in una strada che non puoi cambiare? Quando a tredici anni di dicono che morirai?
Questo libro
Lo sappiamo, che dobbiamo morire. Ma non ci pensiamo. Non possiamo pensarci. Lo diceva Saramago, ne Le Intermittenze della Morte, che vivere pensando ogni giorno che potrebbe essere l'ultimo è un peso insopportabile. E lo sa bene Hazel, a cui da bambina è stato diagnosticato un cancro con una prospettiva per il futuro che non dice se ma quando, e la colpa è del destino infame.
La vita di Hazel è definita un miracolo, ma è più che altro un filo fatto di prolunghe, di cure sperimentali volte solo a guadagnare qualche mese, qualche anno. Periodi di stasi in cui Hazel continua ad esistere senza vivere, una vita che percepisce utile ai suoi genitori ma non a sé stessa: Hazel morirà, e morirà presto, quindi perchè impegnarsi? Perchè fare sì che altri ci vogliano bene, se dovremo ferirli con la nostra prematura dipartita? Hazel cerca di fare meno rumore possibile, così quando arriverà il momento le conseguenze saranno minime, mentre cerca disperatamente di sapere cosa succederà ai personaggi del suo libro preferito dopo la morte della protagonista, cosa succederà alla mamma dopo. È arrabbiata col destino. Colpa delle stelle. The fault in our stars.
E poi c'è lui, Augustus. Lui che invece la vede al contrario: la vita va vissuta. Siamo qui. Siamo qui adesso, e dobbiamo fare più rumore possibile perchè non avremo un altro tentativo: questo è l'unico, non importa quanto breve. Perchè come dice Morte in Sandman, quello che ci tocca è quello che tocca a tutti: una vita. Però si vede che non è positivo al 100%, con la sua fissazione per le morti eroiche, il non troppo celato desiderio di lasciare qualcosa, che la sua morte abbia un significato per qualcuno.
E ci sono loro, Hazel e Augustus, che imparano a fare rumore insieme. Che si conoscono, che diventano amici, che si amano, e che imparano a vivere insieme. Che si riprendono qualcosa dal destino che li ha beffati privandoli di un futuro, dimostrando che finchè c'è domani c'è un futuro anche se troppo breve. Finchè siamo qui abbiamo qualcosa da fare, qualcosa da imparare, qualcosa da cercare.
Quando ce ne andremo non lasceremo soltanto macerie da ricostruire, ma ricordi che aiutano ad andare avanti perchè un bambino malato non è solo qualcosa a cui si dovrà sopravvivere.
Morte di Pratchett diceva che vedere la vita che ci scorre davanti agli occhi prima di morire si chiama vivere. È questo che impara Hazel: a vivere prima di morire, e che la nostra fine è colpa delle stelle. Una fine così ingiusta che si può solo invocare il significato antico delle parole, quando ancora erano usate con parsimonia, per capire quanto.
Ma quello che viene prima... quello non è colpa delle stelle: è nostra responsabilità, e lo sappiamo dal primo 'romanzo' che abbiamo lasciato. Il nostro destino non è morire, il nostro destino è vivere. Non è mai troppo tardi per impararlo, non sappiamo chi ce lo può insegnare.

E anche se fa paura, e sai che andrà male, è meglio provare a godersi fino in fondo la vita che ci è stata data, perchè ci sono casi in cui la colpa è delle stelle, ma il merito ce lo prendiamo da soli.
Alla fine Shakespeare aveva ragione, perchè si è sempre riferito alla vita e non alla morte, e lo vediamo non solo per i protagonisti ma anche per gli altri personaggi: genitori costretti a guardare i loro bambini soffrire e combattere una battaglia destinata ad essere persa, e a sopravvivergli.
C'è  Van Houten, autore di Un'Imperiale Afflizione, libro preferito di Hazel, che ha permesso al dolore di distruggerlo, e ci sono i genitori di Hazel, che cercano di fare qualcosa, di avere dei piani per il futuro.
Come Hazel noi non sappiamo cosa succederà ai personaggi, ma abbiamo la certezza che succederà qualcosa e che non sarà necessariamente orribile.
The fault is not in our stars.

John Green ha scritto un libro bellissimo, che riesce a commuovere genuinamente senza cercare di essere patetico e creando personaggi complessi e veri, e ha trattato un tema come quello del cancro (e dei ragazzini malati di cancro) evitando di cadere ne bieco clichè.

Mi hai regalato un per sempre dentro un numero finito, e di questo ti sono grata.

Se non dovesse piacervi


18 commenti:

  1. Ho in programma di leggerlo dopo aver esaurito gli arretrati!

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  2. Questa recensione è bellissima. E no, non riesco ad articolare un commento migliore.

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  3. Già a vedere l'immagine del tipo col cuore in mano, mi prende il magone!!

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    1. Per me è un libro che prende alla sprovvista: la prima parte è carina, la seconda bella, la terza ti uccide.

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  4. Ok, non ho letto la recensione because of spoilers, ma ho appena iniziato questo libro e questa frase:
    "John Green ha scritto un libro bellissimo, che riesce a commuovere genuinamente senza cercare di essere patetico e creando personaggi complessi e veri, e ha trattato un tema come quello del cancro (e dei ragazzini malati di cancro) evitando di cadere ne bieco clichè."
    che è una delle poche che ho letto, mi ha invogliato ancora di più a finirlo in fretta.
    Ripasserò a leggere quando lo avrò finito.

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    1. La cosa che mi ha più favorevolmente colpita nel libro è che non ci sono grandi eroi, ma personaggi che cercano di fare il meglio che possono, e che i ragazzi malati sono spesso scontrosi e arrabbiati, non dei piccoli santi. Hanno i loro momenti in cui sono incazzati neri con la sfiga. Non so, mi è sembrato più reale.

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  5. Che bella recensione, Katerina! Ce l'ho nella lista dei libri che vorrei comprare da diversi mesi, praticamente da quando è uscito, dato che ho sempre letto pareri molto positivi. Purtroppo il giorno in cui lo volevo comprare non l'ho trovato in libreria e ancora non lo trovo. Mi sa che dovrò comprarlo la prima volta che farò un ordine su internet.
    Mi è piaciuto moltissimo come hai scritto la recensione, facendo molti riferimenti ad altri autori. A presto!

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    1. Grazie :) volevo provare a scrivere qualcosa di diverso da quello che faccio di solito, e il libro si prestava ai roferimeti :)
      Guarda, non ho ancora capito se è fuori catalogo o meno O_o il cartaceo l'ho trovato per caso una paio di settimane fa, messo a caso dove non doveva (lì ho capito che era destino che lo comprassi)... immagino che tra un po' faranno la ristampa con la locandina del film :/

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    2. Sono io che non lo trovo in libreria, però c'è ancora questa edizione :)
      Sicuro che faranno una nuova edizione con la copertina del film, quindi lo comprerò prima che questo accada! ;)

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  6. Nonostante sia passato quasi un anno da quando l'ho letto, non ho ancora superato la cosa u.u
    Bella recensione, e poi non posso fare a meno che concordare con il "bastardo"! ;)

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  7. Non credo che leggerò mai questo libro però complimenti per la recensione, è splendida!

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  8. Devo leggerlo, ma non è arrivato il momento.
    Ho perso due persone della mia famiglia per questa malattia, una un mese fa, quindi non vorrei ripercorrere la malattia!!!

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  9. La recensione è bellissima, le citazioni che fai, tra cui Sandman sono fantastiche, e l'ultima gif è favolosaXD
    Lo devo leggere, e la tua recensione già mi ha un po' commosso. Non sopravviverò.

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