venerdì 11 luglio 2014

Proteggi la mia Terra


Proteggi la mia Terra, di Saki Hiwatari.

Dopo la terrificante lettura di The 100 mi sono fatta una domanda: al di là della pessima qualità di quel libro in particolare, è possibile fantascienza con una forte componente romantica?
La risposta è sì, e siccome non sono un mostro senza cuore mi è anche possibile amarla.
Proteggi la mia Terra è il primo esempio che mi viene in mente, forse perchè è stata la prima volta che mi sono trovata di fronte al binomio fantascienza-amore, con pendenza verso il secondo ed elementi fantasy.
In effetti questo manga potrebbe essere un esempio di fantascienza a tinte YA fatta bene.
Farò spoiler perchè il manga è introvabile, gli oav vanno velocissimi e finiscono a metà storia, ma se vi interessa ho trovato un sito inglese che sembra avere le scan complete.
Se volete delle garanzie: ci sono qualcosa come cinque triangoli, ed è una delle mie storie preferite di sempre.
Cinque triangoli.
Ben gestiti.
E spiegati.
Che non rubano spazio alla trama.

A Tokyo sei adolescenti e un bambino fanno lo stesso sogno: sono un gruppo di scienziati alieni incaricati di studiare la Terra dalla Luna. I ragazzi ci mettono poco a capire che si tratta di reminescenze delle loro vite precedenti, ma quelli che erano nati come incontri per discutere della cosa degenerano presto in una situazione incontrollabile quando i confini tra identità attuali e passate cominciano a farsi più labili, e quando uno di loro inzia a cedere all'odio e al risentimento nati sulla Luna.

Questo è stato il mio secondo manga: avevo scoperto da due settimane che a tre minuti da casa mia c'è una delle più grandi fumetterie della mia città - potevo andarci a piedi! - e mi si era aperto un mondo. Un mondo in grado di conciliare le mie due passioni: l'animazione giapponese e la lettura (ero piccola).
Ovviamente non sapevo un cavolo - nemmeno che avevano gli arretrati - e quindi passavo le ore a scegliere fumetti, perchè mi vergognavo a chiedere. Come cambiano le cose, ripensandoci mi rendo conto che i proprietari mi hanno letteralmente vista crescere.
Comunque presi un  numero a caso, lo lessi e non ci capii niente. Ma siccome mi aveva intrigrata da morire raccolsi il coraggio a quattro mani e chiesi i numeri precedenti.

Premessa per dire una cosa semplice: se avessi cominciato col primo numero difficilmente avrei continuato la lettura. Proteggi la mia Terra è stato pubblicato dal 1987 al 1994 in Giappone, dal '98 al 2000 in Italia, e nei primi numeri l'influenza degli anni '80 si sente tantissimo. In più i disegni sono bruttini e la storia ci mette qualche numero ad ingranare del tutto.
Quando la storia ingrana anche il resto migliora: i momenti comici strani vanno a sparire, l'epoca di ambientazione diventa molto più neutra e c'è una delle più grandi evoluzioni del tratto in corso d'opera che abbia mai visto, se non LA più grande.
Arisu nel primo e nell'ultimo numero
Ma in sostanza com'è questo manga? Complicato.
La nostra protagonista è Arisu, sedicenne da poco trasferitasi a Tokyo con la famiglia. È timida, impacciata, carina, ed è speciale... però non è che non lo sa: lei si vede strana, e spesso anche gli altri la considerano tale. In fin dei conti come considerare una persona in grado di parlare con le piante se non strana, o speciale? Il suo potere è uno dei tanti motivi per cui non è contenta di essere in città: sente costantemente le piante soffrire. In più fa fatica ad inserirsi in una classe dove tutti si conoscono dalle elementari o dalle medie e Rin, il figlio di sette anni dei vicini, la tormenta ogni volta che la vede.
La più grande differenza tra Arisu e le altre protagoniste YA è che, nella sua irrealtà, è realistica: ha sedici anni e nei primi capitoli è triste perchè lontana da "casa", perchè i genitori non la capiscono, perchè Rin è un bambino odioso che la perseguita. Fondamentalmente, per tre capitoli si lamenta perchè è un'adolescente che si comporta da adolescente.
La sua prima interazione con gli altri personaggi è quando diventa la confidente di Issei e Jimpachi, i primi ad aver scoperto di fare gli stessi sogni dal punto di vista di personaggi differenti e, poco dopo, anche lei fa un sogno ambientato sulla Luna. A questo punto i ragazzi decidono di provare a trovare gli altri per organizzare incontri per fare una scaletta degli eventi. A sorpresa anche il piccolo Rin fa parte del gruppo: a sentir lui la sua prima reincarnazione è morta in un'incidente e per questo è nove anni più giovane.

E qui le cose si complicano, perchè iniziamo a seguire più di una storia.

La Luna
Tramite flashback noi lettori scopriamo vita, morte e miracoli degli scienziati alieni, in particolare Mokuren e Shion sono i nostri protagonisti e pov.
Mokuren è una kicies, sacerdotessa in grado di far crescere le piante cantando: nel suo mondo i kicies sono considerati un dono di Sarjarim (Dio) e tenuti in grandissima considerazione perchè estremamente rari. A tre anni sono tolti ai genitori per crescere separati dal mondo esterno fino alla maggiore età, addestrati ad usare i loro doni e limitando i contatti con chiunque - sopratutto rappresentanti dell'altro sesso - perchè tali poteri sono legati alla verginità.
Mokuren è stata tolta ai suoi genitori, ex-kicies malvisti da tutti per aver abbandonato il loro ruolo. Curiosa e vivace, vive malissimo l'isolamento a cui è costretta e le sue ribellioni sono sopportate solo per via del suo immenso talento.
Il desiderio più grande della ragazza è di essere normale, difficile da conseguire anche una volta adulta: il marchio sulla fronte la identifica immediatamente e viene isolata per via della sua incredibile bellezza. Visto che perderebbe i poteri con la verginità, Mokuren fin da piccola desidera darla via una storia d'amore, ma nessun uomo è disposto a toccarla per via dello stigma sociale che ne seguirebbe. In più perderebbe la capacità di comunicare con le piante, in molte occasioni le sue uniche amiche.

Shion è un'orfano di guerra: nato e cresciuto in un campo di battaglia, ha scoperto di avere poteri ESP uccidendo dei soldati per autodifesa. La cosa gli ha portato - paradossalmente - vantaggi: anche se meno dei kicies, l'ESP è ben considerato e lui è stato affidato alle suore. Non si è trattato di un salvataggio idilliaco: Shion comprende solo la violenza e di quel mondo pacifico vede unicamente l'ipocrisia, e non riesce ad integrarsi.
C'è una cosa che dovete sapere di questo fumetto: niente va mai bene a Shion (sul serio: non può neanche prendere un gatto senza che finisca in tragedia) e alla fine lui smette di provarci, limitandosi a covare rancore.
Fondamentalmente Shion è un trauma emotivo con le gambe, presentato in una molto affascinante confezione. Il bel tenebroso asociale che però è un'incubo averci a che fare perchè sotto la dura scorza non c'è tanto il cuore d'oro quanto dolore e trauma da abbandono che, paradossalmente, la dura scorza aiuta a tenere a bada.

Per gli scienziati le cose si complicano quando, in sette, vengono inviati sulla Luna a studiare un pianeta dove è stata scoperta una razza senziente: da un lato si affezionano al nostro pianeta come con un bambino, dall'altro... sono sette persone costrette a vivere in uno spazio limitato per un lungo lasso di tempo, e dopo un po' i rapporti iniziano a deteriorarsi. Tanto per cominciare tutti i maschietti si prendono una cotta per Mokuren, tranne Shion che non la può vedere. E qui partono i triangoli, perchè a Mokuren piacciono Shion e Gyokuran. Ma Shion e Gyokuran sono amici-rivali d'infanzia, e questo va a complicare i rapporti tra i due. Poi c'è la povera Enju, da sempre innamorata di Gyokuran, che soffre in silenzio perchè lui muore dietro a Mokuren... quindi la sua migliore amica diventa leggermente protettiva nei suoi confronti. E Shukaido, anche lui cotto di Mokuren, inizia a serbare rancore perchè di certo Shion non si merita le attenzioni della ragazza.
Insomma, un gran casino. Ma la Hiwatari è grande perchè di questo noi vediamo anche le conseguenze meschine e quanto fa male l'amore non ricambiato.
Tutto in un posto piccolissimo, senza potersene andare e senza poter far altro che vedere quelle persone ogni singolo giorno.
E poi peggiora, perchè le conseguenze dell'eterno conflitto del loro sistema solare arrivano al massimo e loro sono bloccati sulla Luna, e visto che si tratta di un racconto di reincarnazioni e questi sono i flashback, come va a finire già si sa.

La Terra
Eh. Questi poveri ragazzini si trovano a dover fare i conti con i drammi lunari: cercano di definire il loro vero io, quello che vale adesso e quello che valeva allora. Per esempio Issei si ritrova innamorato del suo migliore amico (che era Gyokuran) e non sa se è un sentimento suo davvero o se è l'amore di Enju ad essersi riversato in lui.
Arisu è così terrorizzata all'idea di perdere sé stessa che incosciamente blocca i ricordi. Per non parlare di Rin che, avendo solo sette anni, rischia di essere cancellato/assorbito dalla personalità completamente sviluppata della sua vita precedente.
Arisu/Alice e i suoi dubbi (si legge da destra verso sinistra)
Anche solo questo sarebbe una storia bella ed interessante, ma ci sono anche problemi materiali: la base aliena è ancora lì, e con alcuni codici che i ragazzi prima o poi ricorderanno sarebbe possibile usarne la tecnologia.
Il piano malvagio?
E per qualcuno segnato dalla guerra l'idea di sfruttarla per imporre la pace è molto allettante.
Anche spiegata così sembra una storia molto semplice, sono le implicazioni a renderla grande: per esempio è difficile capire cosa sia successo, o stia succedendo, esattamente: quando le azioni dei personaggi sono motivate da quanto accaduto sulla Luna, che nessun narratore sia affidabile non è un dettaglio insignificante. Tutti i ragazzini hanno opinioni e prendono decisioni basandosi su ricordi spesso incompleti ed influenzati dagli stati d'animo, al punto che l'affermazione "X ha stuprato Y" è estremamente semplicistica e non rende minimamente giustizia ad un'evento che non è facile comprendere perchè nessuno - tra quelli che lo raccontano - è parziale, e ci sono tre o quattro chiavi di lettura.
È anche una di quelle storie dove gli eroi non vogliono sconfiggere il cattivo ma lo vogliono salvare, perchè il punto di rottura è arrivato per un motivo così orribile, per qualcosa di così atroce fatto da uno dei buoni, che l'unico dubbio del responsabile è "Mi faccio ammazzare per farlo felice, o cerco di restare vivo perchè la mia morte non basterà a salvarlo?"

Spoiler:
Sulla base lunare si sviluppa un virus mortale, bloccando lì gli scienziati (dove vanno, dove lo portano). Mentre aspettano di morire uno dopo l'altro, Shukaido cerca di creare un vaccino e ci riesce. Problema: è solo una dose e sono rimasti in tre - lui, Mokuren e Shion - quindi cosa decide di fare il genio del male? Visto che lui è già malato, dice a Shion e Mokuren che dividerà la dose tra loro due nella speranza che funzioni lo stesso. Nella realtà: vaccina solo Shion, per punirlo del fatto che Mokuren è innamorata di lui nonostante sia uno stronzo. Risultato: lui muore, Mokuren si ammala e muore, Shion passa nove anni bloccato sulla Luna, circondato dai cadaveri dei suoi colleghi e della donna che ama, impazzisce e alla fine muore. 
Ecco perchè Rin è nove anni più piccolo di tutti gli altri, e dire che Shion è furioso non rende l'idea. Fondamentalmente è un bambino influenzato dai ricordi di qualcuno che, allo stato attuale, è un'interessante combinazione di furia omicida, follia, vecchi traumi riportati alla luce con la forza di mille soli e con una potenza ESP devastante. Bel casino da risolvere.

Insomma, una storia incredibilmente complicata, profonda, che usa alcuni di quelli che poi sono diventati punti cardine degli YA costruire qualcosa di bello, non qualcosa di generico per venderlo il più possibile.
Proteggi la mia Terra mette in gioco una grande varietà di sentimenti, in cui l'amore è solo uno dei tanti, e soprattutto si premura di rendere credibili e complessi i suoi personaggi: dal punto di vista scientifico-tecnlogico fa il minimo indispensabile, ma tratteggia praticamente alla perfezione gli elementi che vuole davvero narrare e non prende la via facile. 
Non sappiamo che astronavi hanno gli alieni, ma vediamo la loro religione e come i poteri si integrano nella società. Shion non si calma con dei bei discorsetti sull'amore e sulla pace (anzi, è uno dei modi più veloci per farlo incazzare), il dubbio che forse è troppo tardi per aiutarlo ce l'hanno un po' tutti e non è facile voler aiutare qualcuno che potrebbe voler conquistare il mondo ed è insopportabile quando è in buona.
Il gioco di incastri tra passato e presente è perfetto, il modo in cui l'uno influenza l'altro affascinante. I ragazzi si trovano a farsi domande sul senso della loro rinascita, su cosa vuol dire davvero andare avanti o cercare redenzione per errori commessi letteralmente in un'altra vita.
L'unico difetto è che ci sono moltissimi personaggi (praticamente un cast doppio) per cui quelli secondari possono essere abbandonati e poi ripresi a distanza di tempo, e considerando quanto la Hiwatari è brava un po' ti dispiace che non siano sempre sotto i riflettori tutti quanti (prendi Lazlo: ha un ruolo brevissimo, e quando è apparso nel seguito mi veniva da piangere... sono passati 14 anni, e ci piango ancora).

Altra tematica interessante e molto presente è quella religiosa: è interessante come l'autrice sia stata capace di separare la fede dall'organizzazione, e abbia inserito personaggi positivi al suo interno pur mantenendo la vena critica. Le Lian che si occupano di Shion sono donne buone e compassionevoli, che riescono a guadagnarsi il suo affetto sincero. Allo stesso modo la sacerdotessa che assiste Mokuren diventa una famiglia per lei.
Ma è anche la stessa chiesa che porta i piccoli kicies via dai genitori in nome di Dio: Mokuren è considerata un dono del cielo, e non importa a nessuno se né lei né i suoi genitori vedono il suo status come una benedizione. Anzi, aver perso il diritto di scegliere che direzione dare alla propria vita crea in Mokuren sentimenti ambigui nei confronti della divinità che dovrebbe rappresentare, e lo stesso modo in cui i kicies vengono letteralmente adorati crea una pressione enorme su di loro: considerati e trattati come rappresentazione vivente dell'amore e del potere di Sarjarim, nei momenti di crisi gli vengono chiesti miracoli che, umanamente, non possono compiere. Perchè i kicies possono solo cantare.
Cantare, e far crescere le piante. Potere che è molto meno schifoso di quello che sembra, considerato che possono fare anche il contrario... ma quello è un altro plot point.

Io lo consiglio tantissimo. Non cercatelo nelle fumetterie perchè non lo troverete mai, ma se masticate l'inglese leggete le scan. 

Otp, prima di sapere cosa fosse un otp

2 commenti:

  1. Sembra bellissimo!! *____* Naturalmente, di trovarlo in italiano neanche a parlarne, deve esser passato troppo tempo dalla pubblicazione... ç___ç Niente mi impedisce di provare con le scan, però! ^^ Questa combinazione di romance e fantascienza mi incuriosiscono tantissimo, e, anche se i disegni tradiscono gli anni trascorsi, di sicuro la tua descrizione dei personaggi ha risvegliato tutta la mia curiosità! ^^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per me è stupendo *-* purtroppo è fuori catalogo da anni, non so neanche se si trova qualcosa sfuso nelle fiere ormai...

      Elimina